Il 5 maggio a Roma si è concluso il percorso organizzativo della FISAC/CGIL di Intesa Sanpaolo.
Come delegati abbiamo partecipato ai lavori in rappresentanza dei colleghi con contratto misto.
I lavori si sono conclusi con l’approvazione di un documento che stabilisce il programma di lavoro della FISAC per i prossimi anni. Un intero capitolo del documento è stato dedicato al lavoro misto.
La Fisac, che fin da subito da sola si è occupata di rappresentare i lavoratori misti in relazione al loro rapporto di lavora dipendente, in questa occasione ha fatto un significativo passo in avanti per rafforzare la rappresentanza anche degli aspetti del lavoro autonomo. Soprattutto per risolvere le pesanti contraddizioni di un lavoro che non è mai completamente dipendente, mai completamente autonomo, e che appesantisce e vincola l’attività con i clienti subordinandola a direttive, regolamenti bizantini che contraddicono lo spirito di un rapporto di promozione finanziaria e autonoma orientata al cliente.
In quest’ottica è stato inserito nel documento una dichiarazione specifica di impegno negoziale di tutta la FISAC che prevede che si chieda (o si torni a chiedere):
- che le assunzioni avvengano in località prossime a quelle di residenza abituale (questo oltre a evitare cambi di residenza molto disagevoli e onerosi, consentirebbe di svolgere l’attività autonoma all’interno del tessuto sociale ed economico di riferimento con evidenti benefici per l’espansione della propria attività e di conseguenza anche per la banca);
- di consentire lo svolgimento dell’attività autonoma all’interno di locali aziendali ben identificati e diffusi sul territorio, poiché molti clienti pur apprezzando la gestione di un consulente personale, non gradiscono ricevere le consulenze presso il proprio domicilio;
- di consentire l’utilizzo dei marchi di ISP per la promozione della propria attività libero professionale attraverso i propri canali;
- di autorizzare politiche di pricing da gestire in autonomia in relazione ai propri clienti.
In questo modo la nostra voce è finalmente diventata patrimonio comune e condiviso da tutta l’organizzazione e siamo determinati ad insistere presso l’azienda per far accogliere le nostre richieste.