Bper, accordo fatto per il piano industriale
Firmato a Ferragosto prevede 1088 esuberi nel gruppo ma controbilanciati da centinaia di assunzioni
Dopo cinquanta giorni di trattativa è stato firmato nella notte di Ferragosto un accordo sindacale tra la Banca Popolare dell’Emilia Romagna e i sindacati di categoria per far fronte al piano industriale dell’istituto di credito, che prevede diversi esuberi tra il personale, chiusure di filiale, ma anche tanti nuovi ingressi nell’organico in tutta la penisola. E a Modena, da una prima valutazione dell’intesa, sembra che le ricadute siano minime.
Andiamo per ordine. Il piano industriale Bper prevede 1088 esuberi, con chiusure di filiali entro il 2017: le uscite definitive tuttavia saranno 581, mentre i collocamenti saranno 507. Nella maggior parte dei casi si tratta di prepensionamenti e uscite volontarie. In particolare, per quanto riguarda Modena si parla di 63 uscite volontarie (per coloro che maturano il diritto alla pensione dal gennaio 2018 al dicembre 2020). Ma non c’è troppo da allarmarsi perché a fronte di queste uscite, potrebbero esserci delle entrate.
Nel piano infatti sono previste 200 assunzioni (molte delle quali potrebbero essere proprio sul territorio modenese) di profili specializzati, in particolare per le nuove aree di business, come il digitale o l’omnichannel. C’è tutta una parte di accordo, inoltre, relativa alla mobilità territoriale, le cosiddette trasferte per intenderci, per cui la banca si farà carico erogando un contributo per l’affitto o un’indennità chilometrica.
Ma questo aspetto riguarderà marginalmente Modena. Modena, invece, sarà interessata per ciò che riguarda i contact center, il servizio di assistenza tecnica telefonica che la banca fornisce ai clienti. Per ridurre al minimo la mobilità territoriale e l’abbandono del territorio, infatti, la parte sindacale ha sancito con l’azienda l’impegno a costituire altri due poli del contact center, attualmente presente a Modena con 15 lavoratori. Questi profili presto arriveranno a 115, di cui 30 in Sardegna e 25 in Campania.
«Si tratta – spiegano i sindacati – comunque di un accordo quadro, che verrà definito nel dettaglio in altri successivi confronti e che sarà presentato ai lavoratori a settembre, durante le assemblee. Territorialmente su Modena l’impatto, di quello che è comunque un piano industriale innovativo e pesante, siamo certi sarà minimo».
Fonte: Gazzetta di Modena