Modena, tenta di estorcere 4 milioni di euro ai vertici della BPER
I Carabinieri del Reparto Operativo hanno arrestato l’imprenditore Claudio Terruzzi, 61 anni, residente in provincia di Parma. Ha tentato la maxi estorsione spacciandosi per “falange armata contro le banche”
MODENA. I Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo hanno arrestato in esecuzione di decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Modena l’imprenditore Claudio Terruzzi,61 anni , residente in provincia di Parma, per tentata estorsione aggravata continuata operata dallo stesso nei confronti dei vertici della “Banca Popolare dell’Emilia Romagna”.
Il Terruzzi, mediante lettere intimidatorie contenenti esplicite minacce di morte a firma di un fantomatico gruppo criminale denominato “falange armata contro le banche” e telefonate dirette anche ai familiari dei destinatari, aveva, a partire dal mese di settembre scorso, preteso la consegna di quattro milioni di euro, a titolo di risarcimento per presunte vessazioni subite dai risparmiatori ad opera del sistema bancario.
Le indagini,dei Carabinieri di Modena e coordinate dalla Procura di Modena a seguito delle denunce sporte dalle vittime, consentivano di identificare l’autore degli scritti e delle chiamate estorsive nel citato imprenditore il quale, a causa del dissesto finanziario della società di servizi (oggi fallita) della quale era amministratore, si era trovato nell’impossibilità di far fronte al pagamento delle rate relative ad alcuni mutui accesi presso una filiale proprio della stessa “Bper Banca” per l’ammontare di oltre 300.000,00 euro, con conseguente pignoramento di alcuni immobili di proprietà della sua famiglia.
Le perquisizioni effettuate sulla sua vettura, a casa ed in ufficio permettevano rinvenire disponibilità del Terruzzi nuove lettere estorsive non ancora recapitate ed indirizzate anche ad altri consiglieri del medesimo gruppo bancario, fotografie ed annotazioni riportanti orari relativi agli spostamenti delle vittime e dei loro familiari, nonchè schede telefoniche, computer e vari supporti informatici che sono stati quindi sequestrati.
Durante le indagini il Terruzzi, che pur essendo incensurato annovera precedenti di polizia per truffe, si era spinto fino al punto non solo ad effettuare chiamate anonime da cabine telefoniche per non essere rintracciato ma addirittura, dimostrando notevole pericolosità, veniva seguito e ripreso dai CC mentre effettuava appostamenti e pedinamenti nei pressi delle abitazioni e dei luoghi di lavoro delle vittima e dei loro famigliari.
Il fermato è stato tradotto sabato al S. Anna in attesa del giudizio di convalida del provvedimento di fermo che si è svolto nella mattinata odierna: il GIP ha confermato l’impianto accusatorio ed ha disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Fonte: Gazzetta di Modena