Il Comitato Aziendale Europeo di Unicredit, riunitosi in sessione plenaria nella giornata del 28 maggio, ha ribadito e rivendicato l’importanza del dialogo sociale, da praticare in tutte le realtà ed in tutti I Paesi in cui il Gruppo Unicredit è presente, riaffermando la necessità del suo ulteriore sviluppo, soprattutto in presenza dell’attuale scenario complesso, caratterizzato da tensioni occupazionali rivenienti da fusioni, esternalizzazioni, ristrutturazioni e scelte strategiche riguardanti il business.
Il diritto del CAE di ricevere informazioni dal Gruppo non è stato pienamente riconosciuto in quanto non sono state fornite complete informazioni per quanto riguarda la fusione delle banche ceca e slovacca e la chiusura della banca in Lettonia. Pertanto, il CAE richiede che il Gruppo fornisca informazioni immediate, dettagliate ed esplicite in merito alla fusione delle banche ceca e slovacca e la chiusura della banca in Lettonia, al fine di garantire al CAE il tempo sufficiente a preparare e svolgere consultazioni con il Gruppo.
In merito alle operazioni di fusione delle banche ceca e slovacca e alla chiusura della banca in Lettonia, il CAE chiede, in analogia a quanto fatto anche nel recente passato, che vengano riconosciuti ai lavoratori coinvolti trattamenti di miglior favore rispetto alle previsioni legislative locali in materia.
I piani di rilancio del Gruppo non possono passare esclusivamente attraverso la forte riduzione del costo del lavoro che determina pesanti impatti sociali sui lavoratori e sulle loro famiglie, o attraverso le esasperate pressioni commerciali che in alcuni Paesi della CEE sfociano, nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, addirittura nel licenziamento. In merito a queste pratiche il CAE dichiara la sua assoluta contrarietà e la sua ferma opposizione.
Il CAE di Unicredit ha focalizzato l’attenzione del management sulla necessità di una radicale riduzione delle consulenze, ritenendo improcrastinabile un forte investimento a favore del patrimonio aziendale costituito dalle risorse umane presenti all’interno di Unicredit. Il CAE chiede un impegno tangibile rivolto alla riconversione e valorizzazione delle professionalità presenti, con una attenzione particolare alla popolazione over 50.
Il CAE di Unicredit ribadisce la sua assoluta contrarietà ai processi di esternalizzazione di attività e lavoratori realizzati attraverso progetti che determinano un peggioramento delle condizioni normative e professionali dei lavoratori addetti, oltre che una perdita di competenze manageriali e professionali.
Il CAE di Unicredit richiede al Top Management, in caso di progetti di esternalizzazione, di stipulare accordi, sulla falsariga di quelli italiani e/o tedeschi, nei Paesi coinvolti da tali attività. In sostanza, si devono garantire i posti di lavoro, le condizioni di lavoro, i livelli degli stipendi e I contratti di lavoro.
Sulla base del fatto che ad uno dei membri del CAE è stato impedito di partecipare alla riunione plenaria, il CAE riafferma che il diritto dei suoi membri di partecipare alle riunioni è un diritto innegabile. Si è concordato con la direzione centrale che tutti i manager locali saranno informati per iscritto che tale diritto deve essere esercitato incondizionatamente.
Milan, 28 May 2013