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Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL
A dicembre le Organizzazioni Sindacali avevano chiesto all’azienda una revisione delle condizioni per le/i dipendenti. Ricordiamo che nella nostra azienda i dipendenti, tramite le organizzazioni sindacali, fanno lobbying sull’azienda per ottenere una revisione periodicamente, non si svolge una vera e propria trattativa e non c’è nessun accordo nel merito.
La risposta è arrivata il 2 febbraio e una comunicazione molto articolata con i dettagli la si può trovare QUI.
Non si può non notare una notevole semplificazione nell’intervento: un accorpamento che genera notevoli squilibri rispetto ad un impianto che aveva una sua logica.
Anche nei prestiti e sui mutui si nota la stessa semplificazione.
Le organizzazioni sindacali non sono contrarie alle semplificazioni e alle razionalizzazioni ma in questo caso è evidente che si accomunano situazioni troppo distanti tra loro. E’ come se questa azienda avesse voluto avvicinarsi a quella Flat tax che l’attuale governo ancora non sa decidere se portare avanti o meno.
Passando concretamente a cosa intendiamo: un prestito di 100.000€ ci costa l’1% se restituito entro 60 mesi. Mentre ci costa il 2% in 120. Una 3A3L (2.900 su 10.799 dai dati annuali al 31.12.2021) che guadagna 1.900€ ha una capacità di indebitamento (considerando il 40%) di 760€ mese. In 60 mesi è in grado di coprire un capitale (escludendo gli interessi) di 45.600€.
La capacità di spesa non va oltre questo.
Se si voleva fare un provvedimento più equo a nostro avviso occorreva mantenere una diversità di costo in base all’inquadramento (che è la cosa più vicina al reddito quando si parla di una categoria lavorativa).
Questo nuovo principio della “progressività dell’indebitamento” (cioè più è alto l’inquadramento e lo stipendio, maggiore è il fido) non risponde certo ad esigenze di aiuto e sostegno ai redditi meno capienti.
Non possiamo poi non stigmatizzare che l’azienda continua nel voler premiare l’indebitamento a scapito del risparmio di fatto applicando sul personale le stesse logiche che applica alla clientela.
Quello 0,001% di tasso creditore sul CC è semplicemente vergognoso! lasciare i soldi sul conto oggi, con questa inflazione, significa davvero impoverirsi.
Tutta questa manovra viene pubblicizzata mentre le organizzazioni sindacali hanno sollevato con l’azienda la questione del “Tasso mutuo ai dipendenti come Fringe Benefit” (evidenziato dal messaggio esposto sulla “cartella personale” – vedi immagine alla pagina successiva).
In sostanza si configurano diversi cluster di mutuo ai dipendenti in BNL (lo spartiacque è l’anno 2019) ma per tutte le casistiche l’azienda ritiene che si incorra nel Fringe Benefit in quanto a far fede sarebbe solo il rapporto di lavoro tra azienda erogante il finanziamento e “cliente”.
Abbiamo riscontrato diverse incongruità rispetto a questa impostazione (ci sono colleghi in tutte le clusterizzazioni che hanno la voce evidenziata in busta paga e che non l’hanno avuta), per questo abbiamo chiesto di fare chiarezza.
Il fenomeno è trattato a livello ABI da diverso tempo, in BNL si è posto all’attenzione solo adesso perché il tasso riservato ai dipendenti non era così vantaggioso rispetto al tasso BCE.
Oggi con l’aumento dei tassi diventa rilevante anche nella nostra azienda.
L’azienda sarebbe intenzionata ad iniziare le trattenute mese per mese in corrispondenza del superamento del livello di esenzione dei fringe benefit che attualmente per il 2023 è fissato a € 258,23.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda la sospensione delle trattenute in virtù dell’attivazione da parte di ABI e Organizzazioni Sindacali di un apposito tavolo con ADER e Ministero della Finanza; nonché in virtù del probabile nuovo innalzamento della soglia di esenzione dei Fringe (il Signor Presidente del Consiglio si è più volte espresso rispetto a questa fattispecie) che porterebbe se non ad azzerare le trattenute (qualora la soglia di 3000€ venisse riproposta nel 2023) quantomeno a dilazionarle nel tempo magari avendo avuto nel frattempo il confronto tra le parti nazionali.
L’attenzione è rivolta anche ai prestiti agevolati e, sembrerebbe, anche allo scoperto di conto!
Siamo all’assurdo che converrebbe richiedere un mutuo o un prestito ad un’altra azienda NON per convenienza dei tassi (cosa cui la banca ci aveva già abituato), ma per non incappare nelle more dell’art.51 del TUIR…
In questo momento di grave instabilità finanziaria la nostra azienda non ha voluto concedere un bonus ai dipendenti né aumentare l’importo del buono pasto fino alla soglia massima di esenzione di 8€ (con un importo pro capite di 220€).
Riteniamo, alla luce di questa nuova scure sulle colleghe e sui colleghi, che urga un ripensamento! Anche e soprattutto dopo i risultati ante imposta 2022 e sbandierati a tutti i media .
RIUSCIRANNO A DIMOSTRARCI CHE NON SIAMO IL LORO SALVADANAIO?!
Roma, 10 feb 2023
Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN