Inform@fisac luglio 2015

 

Ultime notizie sulle pensioni: l’INPS presenta la sua proposta

 

La relazione annuale INPS presenterà la proposta per la riforma pensioni 2015.

Secondo diverse indiscrezioni l’economista bocconiano vorrebbe proporre l’uscita anticipata dal lavoro mediante l’applicazione del sistema contributivo per la pensione di tutti i lavoratori. Sperano i precoci, gli esodati e le donne, interessati a vario titolo dalla riforma pensioni 2015.

Operazione “La mia pensione” – Sarà possibile, tramite il sito dell’Ente, simulare la pensione di vecchiaia sulla base di simulazioni fatte sulle statistiche in possesso dell’INPS per valutare in futuro quanto si percepirà.

 

Ecco la bozza di riforma pensioni INPS 2015: separare assistenza e previdenza

Sono 5 i punti fondamentali della proposta presentata da Tito Boeri:

1) Protezione sociale per over 55: primo passo per il reddito minimo, al di sopra dei 55 anni è troppo difficile trovare un lavoro e per questo bisogna tutelare queste persone secondo Boeri e la povertà è triplicata durante la recessione. E’ una misura di assistenza, che va finanziata con la fiscalità generale.

2) Unificazione dei trattamenti iniziata con il pagamento che avviene per tutti il primo del mese. Per ogni 3 pensionati vengono messe in pagamento quattro pensioni. Boeri propone di unificare la pensione tra regimi diversi, modificando senza oneri aggiuntivi (via le ricongiunzioni onerose) categorie come la gestione separata.

3) Armonizzazione. Ci sono forti asimmetrie tra i trattamenti previdenziali, non fondate sui diversi livelli contributivi e riflettono differenze macroscopiche tra generazioni e categorie. Stop ai trattamenti di favore. I vitalizi dei parlamentari sono “pensioni sottratte alle riforme previdenziali degli ultimi 25 anni” ha detto Boeri, auspicando un intervento di Camera e Senato: oggi non ci sono informazioni sul rendimento di tali vitalizi. Chi ha redditi pensionistici più elevati dovrà dare un contributo di solidarietà per le uscite flessibili.

4) Flessibilità sostenibile. Chi va in pensione prima deve spalmare il montante contributivo su più anni e, ogni anno in meno di età, è chiaro che l’assegno mensile si abbassi. Questa flessibilità non grava sulle generazioni future perché non fa aumentare il reddito pensionistico. Si può permettere a chi vuole uscire anticipatamente di farlo, senza gravare sulle generazioni future.

5) Si va in pensione. E si pagano i contributi. Anche i pensionati possono contribuire al finanziamento della previdenza di chi si è ritirato dalla vita attiva. L’INPS vuole offrire la possibilità di versare contributi a chi sta già percependo un trattamento previdenziali. Anche i datori di lavoro potranno versare contributi agli ex dipendenti secondo l’ultima proposta INPS.

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