Banche, in Toscana aumenta l’emorragia di sportelli

Crescono i Comuni non “bancati”. Crollo anche del numero dei dipendenti (calo regionale più accentuato rispetto a quello nazionale): lo dicono gli ultimi dati di Banca d’Italia. Paolo Cecchi (Fisac Cgil Toscana): “Situazione grave che penalizza i territori e i cittadini”. Appello a istituzioni e aziende: “Non assistere inermi a questo processo, sperimentare soluzioni come sportelli mobili o integrazioni di servizi”

In Toscana, dal 2021 al 2022, si sono persi 57 sportelli bancari (-3,5%). La maggior parte di questi sono su Firenze (14), ma è Arezzo la provincia con la variazione negativa più alta (-5,88%, pari a 9 sportelli). Una emorragia che continua: nei sette anni precedenti, dal 2015 al 2022, la Toscana ha perso 697 sportelli (-30%), la maggior parte di quali sempre su Firenze (188) con la variazione negativa più alta a Prato (-40,4%, pari a 46 sportelli). Lo dicono gli ultimi dati di Banca d’Italia sul settore, confermando un pericoloso trend in corso da tempo. Testimoniato anche dai numeri sugli sportelli per 100mila abitanti: nel 2021 in Toscana erano 44, nel 2022 43 (variazione -2,2%). In questa classifica, la provincia con la variazione negativa più alta (-6,5%) è Livorno, che passa da 46 sportelli per 100mila abitanti a 43. Aumentano anche i comuni non “bancati” (cioè senza filiali né bancomat): si passa da 9 a 11, entrano nel gruppo altri due comuni di aree interne come gli aretini Chiusi della Verna e Badia Tedalda.

Inoltre, i dati di Banca d’Italia certificano che oltre agli sportelli crollano anche i dipendenti bancari: e in Toscana il calo è più accentuato rispetto al dato italiano. Infatti nel 2021 in Toscana erano 20.560 e in Italia 269.779, e nel 2022 rispettivamente 18.573 e 264.132. E fa impressione rilevare che nel 2015 erano rispettivamente 24.156 e 302.729.

Dice Paolo Cecchi, segretario generale di Fisac Cgil Toscana: “I dati continuano a segnalare un calo della presenza degli sportelli bancari nella nostra regione. Ad esso segue la diminuzione dei dipendenti bancari di quasi il 10%, dato più alto della media nazionale. Nonostante la forte crescita degli utili delle principali banche del nostro paese nel 2022, che complessivamente si ragguagliano a oltre 13 miliardi, va avanti senza sosta il processo di desertificazione di ampie zone della nostra regione. Anche nel 2022 si sono aggiunti ulteriori 2 comuni dell’aretino tra le realtà senza alcuna presenza di aziende di credito sul proprio territorio. La Fisac continua a denunciare quanto sta accadendo nell’organizzazione territoriale delle banche perché non si può, in virtù di presunti o effettivi processi di efficientamento, privare intere comunità dell’accesso ai servizi bancari, non ultimo il credito, una situazione grave che va a detrimento di tutto il nostro territorio regionale. E’ inaccettabile assistere inermi a questo processo”.

Prosegue Cecchi: “Rinnoviamo ancora il nostro appello alle istituzioni e alle aziende a trovare soluzioni opportune per il bene dei cittadini. In proposito la risoluzione del febbraio scorso della Commissione aree interne della Regione contro la desertificazione bancaria va nella direzione da tempo auspicata dal nostro sindacato. In generale ci sono e ci possono essere soluzioni sia politiche sia a carattere più operative, è il caso degli sportelli mobili presenti a giorni alterni già sperimentati in alcune aree del Paese oppure l’integrazione con altre tipologie di servizi, per impedire questa sorta di mattanza degli sportelli. La Fisac, come sempre, è disponibile a confrontarsi”.

 

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