Oplà n°21 – Il New Normal


UNA RIFLESSIONE: L’inclusione negli esclusi


Torna all’indice Premessa: chi scrive è un semplice dipendente
Al quale spero si perdonino le imprecisioni legali che tuttavia non cambiano il succo del discorso.

Intanto informo i cari colleghi quale lavoratore viene computato nelle categorie protette (=assegnato dal collocamento mirato):

Questo lavoratore per patologie documentabili può sottoporsi a due tipi di visite INPS che hanno la funzione di quantificare il grado di inabilità al lavoro che si presta o, che si presterà in fase di collocamento. Ogni azienda di certe dimensioni è tenuta ad assumere una quota di lavoratori inabili ab origine o che lo sono diventati in costanza di rapporto di lavoro.

La legge prevede agevolazioni e sanziona le aziende che non rispettano questo parametro.

Chi scrive ha sperimentato di persona il procedimento burocratico che dalla domanda del medico curante, passa attraverso dur distintive visite, e giunge ad un accordo tra agenzia per il lavoro della Regione di appartenenza e l’amministrazione del personale. Non è detto che la domanda venga accolta chiaramente.

Cosa cambia ad esempio per un op l’ottenimento dell’appartenenza nella categoria suddetta?

L’azienda fa molta fatica a dirtelo, in compenso un sindacalista che sa fare il suo lavoro ti da alcune informazioni.

Essenzialmente il lavoratore inabile sopra una percentuale X non è sottoposto alle solite estenuanti pressioni commerciali per rientrare nei programmi di produzione. Ciò non vuol dire che di sicuro il lavoratore inabile parziale non possa ottenere personali risultati soddisfacenti. Questo dipende dal problema di salute personale limitante.

Conosco colleghi che sono pressoché impossibilitati a svolgere un lavoro commerciale ed altri che, secondo le loro abilità e esperienza portano avanti il possibile. Si impegnano nonostante le difficoltà oggettive del loro ” handicap” per formarsi, organizzarsi e fare contratti.

Ma veniamo alla dote dolente più macroscopica: una volta inserito nella cat. di cui si parla, l’accordo tra azienda e Agenzia per limpiego parla in maniera molto chiara di come il lavoratore si organizzi secondo le proprie possibilità ridotte e ad esso viene affidata una figura Tutor per tutte le esigenze lavotative particolari e non.

Supporto e tutor, dalla comunicazione ricevuta tempo fa, albergano probabilmente nel “mondo delle idee di Platoniana memoria. Mi sono chiesto se il tutor non sia l’epico protagonista della barzelletta del” fantasma formaggino”. A parte le battute sdrammatizzanti, ( senza ironia non fai questo lavoro) mi sento, e non sono il solo, INCLUSO negli Esclusi, cioè abbastanza marginale come figura lavorativa. Si tenga anche presente che certe piccole agenzie hanno solo 2 produttori e che nonostante si affermi spesso il contrario l’individualismo la fa da padrone. Peccato. Sono certo che piccole soluzioni e alcune risposte al momento opportuno da parte del Leone faciliterebbero cose che possono sembrare insormontabili.
Il sottoscritto e altri miei colleghi in difficoltà si arrangiano come possono, grazie ai colleghi oppure a qualche volenteroso dell’amministrazione del personale che cerca di collegare i generali alla fanteria.

Grazie all’azienda, al sindacato, ai colleghi e a tutti gli uomini di buona volontà.

Un op veterano

Was this article helpful?
YesNo

    Questo articolo ti è stato utile No

    Pagina precedente 1 2 3 4
    Pulsante per tornare all'inizio
    error: Content is protected !!