Per “cambiamenti climatici” si intendono le variazioni a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici. Queste variazioni possono avvenire in maniera naturale; tuttavia, a partire dal 19° secolo, le attività umane sono state il fattore principale all’origine dei cambiamenti climatici, imputabili essenzialmente alla combustione di combustibili fossili (come il carbone, il petrolio e il gas) che produce gas che trattengono il calore.
Gli investitori Istituzionali, ed i Fondi Pensione in particolare, rivestono un ruolo fondamentale circa l’orientamento che debbono assumere le risorse investite.
L’enorme mole di risparmio previdenziale, che nel nostro paese supera i 200 miliardi, si sta orientando in maniera progressiva – anche a seguito di una sempre più pressante spinta normativa – verso investimenti con profili di sostenibilità sempre maggiori.
L’attenzione alla componente ambientale (la E di environment dell’acronimo ESG) nelle politiche di investimento dei Fondi è preponderante e rappresenta un buon auspicio per una più importante transizione ecologica e sostenibile degli emittenti e degli Stati.
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Investire in tempi di cambiamento climatico
I risparmiatori devono iniziare a contemplare questo rischio nella gestione del portafoglio.
Nonostante l’enorme crescita degli investimenti e degli impegni sul clima negli ultimi anni, è sempre più chiaro che è necessaria un’azione più rapida e diffusa. Nel suo ultimo rapporto l’Intergovernmental Panel on Climate Change ha avvertito che il tempo per intraprendere qualsiasi azione significativa per il clima si sta rapidamente esaurendo. Le emissioni mondiali devono dimezzarsi entro il 2030 e raggiungere l’obiettivo net-zero entro il 2050 per avere qualche possibilità di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C. È necessaria, dunque, la cooperazione globale tra i governi per affrontare questa minaccia, ma anche il settore privato e gli investitori possono fare la loro parte nel processo di transizione.
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Giornata Mondiale della Terra: che tipo di fondi stanno lanciando i gestori per proteggere il pianeta?
Dall’entrata in vigore del regolamento SFDR (10 marzo 2021), i gestori di fondi stanno ampliando la gamma di prodotti articolo e 8 e 9 a disposizione degli investitori in termini di asset class, esposizione al mercato, stile di investimento e temi. Secondo dati Morningstar, la maggiore innovazione si sta concentrando sull’azionario, l’asset class in cui stanno proliferando nuovi prodotti. Solo l’anno scorso sono stati lanciati 329 nuovi fondi articolo 8 e 9. Seguono le strategie a reddito fisso e i fondi misti, rispettivamente con 141 e 121 prodotti. I passivi hanno rappresentato il 14% di tutti i nuovi lanci dello scorso anno.
Mentre i fondi con un generico approccio ai fattori ESG e di sostenibilità hanno rappresentato la maggior parte delle nuove offerte articolo 8 e 9, i prodotti con un focus ambientale lanciati sono stati più di un quarto dei nuovi lanci. Di questi, l’87% (103 fondi) erano prodotti incentrati sul clima. “I fondi con un focus climatico permettono agli investitori di ridurre nei portafogli questo tipo di rischio e di ottenere un’esposizione alle aziende che beneficeranno o contribuiranno alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Ci aspettiamo che la gamma di opzioni per gli investitori attenti al clima continui a espandersi anche quest’anno” sottolineano da Morningstar.
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Giornata della Terra: ecco i più grandi fondi a impatto sul mercato
Negli ultimi anni, l’industria del risparmio gestito ha fatto passi in avanti significativi in tutti gli ambiti della cura e della conservazione dell’ambiente. Il più evidente è stato l’introduzione dell’SFDR. Dei tre articoli del regolamento, il numero 9 è quello che richiede all’industria uno sforzo maggiore in termini di accuratezza: è necessario, infatti, che le società rendano manifesti quali siano i loro obiettivi d’investimento, spiegando inoltre come intendano raggiungerli e misurarli.
Secondo il regolamento SFDR, alcuni degli aspetti che possono essere considerati obiettivi di investimento sostenibile includono la conservazione della biodiversità, la riduzione delle disuguaglianze o la lotta contro il cambiamento climatico.
I venti fondi articolo 9 più grandi del mercato
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Perché il fenomeno ESG è strutturale e definitivo
Le strategie di investimento sostenibili hanno il potenziale di portare rendimenti superiori al mercato senza tralasciare impatti sociali e ambientali: un’opportunità unica da cogliere con veemenza, grazie anche a una normativa sempre più chiara e attenta
Sono sempre meno le voci che giudicano il fenomeno ESG transitorio e sempre più numerosi gli estimatori e i promotori della finanza green come modo di pensare strutturale e definitivo. I primi si appellano al fatto che il mercato finanziario ha principalmente una filosofia che si può sintetizzare nella ricerca del massimo rendimento possibile correndo il minor rischio possibile a costi il più bassi possibili. Una ricetta sempre meno vera soprattutto nell’epoca degli choc esogeni: crisi di governo, guerre, pandemie, scarsità di materie prime. Sembrava uno scenario impensabile fino a pochi anni fa e invece è tutto vero ed è già successo.
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Le Autorità europee aggiornano la dichiarazione di vigilanza congiunta sull'applicazione dell'SFDR
Le tre Autorità di vigilanza europee (EBA, EIOPA ed ESMA) hanno aggiornato la loro dichiarazione di vigilanza congiunta sull’applicazione del Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). Ciò prevede una nuova tempistica, aspettative sulla quantificazione esplicita delle informazioni sui prodotti ai sensi degli articoli 5 e 6 del regolamento sulla tassonomia e sull’uso di stime.
Questa dichiarazione di sorveglianza ha lo scopo di promuovere un’attuazione efficace e coerente e il controllo nazionale dell’SFDR, creando così condizioni di parità e protezione degli investitori. Al termine del documento aggiornato è riportata un’utile tabella con le principali date di applicazione dell’SFDR e altri obblighi informativi.
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