Internazionale: “End the Cost of Living Crisis: Increase Wages, Tax Profits!”

CES CGIL settembre 2022

la CES sta portando avanti la campagna “End the Cost of Living Crisis: Increase Wages, Tax Profits!”, per chiedere – ovunque in Europa – l’innalzamento dei salari e la tassazione dei profitti come riposta alla crisi dell’aumento generalizzato del costo della vita. Acquisendo fin da subito uno dei punti sui quali la nostra organizzazione si batte già da tempo: la tassazione degli extra-profitti di alcuni settori privati generati proprio dalla crisi legata alla pandemia e da quella causata ora dalla guerra in Ucraina.

La CES chiede dunque innanzitutto l’aumento dei salari, per far fronte all’aumento del costo della vita e garantire che alle lavoratrici e ai lavoratori giunga una giusta quota dei guadagni effettuati dalle aziende: per questo, sono urgentemente necessarie misure per promuovere la contrattazione collettiva come il modo migliore per ottenere una retribuzione equa. Nelle linee politiche di questa campagna, si afferma chiaramente che i datori di lavoro, i governi e l’UE non possono evitare questa crisi: il prezzo dell’inazione o dell’adozione della risposta sbagliata (come l’aumento dei tassi di interesse, il blocco dei salari o il ritorno all’austerità) sarà catastrofico.

Per questo la CES ha proposto un “Piano in Sei Punti”:
1) Aumenti salariali per far fronte all’aumento del costo della vita, nonché misure per promuovere la

contrattazione collettiva per ottenere una retribuzione equa e un’economia sostenibile;

2) Aiuti mirati alle persone in difficoltà con le bollette energetiche, il cibo e l’affitto; il diritto al cibo e a una casa calda sono infatti diritti umani da tutelare: va introdotto il divieto alla “disconnessione” dalla rete per chi non può permettersi di pagare le bollette energetiche;

3) Introdurre un “tetto ai prezzi”, soprattutto sul costo delle bollette energetiche sul costo dei generi alimentari, e introdurre una tassa sugli extra-profitti -affinché nessuno speculi su questa crisi – insieme ad altre misure quali, ad esempio, la riduzione dei dividendi.

4) Misure nazionali ed europee di sostegno anti-crisi a tutela dei redditi e dei posti di lavoro in industria, servizi e settore pubblico, comprese le misure tipo SURE per proteggere i posti di lavoro, i redditi e per finanziare misure sociali per far fronte sia a questa crisi, che ai processi di giusta transizione ecologica e digitale;

5) Riformare il funzionamento del mercato energetico dell’UE. Riconoscere che l’energia è un bene pubblico e investire per affrontare le cause profonde della crisi, come lo scarso investimento nell’energia verde o gli effetti delle privatizzazioni nel settore energetico;

6) Garantire un ruolo formale e sostanziale ai sindacati nei tavoli atti a progettare e attuare le misure anti-crisi, rafforzando gli strumenti del dialogo sociale.

Come vedete, in questi sei punti c’è davvero molto delle nostre idee, dell’impegno della CGIL. Sono ripresi di fatto tutti i nostri “cinque” pilastri di azione stabiliti nell’ultimo Direttivo, c’è parte di ciò che abbiamo promosso nel “decalogo della CGIL” lanciato a tutte le forze politiche in vista delle elezioni prima e del nuovo governo oggi., trovano pieno spazio alcune nostre rivendicazioni storiche e anche quelle più legate alla fase contingente.

Naturalmente non esaurisce il ventaglio delle battaglie che stiamo conducendo e che abbiamo davanti, ma sicuramente mette sulla giusta strada l’impegno sindacale europeo rispetto alla crisi che stiamo vivendo (e di cui temiamo tutti sia solo l’inizio) rispetto ai costi dell’energia e del caro vita, la necessità di aumentare strutturalmente i salari, tassare gli extra-profitti, rafforzare gli investimenti pubblici e il ruolo decisionale del “pubblico” rispetto all’interesse e alle speculazioni del “privato”.

Questa dimensione “europea” vivrà anche nella nostra manifestazione dell’8 ottobre – rivolta proprio sia alle istituzioni italiane che a quelle europee – già dallo slogan di lancio, negli interventi che si susseguiranno dal palco e nelle tematiche che verranno affrontate: segno che nella nostra confederazione cresce costantemente la consapevolezza di come le istanze sindacali siano strettamente connesse ad un piano continentale ed internazionale.

La CES ha proposto di avviare un lungo periodo di azione e mobilitazione, con una crescita costante di iniziative tese ad arrivare ad una grande mobilitazione generale Europea. Qui di seguito, il calendario delle iniziative CES per il mese di ottobre,

• 1 Ottobre : Sarà pubblicato un calendario (costantemente aggiornato) con le iniziative sindacali locali (le nostre dell’8 e 9 ottobre saranno ovviamente tra le prime evidenziate);

• 5 Ottobre : Iniziativa CES davanti al Parlamento Europeo in Strasburgo, per presentare i “Sei punti” e richiamare l’attenzione politica sul tema (è prevista una delegazione CGIL in loco);

• 6 – 7 Ottobre: in occasione del meeting informale dei capi di Stato e di Governo, sarà chiesto ai sindacati affiliati di inviare una lettera di richiamo all’attenzione dei propri governi nazionali;

• 13 – 14 Ottobre : riunione Informale EPSCO a Praga – parteciperà una delegazione CES; • 19 Ottobre: Tripartite Social Summit – parteciperà una delegazione CES;

• 20 – 21 Ottobre : Consiglio Europeo – sarà richiesto ai sindacati affiliati di contattare e fare pressioni sui propri governi nazionali;

• 27 – 28 Ottobre : Comitato Esecutivo CES – si deciderà quali iniziative future intraprendere fino ad una grande mobilitazione comune per dicembre.

Rispetto a questa mobilitazione generale europea, ad oggi esistono sul tavolo varie opzioni: una manifestazione di tutti i sindacati europei a Bruxelles nei giorni 11 o 12 dicembre; manifestazioni decentrate su 4/5 principali piazze europee; manifestazioni nazionali da coordinare sempre nelle stesse giornate (11/12 ottobre). Come CGIL, stiamo valutando insieme a CISL e UIL quale formula è più adatta, considerando sia l’impatto politico, sia le altre iniziative e mobilitazioni che abbiamo già in piedi, sia naturalmente il giusto rapporto tra sforzo organizzativo e risultato conseguente.

Su questo, quando avremo un quadro più chiaro delle iniziative pianificate e del contributo a noi richiesto, sarà nostra premura informarvi tempestivamente e coinvolgervi nella pianificazione.

La CES ha dedicato una pagina specifica del proprio sito a questa mobilitazione: End the Cost of Living Crisis: Increase Wages, Tax Profits! | ETUC

Su questa pagina troverete gli aggiornamenti delle iniziative, sia europee che nazionali; troverete inoltre il manifesto (che vi alleghiamo in italiano) in varie lingue e il link alla petizione online. Anche questa è stata tradotta in italiano:

Porre fine alla crisi del carovita: aumentare i salari, tassare i profitti! | Action-Europe e pertanto vi invitiamo a rilanciarla sui vostri canali comunicativi.


 

Was this article helpful?
YesNo

    Questo articolo ti è stato utile No

    Pulsante per tornare all'inizio
    error: Content is protected !!