Il grido d’allarme dei sindacati: «Non ci sarà più il controllo sui ComproOro
— LIVORNO —
«LA FILIALE della Banca d’Italia non deve chiudere». Lo ha detto con forza Stefano Ferrari della Fisac ieri nella seduta congiunta tra la commissione per l’emergenza occupazionale della Provincia e la terza commissione lavoro del Comune. «La chiusura della filiale livornese della Banca d’Italia è un arretramento dello Stato. Stiamo così mobilitando le istituzioni a livello locale e nazionale perché la Banca d’Italia ci ripensi e lasci il suo presidio nella provincia di Livorno, pur con le dovute economie di gestione, perché dobbiamo tenere alta la guardia contro il riciclaggio e la malavita organizzata dalle quali non siamo immuni, e per tenere attivi i controlli sulle banche e il rapporto tra queste e i cittadini». In caso contrario, come ha spiegato ieri su La Nazione in consigliere dell’Udc Salvatore Capuozzo ex dipendente della Banca d’Italia in pensione, resteranno in Toscana «solo due presidi di Bankitalia, uno a Firenze e uno ad Arezzo e a quest’ultimo spetterà la movimentazione dei contanti con tutti i rischi prevedibili». Fabio Buselli sempre della Cgil: «Oggi la Banca d’Italia ha dato in gestione a società di servizi la raccolta delle banconote vecchie e la distribuzione delle nuove e i costi li ha fatti ricadere sulle società di servizi per cui la qualità delle banconote è peggiorata e questo ha facilitato la contraffazione. Le stesse società di servizi trasportano sui furgoni portavalori più contanti del consentito per limitare i costi, ma subiscono più rapine».
IL DISAPPUNTO dei rappresentanti sindacali è una sola voce. Anche Giorgia Facioni della Cgil attacca: «La Banca d’Italia ha competenza di ispezione anche sui compro-oro così come sugli sportelli bancari. Se Banca d’Italia chiude i battenti chi farà tutti i controlli?». Alla commissione congiunta di Comune e Provincia ieri c’era anche il presidente di Palazzo Granducale Giorgio Kutufà. «Livorno è baricentrica per la costa — ha detto Kutufà — per cui è ragionevole chiedere che conservi la filiale di Bankitalia come servizio di area vasta da La Spezia a Grosseto». E ha sottolineato «le ricadute negative sugli occupati diretti (trenta dipendenti della filiale) e sull’indotto».
AMPIO il dibattito su questo argomento. Per Paolo Fenzi (capogruppo del Pd in Comune) «la proposta del presidente Kutufa é condivisibile» ed ha quindi chiesto ai presidenti delle due commissioni Vladimiro Del Corona e Federico Mirabelli (entrambi Pd) la stesura di un documento da far votare nei rispettivi consigli. Un documento che servirà a fare il pressing nei confronti dei centri decisionali della Banca d’Italia affinché questo presidio — fondamentale per il territorio non solo della provincia di Livorno — non venga chiuso. I due presidenti delle commissioni hanno accolto con favore la proposta e il capogruppo del Pd Mirabelli ha garantito anche «il coinvolgimento delle istituzioni ai massimi livelli». L’assessore al bilancio del Comune Valter Nebbiai ha infine incitato tutti «alla difesa del nostro territorio».
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