Allianz e le tre questioni di Trieste: stabilizzazioni, Fondo di solidarietà e orario

3 - Fisac Cgil

Come riportato anche dalle principali testate giornalistiche, Trieste sta vivendo in questo periodo una grossa crisi industriale e manifatturiera che coinvolge le realtà produttive di Flex, Principe, Wärtsilä (vicenda di estrema attualità e gravità) e che potrebbe estendersi anche alla Tirso, dopo che, solo negli ultimi anni, ha già perso attività ed addetti in grosse realtà (ad esempio Ferriera, Colombin, Sertubi). A tale situazione di contrazione e di crisi del settore industriale è abbinata una diminuzione lenta e inesorabile nella Pubblica Amministrazione.

In quanto Sindacati Confederali, chiamati pertanto ad una visione d’insieme del quadro economico e sociale della realtà e del territorio in cui viviamo, siamo particolarmente sensibili al tema del lavoro e dell’occupazione e preoccupati per un contesto in cui il “buon lavoro”, il “lavoro di qualità”, la “buona occupazione” stanno diminuendo nella nostra città.

Del resto, la collettività triestina sta provando, forse per la prima volta con modalità così impattanti sulla nostra comunità, cosa vuol dire vedere realtà di primaria importanza italiana, europea, se non mondiale, compresi i due principali Gruppi assicurativi presenti a Trieste, non essere più in costante espansione.

In questo scenario, a nostro giudizio, è fortemente auspicabile che Allianz contribuisca con lungimiranza allo sviluppo del nostro territorio che ospita una sua importante sede direzionale creandovi nuova occupazione.

In concreto, le Organizzazioni Sindacali Confederali della Sede di Trieste chiedono l’implementazione di attività qualitativamente e quantitativamente significative, alla luce anche della cultura e della storia assicurativa che contraddistinguono da quasi due secoli la città, ed in nome di una realtà universitaria di eccellenza da sempre propedeutica all’attività assicurativa in senso stretto.

Quando fummo informati della decisione di trasferire la sede legale del Gruppo da Trieste a Milano, ci fu garantito che in cambio sarebbero arrivate attività di spessore: sono forse arrivate??

Per il mondo del lavoro di Trieste, una sponsorizzazione sportiva ed un supporto economico ad una importante istituzione culturale, non corrispondono al valore delle promesse fatte e, pertanto, sono palesemente insufficienti.

Negli ultimi due anni, a causa della pandemia SARS-CoV-2 (COVID 19), anche i dipendenti del Gruppo Allianz sono stati costretti a lavorare da casa a salvaguardia della loro salute. Il personale ha garantito un’elevata produttività grazie anche ad una operatività che è andata spesso al di là delle norme fissate dal CCNL e dal CIA, anche se pregiudizievole verso la tenuta delle regole previste dai contratti collettivi di lavoro.

Nel frattempo ha avuto grande impulso l’adesione ai bandi di accesso allo smart working (in base all’accordo sottoscritto da azienda e organizzazioni sindacali il 27/07/2017) che, ad oggi, coinvolge circa il 70% del personale. Questa modalità lavorativa, in aggiunta alle uscite per pensionamento o per prepensionamento (Fondo di Solidarietà), ha determinato lo svuotamento e il non utilizzo di due ali su quattro del palazzo di Largo Irneri.

La prospettiva della piazza triestina nei prossimi anni, a causa della digitalizzazione spinta e al costante ricorso al Fondo di Solidarietà, è di un lento ma inesorabile calo di occupati.

Pertanto riteniamo nostro dovere, nello scenario aziendale appena descritto, porre ad Allianz una domanda: come si può sostenere l’attività del Polo Triestino garantendo la qualità dei servizi da questo offerti, se non vengono fatte iniezioni di forza lavoro nuova?

Come Sindacati Confederali, con tutto il peso politico di una rappresentanza del mondo del lavoro di milioni di lavoratrici e lavoratori, siamo chiamati a sostenere sempre la difesa dei diritti dei lavoratori, nel rispetto dei doveri che ogni lavoratore deve avere nei confronti del datore di lavoro, ma abbiamo anche il compito di richiamare le aziende a porre attenzione ed agire la Responsabilità Sociale d’Impresa.

Noi vogliamo continuare a svolgere il nostro ruolo, la nostra “mission”: garantire occupazione, occupazione di qualità, garantire diritti, difendere chi è più debole.

Siamo pronti a mettere mano ad accordi e clausole che, sottoscritti in passato, vedono ora tutta la loro limitatezza alla luce dell’evolversi della tecnologia, delle esigenze di vita dei lavoratori, che con il passare del tempo sono cambiate.

Nell’immediato, a Trieste, tre questioni si pongono allo stesso tempo urgenti e importanti:

  1. Auspichiamo la stabilizzazione dei lavoratori che operano da anni nelle società di servizi somministrati e di consulenza presso la sede triestina di Allianz, in concomitanza al passaggio in Allianz Technology (progetto “Gearshift”) di 220 dipendenti di Allianz.
  2. Crediamo fondamentale affrontare i problemi di organico, conseguenti anche all’accesso al Fondo di Solidarietà.
  3. Confidiamo nella volontà di Allianz di affrontare le criticità che coinvolgono alcune/i colleghe/i con orario di lavoro ridotto, emerse negli ultimi mesi, attraverso un approccio tempestivo e risolutivo, con la messa in pratica delle tanto decantate teorie relative all’equilibrio vita/lavoro.

Resta confermata, da parte delle scriventi Organizzazioni Sindacali Confederali della Sede di Trieste, in accordo con i Coordinamenti Confederali di Gruppo Allianz, la disponibilità al confronto, a individuare soluzioni, ma anche a verificare il valore delle azioni intraprese.

Il Sindacato Confederale c’è!

Le RSA del Gruppo Allianz
Sede di Trieste
FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA

Trieste, 6 settembre 2022

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