dal sito /www.anpi.it
26 Luglio 2022
Il commento del Presidente nazionale ANPI allo straordinario esito delle oltre 150 pastasciutte antifasciste svoltesi ieri 25 luglio in tutta Italia
Difficile fare il conto di quanti piatti di pastasciutta sono stati serviti ieri nei 150 e passa luoghi dove si è ricordato il 25 luglio e la caduta di Mussolini. Ancora più difficile, ma molto più importante, calcolare quante iscritte e iscritti all’Anpi si sono impegnati per cucinare, preparare, servire ai tavoli. Una vera e propria comunità di affetti, di pensiero e di lavoro che ha creato una più ampia comunità, quelle decine e decine di migliaia di persone che hanno trascorso una serata diversa, sociale e solidale, perché cenare insieme in una speciale circostanza vuol dire vivere collettivamente appartenenza, memoria e speranza.
Dunque, una serata di serenità, spesso accompagnata dalle note di un’orchestra o dalle voci di un coro, in un tempo asfissiato dai demoni della preoccupazione, della tristezza e della solitudine. Anno dopo anno, ed in particolare ieri, la “pastasciutta antifascista” si è affermata come una piccola stella nel grande universo simbolico della Resistenza, e così è diventata un rito laico, razionale e positivo in quel “fare unione” che, a ben vedere, era ieri la missione dei Comitati di Liberazione Nazionale ed è oggi la cifra del lavoro quotidiano dell’Anpi.
Quest’anno la “serata della pastasciutta” è stata dedicata alla pace, mentre infuriano i bombardamenti in Ucraina e si inasprisce la tensione militare ed economica fra l’Unione Europea e la Russia. Per questo ieri in tante città, durante la cena, è stato presentato l’appello che l’Anpi, l’Arci, il Movimento Europeo, la Rete per la pace e il disarmo, il direttore del quotidiano cattolico “l’Avvenire”, hanno rivolto al governo italiano e all’UE perché si facciano portatori di un impegno diplomatico per il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe russe d’occupazione, un ragionevole negoziato, l’invio di forze di interposizione delle Nazioni Unite e la proposizione di una conferenza internazionale di pace che garantisca la sicurezza di tutti i Paesi europei su entrambi i fronti. Una goccia sulla pietra? Forse. Ma, come si sa, col tempo la goccia scava la pietra.
Ecco la buona ragione per cui si è dedicato questo appuntamento alla trattativa, e cioè alla ricerca assoluta e irreversibile di una via per far cessare la guerra che sta distruggendo l’Ucraina e dissestando l’Europa. Ancora una volta l’Anpi ha manifestato la sua forza tranquilla e la sua vocazione unitaria e comunitaria. Ancora una volta tante compagne e compagni hanno dimostrato, con la loro passione, la loro saggezza e il lavoro volontario, cos’è l’Anpi. Perché ci sono le compagne e i compagni dell’Anpi. Ma più ancora c’è l’Anpi delle compagne e dei compagni.
Gianfranco Pagliarulo