L’intervento che l’azienda ha in previsione sul fondo pensione è senza dubbio quello che i colleghi/e considerano maggiormente incomprensibile ed al contempo iniquo; mette in discussione la fiducia stessa nell’azienda e in uno dei pilastri di un’intera vita di lavoro.
Molti di noi in questi anni (o decenni) hanno fatto specifiche scelte personali e familiari perché convinti che il fondo pensione interno di Cattolica non fosse solo conveniente ma anche e soprattutto garantito, che rappresentasse uno strumento fondamentale in grado di compensare la progressiva riduzione della pensione pubblica, al riparo dalla volatilità dei mercati e volubilità dei governi, perché gestito “da noi”.
C’è chi ha destinato al fondo pensione una quota di stipendio superiore al minimo, chi vi versa anche il tfr (scelta peraltro non modificabile), chi pur andando in pensione o prepensionamento o cambiando azienda vi ha lasciato i propri risparmi, chi ha iscritto i figli o il coniuge a carico.
E oggi l’azienda ci viene a dire che “aveva scherzato”?!!?
Vediamo allora questo “scherzo” quanto ci costa…
Premesso che i numeri che seguono si riferiscono agli assunti ante 2019, dobbiamo distinguere due tipologie di perdita.
La prima è legata al rendimento della polizza e colpisce tutte/i perché incide sul capitale finale al momento della pensione, e quindi si ripercuote anche sui colleghi/e che, essendo vecchi iscritti, possono riscattarlo per intero.
La polizza del fondo pensione è legata al rendimento realizzato dalla gestione separata che attualmente si aggira attorno al 2,70% sia per Rispevi di Cattolica sia per Gesav di Generali; in Cattolica però si applica il minimo garantito del 4%.
Ipotizzando che il rendimento si mantenga costante anche per il futuro, il passaggio in Generali delle posizioni attualmente presenti nel fondo pensione Cattolica genererebbe pertanto una perdita del 1,30% annuo, che cumulata per 5 anni su un capitale ad esempio di 100.000 euro diventano oltre 7.000 euro, dopo 10 anni 17.000 e dopo 20 anni 48.000.
La seconda perdita, ancora più rilevante, è relativa alla prestazione di rendita (cioè la pensione integrativa) e deriva dal fatto che Generali aggiorna periodicamente i coefficienti di conversione da capitale in rendita (il prossimo aggiornamento è previsto nel 2024) che già oggi sono decisamente peggiorativi rispetto a quelli Cattolica (che sono fissati e non cambiano).
Ricordiamo che chi ha aderito al fondo pensione dopo il 29 aprile 1993 deve obbligatoriamente percepire almeno il 50% del montante finale accumulato sotto forma di rendita.
Per avere una quantificazione precisa e personalizzata delle perdite (calcolate sul solo valore attuale della posizione, senza cioè considerare i versamenti futuri) abbiamo predisposto l’allegato file excel che permette a ciascuno di calcolare l’esatto ammontare del proprio capitale e della rendita al pensionamento semplicemente inserendo 3 dati nella maschera che appare all’apertura: l’età attuale, il sesso ed il montante accumulato ad oggi sul fondo pensione Cattolica (rilevabile dalla propria area riservata).
Le RSA Fisac CGIL sono sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti tecnici.
Qualunque sia il punto di vista ed il profilo in base al quale si esamina la cosa, per i lavoratori si tratta inequivocabilmente di una perdita certa, per Generali di una indecorosa fuga dalle proprie responsabilità.
Milano, Roma, Verona, 16 marzo 2023
RSA Fisac CGIL Cattolica ed ex CS