È di questi giorni il report aziendale che ci informa dei 375 colleghi attualmente in malattia per Covid.
Una pandemia che non finisce e che dura ormai da oltre due anni, ha colpito anche chi, come i bancari, non si è mai fermato ed è rimasto in prima fila.
Il contagio, quando avviene sul posto di lavoro è un infortunio. E, se da un lato non è semplice dimostrare dove sia avvenuto il contagio, dall’altro non si può non tener conto del fatto che in limitati casi i postumi possono essere importanti. Il Covid può avere conseguenze, a volte gravi e prolungate nel tempo, anche se si torna negativi. È il cosiddetto long Covid, di cui si sa ancora molto poco, ma che di fatto può portare ad ulteriori periodi di riposo a casa.
Si ha tempo fino a tre anni dal momento del contagio per aprire una pratica Inail di infortunio, anche avvalendosi del Patronato Inca della Cgil.
Alcuni elementi a supporto di un eventuale infortunio potrebbero essere costituiti da:
- contemporaneo contagio in ufficio/filiale di più di un collega;
- scarso rispetto delle disposizioni aziendali in merito all’uso della mascherina, al distanziamento, all’igiene delle mani, ecc.;
- utilizzo di postazioni da parte di più lavoratori, anche in breve successione temporale;
- utilizzo di strumentazione di lavoro da parte di più lavoratori (es.tastiera PC, telefono fisso), anche in momenti diversi durante la giornata, in occasione di sostituzioni, avvicendamenti dettati da emergenze operative o contingenti;
- contatti stretti con personale itinerante o clienti (colloqui senza mascherina, utilizzo stessa postazione, ecc.);
- ulteriori casistiche specifiche anche collegate al tragitto casa-lavoro.
Il Covid contratto in occasione di lavoro, dicevamo, è un infortunio non una semplice malattia. I giorni di assenza sono compresi nel periodo di comporto, cioè il tempo durante il quale, se assenti per malattia o per infortunio, il lavoratore ha diritto a conservare il posto di lavoro.
Quando tale periodo di assenza viene superato è concreto il rischio di licenziamento per giusta causa da parte del datore di lavoro. La durata del comporto dipende dall’anzianità maturata: parte da 6 mesi con un’anzianità fino a 5 anni e arriva a 22 mesi se si superano i 25 anni di anzianità, con implementazioni per alcune casistiche.
In caso di denuncia di infortunio sul lavoro, l’Inail si farà carico della maggior parte delle spese fino a quando viene dimostrata l’inabilità temporanea al lavoro.
Gli effetti postumi possono essere di diverso tipo: psicologici oltre che fisici, di natura cardiaca piuttosto che respiratoria. Anche cronici. Se il lavoratore non ha denunciato all’inizio il Covid come infortunio sul lavoro, perderà la possibilità di vederseli riconosciuti.
ll suggerimento, per chiunque voglia denunciare l’infortunio sul lavoro, sia che si contagi adesso, sia che abbia avuto il Covid dal 2020 a oggi, è quello di rivolgersi all’ufficio più vicino del Patronato Inca Cgil.
E’ attivo questo indirizzo e-mail: tutela.covid@inca.it, una mail gestita direttamente dall’Inca Cgil nazionale.
Rivolgiti al tuo rappresentante sindacale di riferimento per necessità/chiarimenti e per contattare il Patronato della tua città.
25 luglio 2022
Fisac Cgil di Bperbanca