Le Fondazioni debbono rispondere al Territorio che rappresentano e di cui gestiscono le ingenti risorse, occorre una dichiarazione chiara, esplicita, coesa di volontà per proseguire e rafforzare il percorso di autonomia della Banca senza questo presupposto nessun ragionamento è possibile; Noi vogliamo discutere di Investimenti non di Sacrifici.
Le Marche e gli altri Territori dove opera la Banca hanno la possibilità di sostenere la battaglia per l’Autonomia e su questo tema devono essere pronti a impegnarsi pubblicamente; apprezziamo l’azione dei Sindaci, il loro impegno testimonia l’aver compreso che l’Autonomia della Banca è Occupazione diretta e indotta su tutti i Territori.
Occorre un Presidente di Garanzia e la partecipazione dei Lavoratori, come tali, alla governance della Banca; così è possibile ottenere la necessaria coesione per l’Autonomia, e un futuro per tutti.
La grande assemblea generale del 22 aprile ha sancito in modo forte e inequivocabile che l’autonomia è Lavoro che genera Lavoro, occorre quindi che nel piano industriale venga tutelata l’attuale occupazione, garantito il posto di lavoro dei 3.300 colleghi, vengano create le condizioni per un progetto che stabilizzi i Giovani. Se la Banca, in tempo di crisi, può permettersi tre nuovi manager di alto livello allora ha risorse in abbondanza per stabilizzare i giovani colleghi che da anni lavorano presso di Noi e tanto hanno dato alla causa, rafforzare le Filiali e i presidi territoriali per migliorare il rapporto con la clientela.
Una Policy del Credito, come quella attuale, può vanificare qualsiasi tipo di sacrificio richiesto ai Lavoratori e logorare il rapporto con la clientela; occorrono massime chiarezza, trasparenza e condivisione sui criteri e politiche tempo per tempo adottate.
Qualsiasi ipotesi di vendita delle filiali, chiusura dei servizi crediti territoriali, non mantenimento dei servizi di direzione generale e della occupazione nei territori ci vedono ferocemente contrari.
A oggi la Banca pare abbia tutti gli elementi per individuare le eventuali responsabilità della attuale situazione. La Banca avrà il coraggio di affrontare in modo risolutivo e definitivo la questione responsabilità e chiedere conto di tali atti? Oppure seguirà la via più facile ossia quella di continuare a presentare il conto sempre e solo ai Lavoratori?
Oggi come ieri è tempo di responsabilità e anche di senso di responsabilità. E la stragrande maggioranza dei lavoratori di Banca Marche l’ha sempre dimostrata e la sta dimostrando. A NOI si chiedono ulteriori sacrifici economici. Già abbiamo dato: riduzione premio aziendale e non pagamento del salario incentivante a fronte di obiettivi raggiunti. E’ tempo di uguale senso di responsabilità per il top management che deve provvedere a versare il 4% della loro retribuzione così come previsto dal CCNL ( i lavoratori hanno già dato con festività soppresse e banca ore) e i Consiglieri debbono dare Loro il forte esempio sui loro compensi e sui loro rimborsi spese!
Le ultime scelte aziendali, la impostazione della trattativa imperniata solo sui costi, la sospetta mancanza di un progetto condiviso, rendono necessario innalzare subito il livello di mobilitazione unitaria; starà all’Azienda e alla Proprietà decidere se vorranno negoziare in un serio e aperto confronto oppure affrontare il conflitto con i Lavoratori.
Jesi, lì 4 Giugno 2013
Dircredito – Fiba/Cisl – Fisac/Cgil