BPER, trasformazione ma con calma; i sindacati scrivono alle popolari
Cambio di statuto? Una cosa alla volta. È quello che ha fatto intendere l’ad Banca Popolare dell’Emilia Romagna Alessandro Vandelli, che riguardo alla trasformazione in Spa dell’istituto non vuole spingere il piede sull’acceleratore: “Da aprile a ottobre si potrà vedere, prima di aprile non credo” ha dichiarato a margine dell’esecutivo Abi di Milano.
Sulla metamorfosi in società per azioni, obbligatoria per legge entro 18 mesi dal decreto (quindi entro fine 2016),
non ci saranno dunque cambiamenti prima dell’assemblea di bilancio di Bper in programma ad aprile.
Il primo fattore a cui porre attenzione in vista del graduale cambiamento di pelle sarà lo Srep, il processo di revisione e valutazione prudenziale sulle banche sotto l’occhio vigile della Bce: “Siamo sereni da questo punto di vista ma è sicuramente un tema – ha aggiunto Vandelli a tal riguardo – quindi ci vorranno ancora un po’ di mesi prima di vedere qualcosa di significativo”.
Nessuna preferenza, almeno non a microfoni accesi, sull’aggregazione con altri istituti: “Non ho shortlist su possibili partner. Siamo ancora in una fase molto interlocutoria, di conversazioni e confronti”, ha spiegato l’ad della banca emiliana.
I nomi dei candidati alla fusione con Bper restano quindi gli stessi: si parla di Credito Valtellinese, la Popolare
di Sondrio, Carige e BPM mentre sembrano essere sfumate le potenziali nozze con Veneto Banca.
Le “istruzioni all’uso” dei sindacati
Sempre sul fronte della trasformazione in Spa, Vandelli è uno dei destinatari dell’ultima lettera firmata dai sindacati bancari e inviata a presidenti e amministratori di dieci istituti popolari d’Italia.
“Vi chiediamo – si legge nella missiva firmata dai sindacati – di prevedere nella futura struttura societaria, in coerenza con l’impianto di governance che sarà posto in essere nei vostri istituti, forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso propri rappresentanti”.
Il rischio rappresentato dal nuovo assetto delle popolari, secondo i sindacati, è quello di “cedere alla tentazione di una massimizzazione dei profitti a breve termine attraverso il mero taglio dei costi e la riduzione del personale”.