da il Manifesto del 06.07.2023
Mario Di Vito
È morta a 99 anni la partigiana Walchiria Terradura Vagnarelli. Walchiria era il suo vero nome. E anche il suo nome di battaglia. A lei questo fatto piaceva moltissimo, infatti di sé diceva così: «Il mio nome è Walkiria, le valchirie erano le figlie del dio della guerra. Una donna guerriera poteva essere solo una Walkiria».
ANTIFASCISTA, figlia di un antifascista. Suo padre, Gustavo, avvocato perugino, era stato più volte arrestato durante il ventennio e, il 13 gennaio del 1944, quando l’Ovra aveva deciso di sbarazzarsi di lui una volta per tutte, fu Walchiria a salvarlo. Erano nel palazzo dei Duchi di Urbino e, durante l’irruzione delle milizie fasciste, la figlia ventenne trovò la via per arrivare nelle soffitte e nascondersi entrambi.
DA LÌ WALCHIRIA si spostò tra i monti che separano l’Umbria dalle Marche, e si unì alla V Brigata Garibaldi di Pesaro, dove, in virtù del suo coraggio, assunse, da sottotenente, il comando di una squadretta di sei uomini, il Settebello, la cui specialità era il sabotaggio: facevano saltare ponti, organizzavano agguati, rendevano impossibile la vita alle truppe nazifasciste impegnate nella zona. Un giorno, dopo l’ennesima azione, Walchiria, accompagnata da un solo gregario, mise in fuga un intero reparto nemico a colpi di bombe a mano, consentendo tra l’altro ai partigiani di appropriarsi di armi e mezzi abbandonati. Questa azione le varrà in seguito una medaglia d’argento al valore militare.
SPOSATA con il capitano dell’Oss Alfonso Thiele, dopo la guerra con lui Walchiria si trasferì negli Stati Uniti, ma decise di tornare in Italia nel giro di pochi anni – «Avevo lasciato Mussolini, trovai il maccartismo», dirà poi -, e si dedicherà alla politica e all’Anpi . Fino all’ultimo la sottotenente Terradura ha continuato a tenere viva la memoria dell’antifascismo e della lotta partigiana, tra incontri pubblici e racconti, molti dei quali sono stati pubblicati da Patria Indipendente. Una volta, chiamata a fare da consulente per un film a tema militare, Walchiria stupì l’intera troupe montando e smontando uno Sten in appena tre minuti.
«Non la dimenticheremo, terremo vivi e attivi i valori di libertà e democrazia per cui ha speso la sua giovinezza con coraggio e altissimo senso di responsabilità. Walkiria è un simbolo importante del decisivo impegno delle donne nella Resistenza. Ciao comandante», è il saluto del presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo.