Lettera aperta alle colleghe e ai colleghi di Banca Reale
L’8 di marzo è una giornata che ancora ci mette in una certa difficoltà. Che giorno è oggi? La Giornata Internazionale della Donna, se chiedete a Google. È il giorno in cui gli uomini regalano mimose a mogli e colleghe, il giorno in cui ci fermiamo a riflettere sulla condizione delle donne uccise dai mariti e dai familiari (ma lo facciamo anche a novembre). Dai tg vedo che è la giornata in cui ci interroghiamo su quando le donne arriveranno al potere tanto quanto gli uomini. Ad oggi abbiamo anche qui in Italia una donna Premier, la Presidente della Commissione Europea è donna, così come la Presidente del Parlamento Europeo. È donna la Presidente della BCE, così come la Direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Da qualche anno abbiamo donne ai vertici dei maggiori partiti in Italia e in Europa, oltre che ai vertici delle Organizzazioni Sindacali più rappresentative. Certo, tutto questo sembrava lontano solo poche decine di anni fa, quando quelli della mia generazione erano bambini: le esperienze di Margareth Thatcher e di Golda Meir sembravano veramente delle eccezioni.
Possiamo affermare che il raggiungimento del potere per alcune donne ha comportato una piena realizzazione della valorizzazione di genere e delle pari opportunità?
La domanda è fortemente retorica, me ne rendo conto. Ma forse è LA domanda che ci dovremo porre oggi, nel momento in cui ci ripetono a bomba che se le donne raggiungeranno i CDA ed i ruoli chiave, tutto diventerà magicamente bello per ognuna. Ottimo. Ma che ne sarà del problema delle minoranze? Occorrerà tenere conto del colore della pelle, della religione, dell’orientamento sessuale, ecc. Insomma, ognuno di noi è portatore (e per fortuna!) di differenze. Come risolveremo questo problema?
La mia riflessione parte da un punto di vista differente: il potere e la ricchezza sono storicamente nelle mani di pochi. Qual è l’identikit di questo soggetto? Lo sappiamo tutti! È maschio, avanti con gli anni, etero, cristiano. Questo è il minimo comun denominatore.
Se così è, non vedo come siano possibili riscatto, emancipazione e liberazione di tutti gli oppressi che non passi attraverso la lotta nei confronti di questa sorta di Grande Leviatano, affinché attraverso logiche completamente diverse e virtuose, la sua ricchezza e il suo potere vengano spartiti. L’Uomo al Comando può consentire ad una donna di insediarsi al vertice di una Banca Centrale, ad un nero di diventare Presidente degli USA o a un induista di origine asiatica di diventare Premier Britannico senza che questo comporti l’avanzamento di un centimetro per le loro comunità di origine.
La sfida del Terzo Millennio per tutte e tutti noi, io credo, è quella di crescere, rifiutare etichette, semplificazioni, luoghi comuni, scorciatoie. Tornare a ragionare come collettività, a confrontarci, a scontrarci – perché no, se serve – e ad avanzare insieme. Non bastano le mimose e una parola gentile due giorni all’anno per riscattare secoli di oppressione e quanto agli scranni del potere, George Orwell ha già scritto quasi tutto nel 1945 ne “La Fattoria degli Animali”.
Buon 8 marzo di riscatto per tutti noi!
Roberto Pozzati