Come tutti abbiamo ricevuto la comunicazione relativa alla “Pianificazione delle ferie residue del 2021” del 6 febbraio u.s.
Noi siamo convinti che godere delle ferie sia importantissimo, perché è tempo prezioso per noi sottratto faticosamente al lavoro in decenni di lotte. Quando non ci riusciamo nei tempi previsti, vengono liquidate ma con le relative trattenute. Ci si perde due volte da questo punto di vista.
Detto questo, ci trova perplessi l’invito a pianificarle entro il 1° marzo, quando in passato la Direzione dava come scadenza 31 marzo o 1° aprile. Anticipare aiuta? È più efficace? Abbiamo le nostre riserve.
Ma ancora di più ci colpisce il monito che viene buttato lì con grande disinvoltura: “ […] Ti ricordiamo inoltre che il saldo dei giorni di ferie residui dovrà essere interamente azzerato entro il 30 giugno 2023 e che le giornate pianificate saranno già considerate automaticamente giustificativo di ferie, con il conseguente abbattimento del saldo disponibile”. Non ci sfugge che l’Azienda abbia la necessità di spingere un po’ per abbattere i costi ma è rischioso fare queste forzature: i saldi vengono quadrati a mese chiuso, con tutte le anomalie giustificate. Non può che essere così. Una pianificazione di massima non è un impegno firmato col sangue, è una mera intenzione. Per questo ricordiamo che quanto espresso nella e-mail in questione rappresenta un mero auspicio, nulla di più.
Le ferie appartengono alle lavoratrici ed ai lavoratori. Pertanto, invitiamo la Direzione del Personale ad un approccio più corretto e adeguato.
13 febbraio 2023
La RSA Fisac/CGIL
In Banca Reale