da Repubblica, di Maurizio Bologni – È la società della Regione Toscana che si occupa di controllo di ammissibilità, pagamento e gestione delle domande di finanziamento previste dai fondi strutturali europei. E si ritiene che questa società, Sviluppo Toscana, possa avere un ruolo analogo anche nella gestione dei fondi del Pnrr, tanto che la Regione ne ha previsto un potenziamento.
Ma Sviluppo Toscana, società in house della Regione che dovrebbe ereditare personale e competenze anche da Fidi Toscana, è in stallo. Così sostiene il sindacato. «In situazione di ristagno », precisa il segretario regionale della Fisac Cgil Daniele Quiriconi: contratti di lavoro a termine che alla scadenza non vengono rinnovati, un amministratore unico in uscita – è in prorogatio e non può essere rinnovato – un piano industriale in cantiere a cui non si sa bene chi debba mettere mano. Situazione di incertezza che fa avanti da mesi e riguarda l’intera riordino della finanza regionale.
«La Regione – ricordano Fisac Cgil e First Cisl – ha varato un piano per il riordino delle partecipate che, oltre alla cessione ai privati del controllo di Fidi Toscana, prevede il rafforzamento societario di attività e di personale di Sviluppo Toscana, 75 dipendenti, sedi a Firenze, Livorno, Massa, Piombino. In attesa della definizione dei piani industriali delle società e, per quel che riguarda Sviluppo Toscana del rinnovo degli organisocietari, giungono a scadenza i contratti a termine di dieci lavoratori (alcuni, tre, sono già scaduti), si aprono numerosi e incomprensibili procedimenti disciplinari, con deterioramento del clima interno tale da portare a tre uscite per dimissioni negli ultimi due anni.
Ad alcuni addetti – sostiene il sindacato – sono state contestate le ore di recupero per uscite dal lavoro, inviate visite fiscali a raffica, iniziative che non giovano all’armonia delle relazioni». Il sindacato a fine maggio ha chiesto al presidente Giani e all’assessore Marras, «vista l’assoluta singolarità della situazione societaria » , un incontro urgente per discutere delle prospettive dell’azienda e « della sorte di lavoratori altamente professionalizzati che hanno svolto anni come precari e che non possono vedere interrotto il loro rapporto di lavoro in modo burocratico» . Ma l’incontro ancora non c’è stato.
La Regione ha invece fissato il calendario per il riordino della propria organizzazione finanziaria. Quanto a Sviluppo Toscana, è prevista entro l’anno l’acquisizione di tutte le azioni di Sici ( la sgr partecipata attualmente da Fidi Toscana che gestisce».fondi di investimento in private equity e mini bond) e al 31 agosto prossimo la «valutazione e approvazione del nuovo piano industriale da parte della Giunta regionale». Duro il sindacato. « Non si capisce, in questa situazione, con l’amministratore unico in uscita – dice Quiriconi chi dovrebbe redigere il piano industriale di Sviluppo Toscana che intreccia direttamente la riorganizzazione di Fidi Toscana. Su questo abbiamo ribadito la necessità di un incontro col presidente Giani. Su scelta strategica, tempi, modi e costi dell’intera operazione non possiamo che ribadire giudizio negativo».
Quanto a Fidi Toscana, entro febbraio 2023 è stabilito il termine per la cessione da parte della Regione del pacchetto di maggioranza della società ( il 28 giugno uscirà il bando per le manifestazioni d’interesse). Nel frattempo l’assemblea dei soci ha rinnovato il cda, confermando alla presidenza Lorenzo Petretto, ma dovrà reintegrare uno dei nuovi amministratori bocciato da Bankitalia per mancanza dei requisiti. « I “ pasticci” di questi giorni – dice Quiriconi – aggiungono ulteriore preoccupazione».