Al via l’operazione Bper – Carige

Al via l’operazione Bper – Carige

29 luglio 2022


Si è svolto ieri mattina, alla presenza  dei  Segretari  nazionali,  l’incontro  tra  il  gruppo  Bper (rappresentato dal CHR dott. Corni) e le delegazioni sindacali di Gruppo allargate a quelle Carige. La discussione ha riguardato l’informativa trasmessa il 27 luglio alle OO.SS. relativa alle prossime operazioni straordinarie, già annunciate nella presentazione del piano industriale 2022-2025 lo scorso 10 giugno, a partire dall’incorporazione del Gruppo Carige.

Abbiamo sempre trovato ingiuste e ciniche le logiche che sottostanno ai processi del nostro settore. Le cessioni di ramo d’azienda sono in assoluto le più odiose. Va avanti così da anni, da troppo tempo. Si cedono rami d’azienda indebolendo la categoria e dividendo le persone, si chiudono filiali abbandonando comunità e territori, si rinuncia ad attività e funzioni che dovrebbero essere garantite per dare un senso più alto – oltre agli utili e al profitto – al ruolo delle banche riducendo così il lavoro a mero algoritmo slegato dai bisogni reali delle persone.

A tutte le persone coinvolte dalle cessioni, vogliamo far sapere che la nostra organizzazione c’è e ci sarà sempre.

Nei loro interventi, i Segretari nazionali hanno anzitutto richiesto di estendere a Carige l’accordo sulle politiche commerciali firmato in Bper. Le pressioni commerciali colpiscono  in  modo crescente  tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori: il deterioramento del clima aziendale e della qualità del lavoro, nella discussione collettiva, sopravanzano ogni altra questione. Durante questo periodo  di  inevitabile  confusione,  colleghe  e  colleghi  hanno bisogno di una riduzione delle attese commerciali e l’accordo firmato nel Gruppo Bper, pur non essendo certamente risolutivo del problema, contiene importanti elementi di tutela.

Tra poche settimane, diverse persone passeranno a un sistema informatico nuovo (con notevoli problemi  di  efficienza)  e  a  una  organizzazione  del  lavoro  differente.  Inoltre, chi lavora nelle agenzie cedute al Banco di Desio sarà sottoposto a due migrazioni; a tal proposito, abbiamo chiesto alla banca di adoperarsi per lenire le oggettive difficoltà che la situazione comporterà, con particolare riferimento al doppio lavoro di allineamento che andrà effettuato e all’impegno necessario  per  imparare  in  meno  di 6 mesi le procedure di due banche. Questa situazione complessa genererà di per sé livelli di stress elevati, cui non dovranno aggiungersi parossismi commerciali.

Un’altra questione importante è legata al regolare, implacabile e immancabile taglio delle filiali che accompagna queste operazioni. Sarebbe auspicabile conoscere i criteri che hanno determinato la scelta delle filiali da cedere a Banco Desio e di quelle da chiudere.

Nella lettera di apertura procedura vi è un generico riferimento alla “sovrapposizione territoriale”, che purtroppo conosciamo bene nelle passate interpretazioni del Gruppo Bper (tradotto: interi territori lasciati scoperti).  

Bper, che si appresta a diventare il terzo gruppo bancario italiano, non sembra avere nessuna premura di rispettare il dettato costituzionale, a proposito del ruolo delle banche in termini di tutela del credito e del risparmio. L’impegno sindacale sarà anche quello di combattere con tutti gli strumenti possibili la tendenza a desertificare le piazze (in particolare quelle più fragili), scelta cui consegue peraltro una crescente mobilità territoriale dei lavoratori. Aver ricevuto a fine luglio la  comunicazione  di  avvio  di  una  procedura  che  scade  formalmente dopo 50 giorni non è rassicurante.  Non  lo  è  nemmeno  leggere contemporaneamente che un giudice ha sospeso l’operatività del nuovo CdA Carige.  

A  completare  un quadro di scarsa serenità, lavoratrici e lavoratori sono lasciati all’oscuro sul come verranno impostate importanti operazioni di riduzione dei rischi annunciate, ma ostinatamente tenute ancora vaghe: le persone vogliono sapere se rimarranno in azienda o se verranno cedute. In questo senso, le rassicurazioni ricevute oggi sono state alquanto nebulose.  

Tutto  questo  accade  alla  vigilia  della  discussione  sulla  piattaforma  di  rinnovo  del contratto nazionale, in cui l’esplicitazione di un rafforzamento dell’area contrattuale del credito appare decisamente in contrasto con questa tipologia di operazioni.  

L’ormai prossimo “conversion weekend” è dunque vissuto con comprensibile ansia e l’esperienza pregressa ci ha insegnato che è molto importante rafforzare la presenza di addestratori: nella fusione con Ubi c’era l’aggravante della fase pandemica, al netto della quale però molte cose non hanno funzionato ben oltre l’immaginabile periodo di transizione iniziale.  

Sulle strutture centrali (in particolare sulla sede Carige  di  Genova),  c’è  indubbiamente  un problema di attività da assegnare che il Gruppo Bper afferma  di  voler  gestire  spostando lavorazioni. L’azienda ha dichiarato che non è loro intenzione effettuare trasferimenti massivi di colleghe e colleghi, ma vi sarà inevitabilmente mobilità professionale. I nuovi progetti come quello  della  blue  economy  non  potranno  assorbire  tutto  il  personale  che  si  troverà  in una situazione di necessario ricambio funzionale, per questo è necessario pensare alla creazione di ulteriori strutture avanzate e qualificate.  

 Sulle numeriche di uscita, le 2300 “correnti” sono formate dalle 1100 che la manovra sugli esodi ha già previsto con il ricorso al Fondo, più circa 600 lavoratori somministrati non confermati; questo fa parte dell’accordo chiuso in Bper a dicembre 2021. Intesa San Paolo e Carige hanno siglato a loro volta accordi aziendali che riguardano l’uscita di circa 300 risorse ciascuno. A fronte di questi numeri in uscita, vi sono anche quote di assunzioni già concordate. L’azienda programma (ancora una volta in maniera molto generica, soprattutto nella descrizione delle modalità)  di  poter  ridurre  ulteriormente  il  personale  Bper  in  arco  piano,  fino  ad  arrivare  a complessive 3300 uscite. Peraltro è stata confermata la reinternalizzazione – su base volontaria – di coloro che sono stati ceduti da Carige nel 2018 nel settore IT.  

La delegazione Fisac CGIL è pronta: le strutture Bper, Carige e Desio sono in contatto e a lavoro insieme fin da principio.  


Coordinamenti Fisac Cgil Gruppo BPER – Fisac Cgil Gruppo Carige
  

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