Oplà n°23 – Il premio variabile


NUOVO MODELLO OP: Il Leone e Ottaviano Pino, il cacciatore 2° pt


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Il caro O. P. ce la doveva mettere tutta, i cambiamenti climatici avevano spostato centinaia di contadini dai campi alle foreste, Marco era affamato più che mai e voleva conquistare più leonesse possibili, un vero leone alfa.
Ma si sa in un mondo che cambia alla velocità della luce Pino iniziò a guardarsi intorno: esistevano animali che offrivano la stessa protezione di Marco senza essere troppo esigenti ed incuranti delle fatiche dei poveri O.P qualsiasi?. Pino non trovava giusto ed etico che la cacciagione crescesse ma solo a vantaggio di Marco.
Un mattino Pino, d’accordo con la moglie, fece uscire Marco dal recinto con la scusa della solita ispezione mensile della Protezione Animali.. Intanto dissero a Marco che sarebbero tornati nel primo pomeriggio con il pranzo..
Invece i due, scaltramente andarono allo zoo del villaggio in procinto di essere dismesso per cercare un rimpiazzo per Marco…
L’Elefante? Troppo ingombrante però erbivoro.., la tigre: indomabile… il cavallo: troppo delicato, lo scimpanzé, non male ma… anche l’eleganza aveva la sua importanza.. e poi era troppo chiassoso.
Ad un certo punto videro appollaiato un bellissimo esemplare femmina di aquila reale, fu un amore a prima vista.
Dopo un momento di studio reciproco Pino e l’aquila sembrarono trovare una specie di reciproco rispetto ma anche l’affetto che era mancato con Marco.
Il custode condusse i nostri amici dal direttore che, una volta assicuratosi che il rapace era in buone mani, alieno’ il guardiano dei cieli e della terra al prezzo simbolico di 100 soldi.
Arrivarono a casa, Marco non era presente, probabilmente aveva avuto un appuntamento romantico protrattosi più del normale.
Marco mise in una gabbia il volatile anche se attraverso una catena avrebbe avuto un raggio di 10 mt dalla voliera. Così si era raccomandato il direttore dello zoo per il primo periodo.
Successivamente, l’acquila, grazie ad un periodo di addomesticamento avrebbe ottenuto la libertà pur riconoscendo nella grande gabbia fornita di alberi il posto ideale per una base sicura e magari un giorno il luogo per nidificare e mettere su famiglia…
Siamo portati a credere che Marco abbia intuito che doveva cercarsi altri padroni, e che forse qualche animale con caratteristiche più agili, minor peso e necessità almimentari più moderate avrebbe preso il suo posto.
Intanto si sarebbe preso una bella pausa nella foresta che nel cuore non aveva lasciato del tutto.
Ogni tanto le cose vanno bene, Pino e sua moglie avrebbero potuto pensare di catturare meno prede, diversificare il lavoro, in quel periodo di grandi mutamenti, pensare forse di vendere al mercato il surplus della selvaggina.. Oppure avrebbero rinforzato il pollaio.
Sicuramente davanti a loro c’era il presentimento di un futuro più lieto.

Pino Ottaviano Corrado

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