“Banca Investis, l’Ex BIM – boutique finanziaria torinese, ha cambiato nome ma ciò non è risultato sufficiente per tranquillizzare i dipendenti sulle sorti future della Banca!
È ancora troppo vivo il ricordo della riorganizzazione lacrime e sangue del 2019 che ha portato alla fuoriuscita di 130 colleghi e colleghe, grazie all’utilizzo, tramite accordo sindacale, dell’ammortizzatore sociale del settore” – dichiara Cinzia Borgia, Segretaria Generale Fisac Cgil Piemonte.
“L’azienda, rimasta in stand by durante la pandemia, oggi sferra un nuovo attacco ai suoi dipendenti creando le condizioni organizzative per creare disagio in termini di mobilità o di cambio mansione non giustificati, alimentando il dubbio che voglia nuovamente sforbiciare gli organici”.
La situazione di stallo e l’assenza di proficue relazioni industriali, ci porta alla mobilitazione.
Venerdì 9 settembre l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo Banca Investis, indetta dalle Organizzazioni Sindacali presenti in azienda (F.A.B.I e Fisac CGIL) ha approvato all’unanimità la dichiarazione dello stato di agitazione. Questo si articolerà in un percorso di mobilitazione immediato da attuarsi con tutti gli strumenti a disposizione: blocco delle relazioni industriali; rigoroso rispetto dell’orario individuale di lavoro con disconnessione dai dispositivi aziendali; organizzazione di presidi sindacali presso le sedi di Torino e Milano; proclamazione di una giornata di sciopero che si terrà nel rispetto della normativa prevista per il settore e quindi avviando la procedura del tentativo di conciliazione in Abi.
Di seguito il comunicato:
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Milano, 20 settembre 2022
BANCA INVESTIS: È SCIOPERO!
Nella giornata di venerdì 9 settembre si è tenuta l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo Banca Investis, indetta dalle Organizzazioni Sindacali presenti in azienda (F.A.B.I e Fisac CGIL) alla luce di una serie di situazioni occorse nell’ultimo anno e di recenti decisioni aziendali in materia di politiche di gestione del personale, che hanno contribuito a minare il clima all’interno della società, destando serie preoccupazioni in merito alle motivazioni di tali scelte.
L’espressione di tali preoccupazioni è rappresentata dal risultato del confronto, acceso e partecipato, che ha portato all’approvazione all’unanimità dello stato di agitazione da parte dei dipendenti e delle dipendenti presenti in numero considerevole, al fine di evidenziare ai vertici aziendali la situazione di gravi criticità in cui quotidianamente si trovano ad agire ed i timori per la stabilità occupazionale ed il futuro della banca, che traggono la loro origine dalla storia recente di questa azienda, i cui riflessi sono ancora evidenti.
Lo stato di agitazione, così come deciso dall’assemblea, articolerà un percorso di mobilitazione immediato da attuarsi con tutti gli strumenti a disposizione:
♦ blocco delle relazioni industriali;
♦ rigoroso rispetto dell’orario individuale di lavoro con disconnessione dai dispositivi aziendali (sappiamo che spesso i colleghi sono spinti dalle mancanze di organico e organizzative di fatto a lavorare anche usciti dall’ufficio!);
♦ organizzazione di presidi sindacali presso le sedi di Torino e Milano;
♦ proclamazione di una giornata di sciopero che si terrà nel rispetto della normativa prevista per il settore e quindi avviando la procedura del tentativo di conciliazione in Abi.
Nel novembre del 2019 il Gruppo Banca Investis (allora Gruppo Banca Intermobiliare) ha siglato un accordo (come normato dal CCNL di settore) con tutte le organizzazioni sindacali relativo ad una procedura che prevedeva ricadute occupazionali importanti in conseguenza di un’operazione di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale.
L’accordo aveva l’obiettivo di mitigare una situazione traumatica con il ricorso agli strumenti di settore, permettendo così la gestione di dimissioni volontarie incentivate di 130 dipendenti (su di una platea di 421 dipendenti) e la conseguente chiusura di una procedura ex art. 4 e 24 della Legge n ° 223/1991 sui licenziamenti collettivi.
A seguito di ciò il Gruppo BIM ha potuto dar corso al piano industriale 2019-2024, consentendo all’azienda, grazie al contributo di lavoratori e lavoratrici, di ritornare nel 2021 a un utile di esercizio che mancava dal 2013, nonostante la profonda riorganizzazione che, comportando un drastico taglio occupazionale, ha avuto un evidente impatto sull’organico esistente, decimandolo e rendendolo soggetto a repentine ricollocazioni interne, al fine di colmare nuove necessità aziendali, in un contesto aggravato dall’emergenza sanitaria.
Ed è proprio a fronte di simili risultati, frutto di un lavoro collettivo, che appare poco comprensibile e preoccupante la scelta aziendale, rappresentata alle OO.SS. dai delegati aziendali deputati alle relazioni sindacali, di una totale chiusura e diniego di fronte a tutte le richieste volte a mitigare le conseguenze sui lavoratori dell’ Accordo del 2019 (che prevedeva anche il trasferimento di un numero cospicuo di lavoratori dalla sede di Torino a quella di Milano), o a concedere istituti previsti dalla contrattazione di settore o da iniziative legislative del periodo.
Come giustificare l’iniziativa aziendale di dar corso, ad aprile del 2022, con un preavviso a dir poco risibile, al trasferimento di 35 lavoratori da Torino a Milano, seppure in un contesto di perdurante attenzione alla situazione pandemica?
Per quale ragione, l’applicazione del lavoro agile, che come evidenziato dai risultati ha visto il coinvolgimento e l’impegno dei lavoratori negli anni della pandemia, non viene considerato da Banca Investis un utile strumento per gestire questa ed altre situazioni di difficoltà? Quale la motivazione di tale diniego, giustificato con la sola volontà aziendale di avere tutti i dipendenti in presenza?
La mancata attenzione al clima aziendale, con il fermo a qualsiasi richiesta avanzata dai rappresentanti sindacali, la carenza di organico, la pessima qualità delle relazioni sindacali, l’assenza di chiare politiche di investimento su risorse e occupazione, il repentino turn over fra i delegati alla gestione delle risorse umane, la lenta emorragia di personale, hanno portato gli organismi sindacali e i lavoratori a domandarsi quali siano le reali intenzioni di Banca Investis in merito alla tematica occupazionale e al futuro dell’azienda.
Investire sulle persone è fondamentale per il benessere stesso dell’azienda, laddove non accade, i timori prendono concretezza. Il sospetto che l’Azienda nel 2019 intendesse licenziare un numero superiore di colleghi, rispetto ai 130 fuoriusciti con l’accordo, rimane un dubbio che il comportamento aziendale non riesce a fugare.
La pandemia, probabilmente, ha bloccato questo piano, cosicché oggi il diniego a ragionare sull’opportunità di disporre comunque i trasferimenti o almeno sulla possibilità di mitigarne il disagio attraverso l’utilizzo dello smart working, ci porta a ritenere fondato il dubbio che l’azienda desideri nuovamente realizzare una riduzione di organico: per noi questi trasferimenti sono licenziamenti mascherati!
Dichiarare lo stato di agitazione e proclamare lo sciopero è quindi ad oggi l’unica possibilità da poter agire per evidenziare la reale situazione interna alla ricerca di chiare risposte e soluzioni per porvi rimedio.
Rappresentanti Sindacali Aziendali del Gruppo Banca Investis Fabi e Fisac/Cgil
Le strutture territoriali FABI – FISAC/CGIL di Torino e Milano