Oggi vi proponiamo una lettura più impegnativa del solito, si tratta di un libro, che ha il potere di gettare una luce nuova su 3 secoli di storia, per svelare le radici del capitalismo e insieme del patriarcato.
L’autrice, Silvia Federici, assumendo una prospettiva marxista e femminista, rilegge le lotte contadine contro vassalli e feudatari, i movimenti eretici del Medioevo e la caccia alle streghe in Europa e nelle Americhe, come fenomeni interconnessi e preparatori all’accumulazione del capitale.
Il titolo “Calibano e la strega” si ispira alla “Tempesta” di William Shakespeare: il Calibano, che si ribella al colonialismo, rappresenta nel suo libro il proletariato mondiale, ma qui ancora più importante è il ruolo della strega, che nella tragedia resta invece sullo sfondo. La strega è l’incarnazione di un mondo di soggettività femminile che il capitalismo ha dovuto distruggere per affermarsi: l’eretica, la guaritrice, la moglie disobbediente, la donna sola, la prostituta, la sacerdotessa woodoo.
Il corpo delle donne diventa uno strumento essenziale per la riproduzione della forza lavoro e di conseguenza ogni altra attività femminile viene demonizzata, perché distoglie risorse dall’accumulazione del capitale. Per lo stesso motivo, il controllo delle donne sulla sessualità, sulla procreazione, sulla nascita e sulla maternità deve essere bandito. Il corpo femminile diventa proprietà dello Stato, un bene di uso comune.
Così comincia in Europa la caccia alle streghe, una guerra spietata contro le donne, un’azione concertata, che mirava a degradarle, demonizzare e annientare il loro potere. Uno sterminio perseguito in modo consapevole dalle autorità per istaurare un regime di terrore, che dall’Europa si trasferisce alle Americhe, nuovo terreno di conquista.
Molti tabù ancora presenti nella nostra epoca derivano dalla caccia alle streghe e dal ruolo determinante che ha giocato nella nascita della società borghese.
Non illudiamoci, la caccia alle streghe non è finita e nell’epoca della globalizzazione si prepara a mietere ancora altre vittime.
Rubando le parole a Silvia Federici, dedichiamo questa proposta di lettura alle tante streghe che abbiamo incontrato […] per essere sicure che non siano dimenticate.