RANKING DEI 20 MAGGIORI FONDI PENSIONE DEL MONDO

Dal sito: https://fundspeople.com/

ll patrimonio gestito dai primi 300 fondi pensione del mondo è aumentato dell’8,9% nel 2021, raggiungendo un nuovo record di 23.600 miliardi di dollari, secondi il rapporto annuale di Willis Tower Watson in collaborazione con Pensions & Investments. Sebbene i valori degli asset abbiano raggiunto livelli record, nel 2021 la crescita è rallentata rispetto all’11,5% raggiunto nel 2020, come era prevedibile dopo una performance molto forte dei mercati nello stesso anno. In ogni caso, i dati del 2021 sono stati sufficienti per raggiungere una crescita cumulativa su cinque anni (2016-2021) del 50,2%.

Posizione Fondo pensione Paese Patrimonio
(mln di $)
1. Government Pension Investment Giappone 1.730.900
2. Government Pension Fund Norvegia 1.437.111
3. National Pension Corea del Sud 797.968
4. Federal Retirement Thrift Stati Uniti 774.176
5. ABP Paesi Bassi 630.358
6. California Public Employees Stati Uniti 496.820
7. Canada Pension Canada 426.746
(dato al 31/03/22)
8. National Social Security Cina 406.787
(dato stimato)
9. Central Provident Fund Singapore 374.990
10. PFZW Paesi Bassi 315.467
11. California State Teachers Stati Uniti 313.940
12. New York State Common Stati Uniti 267.756
13. New York City Retirement Stati Uniti 266.702
14. Local Government Officials Giappone 248.572
15. Employees Provident Fund Malesia 242.602
16. Florida State Board Stati Uniti 213.792
17. Texas Teachers Stati Uniti 196.727
18. Ontario Teachers Canada 191.140
19. National Wealth Fund Russia 180.690
(dato al 1/01/2022)
20. AustralianSuper Australia 169.055
(dato a giugno 2021)


il rapporto di WTW qui: https://www.thinkingaheadinstitute.org/research-papers/the-worlds-largest-pension-funds-2022/

RANKING DEI 500 MAGGIORI ASSET MANAGER DEL MONDO

Dal sito: www.ipe.com

AUM globale misurato: €108,6 trilioni; Aumento del 19,7% su base annua; Asset istituzionali globali: € 41,9 trilioni; Asset istituzionali europei: €14,4 trilioni

Nella classifica stilata da IPE dei primi 500 asset manager mondiale troviamo in testa Blackrock con 8.850.000 di milioni/euro in asset gestiti; al secondo posto si colloca Vanguard con 7.272.000 di milioni ed al terzo posto Fidelity con quasi 4.000.000 di milioni.

Nella classifica tra i primi 20 gestori ben 17 sono USA, due francesi (Amundi all’8 posto, 2.063.000 di milioni/euro gestiti e Natixis al 18mo con 1.245.000 di milioni) ed uno degli UK (LGIM al 11mo posto con 1.690.000 di milioni/euro). Tra i primi 50 ben 31 sono gestori USA.

Per trovare un gestore Italiano dobbiamo scendere fino 44mo posto dove troviamo Generali Investments con 583.000 milioni/euro gestiti. Il gestore Eurizon lo troviamo al 60mo posto (439.000 milioni/euro) mentre al 123mo posto troviamo ANIMA con 204.000 milioni/euro.

dati rilevati dal report: www.ipe.com 

Fondi pensione, la sfida tra obbligazioni societarie e dividendi azionari

Dal sito: www.itinerariprevidenziali.it

Dopo un 2022 da dimenticare, la buona notizia per gli investitori (anche previdenziali) è che i rendimenti nel reddito fisso sono tornati su livelli interessanti. Cosa aspettarsi invece dal segmento azionario?

Leo Campagna

A fine novembre 2022 i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali, segnalavano perdite medie da inizio anno tra il -7% e il -9%: dai comparti azionari (-8,8%) a quelli bilanciati (-8,9%), dai bilanciati obbligazionari (-7,7%) agli obbligazionari (-7,9%), passando per i garantiti (-8,4%).

Dopo un 2022 da dimenticare, la buona notizia per gli investitori è che i rendimenti nel reddito fisso sono tornati su livelli interessanti.

Articolo completo: www.itinerariprevidenziali.it 

IL PUNTO: Pensioni, si riparte il 19 gennaio

Di Marco Lo Conte – Il Sole 24 ore

Appena varata la legge di bilancio, si lavora per archiviare il capitolo corposo sulle pensioni. La convocazione per il 19 gennaio prossimo delle parti sociali per ridisegnare il sistema pensionistico italiani, per ora ha un significato più ecumenico che di sostanza: al momento sono note solo le intenzioni dei partiti della maggioranza che vorrebbero alzare le minime (Forza Italia) e sostituire la Fornero con quota 41 (Lega). Al momento sono i sindacati a fornire un quadro di riforma più organico al quadro. Il che sembra portare il dibattito (che attende ancora di cominciare) sulla strada del “vorrei ma non posso”, viste le esigenze di bilancio che frenano un rilancio della previdenza complementare aumentando le agevolazioni fiscali, ad esempio, come richiesto da più parti, proprio per render più solido un secondo pilastro contributivo a fronte delle incertezze del primo.

Non che il governo non abbia anche altre priorità cui badare, ma – com’è noto – il tema pensionistico è cruciale nella costruzione del consenso in questa fase politica. Lo sa bene l’ex consulente dell’esecutivo Alberto Brambilla, già sottosegretario in quota Lega ed estensore della riforma del Tfr, e ora alla guida di Itinerari Previdenziali che negli ultimi giorni ha bocciato sia le proposte di Salvini che quelle di Berlusconi, visto l’alto esborso per le casse dello Stato. Ma non solo. C’è un problema di equità che riguarda direttamente la parte meno abbiente della classe media, i dipendenti pubblici, impiegati e operai: cui non sarebbe facile spiegare perchè versare per una vita contributi in modo da ottenere una pensione da 1200 euro al mese, se quelle integrate al minimo dovessero salire a mille, ma con un dispendio di energia e sacrifici davvero differenti?

punti, insomma, che il Ministro Calderone dovrà valutare in modo organico e affrontare la sfida più complessa: fare andare d’accordo i conti pubblici, le promesse dei partiti di governo, le aspettative dei rappresentanti dei lavoratori e quelle di chi vorrebbe un sistema non ritoccato continuamente, in particolare per quanto riguarda i requisiti di pensionamento e di conseguenza le scelte di vita di centinaia di migliaia di aspiranti pensionati.

 

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