Dipartimento RSI: 5 rapporto Circular Economy

Il 16 maggio si è svolta a Roma, presso il Nazionale Spazio Eventi, la quinta edizione della Conferenza nazionale sull’economia circolare dal titolo “I consumi al bivio della circolarità”.

La FISAC CGIL Nazionale era presente con il Dipartimento RSI, Vi riportiamo di seguito i punti salienti dell’incontro.

I lavori sono stati avviati dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha sottolineato la necessità di ridurre il conflitto tra società e ambiente, anche alla luce delle contestata Direttiva Europea sugli imballaggi che rischia di mettere in ginocchio uno dei settori di punta della nostra economia.

Edo Ronchi ha sottolineato invece l’importanza della circolarità per disaccoppiare la crescita economica dall’importazione di materiali: a partire dal 2017 gli indicatori di crescita del PIL sono strettamente connessi alle materie prime provenienti dai mercati stranieri.

L’impennata dei prezzi delle materie prime importate nel 2022, con le ripercussioni sull’inflazione e sugli approvvigionamenti, ha messo in luce tutta la vulnerabilità di un’economia lineare.

È necessario attuare delle politiche attive che possano accelerare i cambiamenti verso un uso più efficiente di materiali ed energia, come fattore strategico che determinerebbe un aumento del benessere e la riduzione dell’impatto climatico.

Sulla scia di quanto già accennato dal Ministro Pichetto Fratin, Ronchi ha evidenziato la priorità di realizzare i progetti di economia circolare attraverso i fondi del PNRR e orientare maggiormente l’utilizzo del credito di imposta previsto da Transizione 4.0 e le misure di fiscalità in direzione della circolarità.

I dati presentati da Ronchi evidenziano che l’Italia ha una buona performance rispetto al valore aggiunto nel riciclo, nella riparazione, nel riutilizzo, nel noleggio e nel leasing ma è necessario mettere in campo nuove proposte per attuare la Strategia Nazionale per l’economia circolare, come ad esempio:

  • Sviluppare l’economia circolare delle materie prime critiche – tra le quali Cobalto, Litio, Fosforo, Alluminio – necessarie per la transizione energetica e digitale.
  • Rafforzare le misure di circolarità nella prevenzione della produzione dei rifiuti.
  • Rafforzare il riciclo migliorando la raccolta dei RAEE, la più grande miniera locale di materie prime rare
  • Migliorare la normativa End of Waste e il Regolamento imballaggi.

Nel corso della mattinata, è stato presentato il quinto rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzato dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA, che ha messo i riflettori sui principali indicatori di circolarità dell’economia italiana, comparando le performance del nostro Paese con quelle delle più grandi economie europee.

Il rapporto di quest’anno è stato integrato da un focus su “Le scelte dei consumatori per l’economia circolare” realizzato in collaborazione con Legacoop e Ipsos.

Il punto di vista dei consumatori, rilevato attraverso un sondaggio su un campione adulto della popolazione, rivela una buona propensione dei cittadini a considerare la sostenibilità e l’applicazione dei principi dell’economia circolare nelle scelte di acquisto e di consumo, fatta salva la dinamica sui prezzi.

Il nostro Paese si attesta i primi posti in Europa per circolarità ma in termini generali cala il  tasso di circolarità nell’economia mondiale, passando negli ultimi cinque anni dal 9,1% al 7,2% nonostante l’allarme sul climate change che è sotto gli occhi di tutti.

L’economia globale brucia cento miliardi di tonnellate di materiali l’anno mentre attraverso la riconversione alla circolarità si potrebbero diminuire di oltre un terzo le estrazioni e abbattere le emissioni di gas e rispettare la tabella di marcia imposta dagli obiettivi ONU.

Nel pomeriggio si sono avvicendate sul palco diverse aziende, da quelle che operano nel campo energetico a chi produce e ricicla batterie elettriche, per raccontare la loro esperienza di circular economy.

Tra i vari interventi c’è stata anche quello di un rappresentante sindacale, a testimonianza del fatto che la voce dei lavoratori e delle lavoratrici, che dovranno partecipare al processo di transizione senza subirlo, risulta di primaria importanza nel trattare con le aziende l’organizzazione del lavoro.

In conclusione il nostro Paese ha tutte le caratteristiche per essere al passo con gli obiettivi stabiliti dall’Europa e dalle Nazioni Unite ma sarà necessario un impegno trasversale da parte di tutti i soggetti dell’economia per mettere a terra un processo partecipato di transizione verso la circolarità.

Il Dipartimento Sostenibilità e RSI della FISAC CGIL è parte di questo processo partecipato sia per l’appartenenza ad un sindacato generale confederale che copre tutte le istanze della società che per la rappresentanza del settore finanziario, fulcro strategico dell’economia e della vita sociale.

La FISAC CGIL ha contribuito, sin dal secondo dopoguerra, alla costruzione della democrazia economica dentro e fuori i luoghi di lavoro ed ora intende proseguire su quella strada con tutta l’esperienza maturata in un secolo e l’innovazione necessaria ad accompagnare la giusta transizione verso un nuovo modello economico.

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