UNA RIFLESSIONE: Cosa vuol dire essere OP per 26 anni
Torna all’indice Carissimi colleghi, mi presento. Sono Biagio Ruisi nato a Palermo, ma ormai residente a Mogliano Veneto da poco più di 10 anni. Assicurazioni Generali prima, ed ora Generali Italia, è stato il mio primo ed unico lavoro dal 13 gennaio 1997, anno dell’assunzione da parte dell’allora Ispettore di Direzione (prima si chiamavano così ed era molto più bello) dott. Salvatore Muto come produttore junior (1°livello) c/o una delle Agenzie più grandi del centro-sud e cioè la Palermo Mare. Questo lo considero uno dei periodi più belli della mia “vita professionale”, nella quale anche i periodi di difficoltà produttiva si vivevano con grande spensieratezza, con l’obiettivo di risolverli tutti insieme, come in una grande squadra.
In questa realtà agenziale sono stato presente quasi 8 anni e poi ho cominciato a girare altre realtà di appalti nelle quali veniva richiesto il mio apporto professionale ed umano. Tutto ciò, perché hanno “approfittato” di quello che chiamo il mio “senso di appartenenza” alla Compagnia, dando il giusto valore alle persone che ho seguito e spiegando loro che siamo un ingranaggio, anche se piccolo, che se non funziona non fa andare avanti il motore della nostra Azienda. E questo rappresenta l’elemento più importante che caratterizza il nostro ruolo ed il nostro lavoro, essere fondamentali, perché nel nostro quotidiano noi siamo gli unici che siamo capaci di fare diventare l’Ordinario Straordinario, e quando parliamo con i clienti e proponiamo loro le nostre soluzioni facciamo si, che il loro concetto di Straordinario diventi Ordinario.
E’ vero che molti di noi, non hanno avuto la capacità di affrontare a viso aperto le difficoltà che si sono presentate ed hanno mollato, ma questo è accaduto perché non c’è stato nessuno che ha capito che in quel momento aveva necessità di un aiuto (io stesso ho avuto molti momenti bui nella mia lunga carriera, ed in 26 anni è fisiologico, ma ho avuto la fortuna, di trovare accanto a me qualcuno che mi ha teso la mano e mi ha risollevato), facendo svanire i sogni e le loro aspettative.
Se io, oggi, ho una famiglia, una casa ed una solida tranquillità, è perché alle spalle ho un Gruppo che, nel bene e nel male, mi ha permesso di creare tutto ciò.
Se si vogliono raggiungere determinati obiettivi, bisogna non guardare mai gli ostacoli come tali, perché se ci concentriamo su di essi, distoglieremo la nostra attenzione dal traguardo; d’altronde il nostro è un lavoro duro (qualcuno ha detto, per motivare i propri atleti, che SUCCESSO VIENE PRIMA DI SUDORE, SOLO NEL DIZIONARIO), fatto di tanti “no”, ma prima o poi il tanto agognato “si” arriva; è una strada impervia, scoscesa ed in salita, una montagna da scalare, ma una volta arrivati in cima il panorama è meraviglioso e si gode della sua bellezza. Ma non bisogna mai fermarsi, continuare a guadare oltre, far sì che il nostro sguardo vada al di là di ciò che riusciamo ad immaginare; solo così potremo migliorare e non “MOLLARE MAI”, con le dovute cautele, secondo le capacità che ognuno possiede. Dicevano i latini “ Ad impossibilia nemo tenetur” cioè “ Nessuno è tenuto a fare cose impossibili” e di questo ne dobbiamo fare tesoro, rispettando noi stessi, chi lavora con noi ed i clienti.
Lavorare in Generali, è un privilegio che ancora pochi percepiscono e sarei felice che tutti voi collegi, specialmente chi è in difficoltà, lo metabolizzasse al più presto, perché, in ogni caso, in noi batte il cuore di un leone, che non è solo il Leone Alato, ma il Cuore di chi, di questo lavoro ne ha fatto una missione, al di là dei ruoli e delle mansioni. Forse sembrerò ai vostri occhi troppo “aziendalista”, ma credetemi, io sono e sarò sempre dalla vostra parte, perché sono uno di voi.
Ad Maiora Semper.
Biagio Ruisi