Oplà n°21 – Il New Normal

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OPLÀ: Il New Normal


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A che punto siamo?

I lavoratori sono pronti e capaci di gestire il lavoro agile: i loro capi no e temono di perdere il controllo.

Il lavoro da remoto semplifica alcuni processi aziendali: le risposte degli uffici alle problematiche ed ai ticket non sono assolutamente in linea per tempi e contenuti.

I diritti e le nuove dinamiche legati alla “nuova normalità” ed alla digitalizzazione sono normati per tutti: per l’organizzazione produttiva no.

Eppure se guardiamo quali sono i capisaldi del “New Normal” troviamo: la capacità di lavorare anche in remoto, la capacità di lavorare in team, la capacità di lavorare per obiettivi, la flessibilità dell’orario, un’organizzazione del lavoro che prevede spazi di responsabilizzazione e fiducia, la capacità di organizzarsi in autonomia, la capacità di relazione tra i colleghi anche a distanza.

Tutti elementi che contraddistinguono il lavoro dell’ Organizzazione Produttiva, che sono nel suo DNA e che l’Azienda cerca di sviluppare anche negli altri comparti.

Quindi siamo una “ nicchia” avanzata nel panorama del mondo assicurativo.

Siamo già avanti.

A condizione che anche a noi vengano estese le tutele previste per tutti gli altri perché l’accordo Next Normal” a noi non si applica.

Lavorare sia in presenza che da remoto richiede tutele della salute e della sicurezza, strumenti, garanzie economiche, il diritto alla disconnessione e norme che limitino le pressioni commerciali e nessuna spinta da parte dei preposti a lavorare in presenza quando non è funzionale.

Servono strumenti informatici quali un pc portatile perché per ragioni di salute non si può lavorare per otto ore con il tablet, strumenti telefonici quali la sim card per il telefono cellulare perché non è giusto far usare quello personale, sedute ergonomiche per evitare cattive posture e prevenire dolori osteoarticolari.

L’evoluzione tecnologica è stata così travolgente che il nuovo Contratto Nazionale deve assolutamente rispecchiare il lavoro che davvero si fa e non una fotografia vecchia di quaranta anni.

Il nuovo modo di lavorare nel settore assicurativo, l’intelligenza artificiale, una relazione anche virtuale con il cliente comportano di avvantaggiarci dell’innovazione tecnologica senza lasciare indietro nessuno e di tutelare tutte quelle realtà più vulnerabili, anche economicamente, che ne potrebbero risultare impoverite.

Non siamo fuori dall’emergenza sanitaria e l’inflazione è al 6,7%.

Il rinnovo del CCNL ANIA dovrà tener conto anche economicamente degli effetti dell’innovazione sul salario e soprattutto prevedere un’equalizzatore per le categorie che hanno redditi fissi modestissimi.

La pandemia potrebbe aver aperto uno spiraglio per far conoscere la preziosa e poco nota esistenza dell’Organizzazione Produttiva, facciamo uno sforzo comune perché non si richiuda prima che ci venga riconosciuto il diritto al rispetto della dignità professionale, normativa ed economica.

Un impegno che ci riguarda tutti.

Elisabetta Masciarelli
Coordinatrice Nazionale OP Fisac Generali Italia

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