L’Accordo Quadro: un utile strumento per gestire le ricadute del Piano Industriale 2015-2017
Dopo una difficile trattativa che ci ha visti impegnati per oltre tre mesi, alle ore 16.30 del 14 agosto si è concluso con la sottoscrizione dell’Accordo Quadro il lungo e duro confronto con la Capo Gruppo.
In tale accordo sono state stabilite le condizioni di accesso all’esodo (per coloro che matureranno i requisiti pensionistici in arco piano), gli incentivi e le condizioni per l’adesione al fondo esuberi, le regole ed i sostegni economici per i lavoratori per i quali non sarà possibile evitare la mobilità territoriale e/o professionale.
Il comunicato unitario che troverete qui di seguito riassume in maniera esauriente tutte le previsioni dell’accordo; qui ci limiteremo ad illustrarvi le questioni e le novità più rilevanti ed a dare una prima valutazione dell’accordo raggiunto.
Manifestiamo, innanzitutto, grande soddisfazione per essere riusciti ad allocare nei territori più disagiati una serie di attività, che consentiranno di attenuare le ricadute occupazionali negative, in particolare in Sardegna e Campania; questo risultato deve essere apprezzato alla luce delle contrarie previsioni del Piano Industriale, ribadite da BPER a più riprese nel corso del confronto.
Tale vera e propria conquista ci ha consentito anche di intervenire sui tetti numerici territoriali di accesso all’esodo previsti da BPER per raggiungere l’obiettivo di 316 previsto dal Piano; per stabilire il tetto massimo di adesione territorio per territorio, abbiamo, infatti, applicato in ciascuno di essi la medesima percentuale, utilizzando i resti per consentire l’accesso al fondo nelle zone con maggiori esuberi “organizzativi”.
Il combinato disposto dell’allocazione delle attività e della nuova distribuzione dei tetti ci consentirà, da un lato, di offrire opportunità di accesso al fondo omogenee in tutti i territori (compresi quelli nei quali il Gruppo BPER prevedeva di consentire l’acceso a pochissimi colleghi) e, dall’altro, di ridurre al massimo la mobilità territoriale, comunque inevitabile in un Piano Industriale che prevede, tra l’altro, ristrutturazioni di servizi e uffici, riduzione del numero di sportelli e riorganizzazione della rete distributiva.
Vista la base di partenza della controparte, che prevedeva di riconoscere importi nettamente inferiori, risultato non trascurabile è rappresentato anche dal fatto che ai lavoratori in mobilità territoriale sarà assicurato in pratica lo stesso trattamento previsto nell’accordo quadro del precedente piano industriale.
In tema di mobilità è opportuno sottolineare che abbiamo fissato – ciò che costituisce un’importante e positiva novità rispetto agli accordi precedenti – regole finalizzate a stabilire un minimo di certezze e di garanzie, accompagnate da un incentivo economico per i colleghi che si proporranno volontariamente per il trasferimento in territori nei quali si presentino necessità; ciò, oltre che offrire opportunità di crescita professionale ai colleghi interessati, rappresenterà uno strumento utile anche per ridurre la mobilità territoriale non volontaria.
In tema di mobilità è necessario ancora rammentare che abbiamo strappato alla controparte l’impegno di concludere, entro il 2015, un accordo che riguardi il pendolarismo nell’intero territorio nazionale; accordo ormai indispensabile anche per omogeneizzare i trattamenti che – per effetto della sovrapposizione delle normative esistenti nelle Aziende tempo per tempo incorporate – sono ancora estremamente differenziate.
Nel testo concordato sono state inserite previsioni che rendano compatibili gli obiettivi aziendali di contenimento dei costi (il Piano Industriale prevede una riduzione strutturale del costo per il Personale di 56 milioni di euro al 31 12 2017), con il miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori mediante strumenti che consentano di contemperare i tempi di vita e quelli di lavoro.
Abbiamo, pertanto, inserito norme che rendano più facile l’accesso al part time (sottraendolo nei limiti del possibile alla discrezionalità aziendale) e che consentano la proroga automatica (salvo casi eccezionali che saranno oggetto di confronto a livello di Gruppo) dei part time in essere. Alle stesse esigenze risponde la previsione di mettere a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori una riduzione oraria pari a 22 mila giornate di lavoro (11 mila nel 2016 ed 11 mila nel 2017). Il regolamento di accesso a tale istituto sarà concordato tra le parti entro la fine del corrente anno. Nel ribadire che la riduzione oraria sarà esclusivamente volontaria, precisiamo che – per coloro che ne richiederanno l’applicazione – è previsto il pagamento del 60% delle ore non lavorate (a carico della parte ordinaria del Fondo di Solidarietà) ed il riconoscimento dell’intera contribuzione.
Si può affermare sinteticamente che, nel permettere il contenimento dei costi previsto dal Piano Industriale, abbiamo sempre perseguito la salvaguardia dei diritti dei dipendenti, come, ad esempio, quello di godere delle ferie previste, della banca ore e delle festività soppresse, comprese quelle pregresse. Abbiamo, infatti, convenuto periodi entro i quali i dipendenti ne devono fruire, impegnando le Aziende a porre in essere tutti gli strumenti necessari a tale fruizione e respingendo il progetto di BPER secondo il quale, al termine del periodo previsto per il recupero, non avrebbe più monetizzato.
Siamo convinti che le previsioni concordate rappresentano un utile sistema di garanzie e di tutele per gestire le ricadute del Piano sul personale, ma siamo anche consapevoli che la realizzazione dei progetti previsti ed il governo concordato delle sue ricadute, sarà il risultato di un duro e lungo confronto, che ci vedrà impegnati sin dall’inizio di settembre.
Per far in modo che l’accordo quadro produca gli effetti positivi auspicati sarà indispensabile – oltre che verificarne tempo per tempo l’applicazione – vigilare con costante attenzione che la progressiva realizzazione delle riorganizzazioni previste, sia effettivamente e concretamente orientata al miglioramento dell’efficienza e delle condizioni di lavoro.
Il Coordinamento FISAC/CGIL di BPER: GRUPPO