Le politiche di investimento sostenibile degli investitori previdenziali italiani Ottava edizione – 2022
L’indagine condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional e giunta quest’anno all’ottava edizione, esamina le politiche di investimento sostenibile degli operatori previdenziali italiani. La ricerca ha l’obiettivo di monitorare l’inclusione dei criteri ESG (dall’inglese Environmental, Social and Governance) nelle scelte di investimento dei principali piani previdenziali italiani.La ricerca è stata realizzata con il sostegno di AXA Investment Managers, DPAM, ENPACL e OFI Asset Management.
L’indagine è stata condotta tra marzo e luglio del 2022 mediante la somministrazione di un questionario online realizzato sulla piattaforma SurveyHero. Il questionario 2022 ha recepito le ultime evoluzioni normative in materia di finanza sostenibile, approfondendo temi quali: le responsabilità in materia ESG del Consiglio di Amministrazione (CdA) o di altri presidi interni; gli investimenti in Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) e la loro classificazione secondo gli artt. 8 e 9 della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR); la divulgazione dei principali impatti negativi (Principle Adverse Impacts – PAIs) derivanti dalle decisioni di investimento; la presenza di indicatori di sostenibilità nelle politiche di remunerazione e le eventuali rilevazioni sulle preferenze ESG degli iscritti.
In allegato la ricerca completa.
(ndr. Questa importante ricerca è stata presentata nell’ambito delle Settimane SRI promosse dal Forum)
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Progetto Vesta: l’investimento in comune di cinque Fondi pensione sulle infrastrutture
Dopo private equity e private debt, Foncer, Fondo Gomma Plastica, Fopen, Pegaso e Previmoda hanno avviato il processo per investire in una terza asset class illiquida.
Il 29 luglio scorso Foncer (Fondo pensione negoziale complementare a capitalizzazione per i lavoratori dipendenti dell’industria delle piastrelle di ceramica e di materiali refrattari), Fondo Gomma Plastica (Fondo Pensione Complementare a Capitalizzazione per i lavoratori dell’industria della gomma, cavi elettrici ed affini e delle materie plastiche), Fopen (Fondo Pensione Dipendenti del Gruppo Enel), Pegaso (Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione e a contributo definito per i dipendenti delle imprese di servizi di pubblica utilità) e Previmoda (Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione e a contributo definito per i dipendenti delle imprese di servizi di pubblica utilità) hanno pubblicato un bando per la selezione di un gestore (GEFIA) al quale affidare un mandato a investire in fondi di infrastrutture, nell’ambito del Progetto Infrastrutture Vesta.
L’ammontare indicativo del commitment complessivo deliberato dai fondi è pari a 168 milioni di euro, suddivisi in cinque mandati: 18 milioni per il comparto Bilanciato di Foncer, 40 milioni per il Bilanciato di Fondo Gomma Plastica, 15 milioni ciascuno per i comparti Bilanciato Obbligazionario e Bilanciato Azionario di Fopen, 40 milioni per il Bilanciato di Pegaso e 40 milioni per lo Smeraldo Bilanciato di Previmoda. MondoInvestor ne ha parlato con il gruppo di lavoro che coordina i lavori del Progetto.
Articolo completo: www.mondoinstitutional.com
Fondazioni: l’81% include i criteri ESG negli investimenti
Tra le motivazioni che spingono ad adottare strategie SRI c’è la coerenza con le finalità istituzionali.
Sempre più Fondazioni di origine bancaria includono i criteri ESG nelle gestioni patrimoniali, i cui utili sono impiegati per l’attività filantropica. Delle 36 Fondazioni che hanno partecipato quest’anno alla ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con Acri e MondoInstitutional, 29 (l’81%) dichiarano di effettuare investimenti sostenibili e 4 hanno avviato valutazioni in merito.
Articolo completo: www.mondoinstitutional.com
Ricerca completa: finanzasostenibile.it
Il Consiglio UE approva in via definitiva la CSRD
dal sito: esgnews.it
Dopo la recente approvazione del Parlamento dell’UE, anche il Consiglio europeo ha ora approvato in via definitiva la direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese (CSRD). Ciò significa che le aziende saranno presto tenute a pubblicare informazioni dettagliate sulle questioni di sostenibilità, aumentando la responsabilità delle società e impedendo l’adozione di standard di sostenibilità divergenti. Le nuove norme renderanno un maggior numero di imprese responsabili del loro impatto sulla società e le guideranno verso un’economia vantaggiosa per le persone e l’ambiente. I dati sull’impronta ambientale e sociale saranno disponibili al pubblico per chiunque sia interessato a tale impronta. Allo stesso tempo, i nuovi requisiti estesi sono adattati alle varie dimensioni delle aziende e forniscono loro un periodo di transizione sufficiente per prepararsi.
(Ndr. Questa normativa è molto importante per le scelte che i fondi pensione dovranno operare nella selezione degli emittenti più virtuosi e per favorire la classificazione dei prodotti finanziari in portafoglio)
In allegato l’articolo completo ⇒ SCARICA
Tagli, quote e tetti: ecco i numeri delle nuove pensioni
Dal sito: Pensioni 24/Il Sole 24 Ore – di Marco lo Conte
Ritocchi per fare cassa e che penalizzano tre milioni di pensionati a vantaggio di due. È questo il quadro che emerge dagli interventi sul sistema pensionistico della manovra 2023 varata dal governo. Un risultato sotto molti aspetti inatteso ma che nella sostanza dei numeri assume un profilo ben preciso, in vista di un’organica riforma futura.
Ma andiamo con ordine: sono poco più di tre milioni, circa il 20% del totale, i pensionati che vedranno tagliata la rivalutazione della propria prestazione pensionistica. Si tratta di chi percepisce un assegno pari a quattro volte la pensione minima, quindi oltre i 2.101,25 euro lordi al mese. Per questa categoria di pensionati l’indicizzazione delle prestazioni al tasso di inflazione non è piena, come accade sotto la soglia di quattro volte il minimo, ma risulta ancor meno significativa rispetto agli anni passati. Tocca a costoro il sacrificio da pagare sull’altare dei conti pubblici fornendo così liquidità all’Esecutivo per la legge di bilancio 2023.
Che resta il grande incompiuto, vista la costante tentazione della politica di intermediare interessi più o meno particolari e che evita la diretta correlazione tra contributi e prestazioni, sia per il primo che per il secondo pilastro pensionistico.
(Ndr. Nella manovra non vi è traccia di misure a favore della previdenza complementare quali ad esempio una fiscalità neutrale sui rendimenti nella fase di accumulo ne per il rilancio delle adesioni)