UNO STUDIO CON LA COLLABORAZIONE DEL Dr. ROSARIO PATALANO tratto dalla Rivista Economia e Politica – Responsabile Scientifico Professore Riccardo Realfonzo
Nonostante il ruolo crescente della criminalità organizzata nella Società contemporanea, il fenomeno della sua espansione economica è stato a lungo ignorato da gran parte delle Scienze sociali per la difficoltà di reperire dati affidabili e di evitare interpretazioni distorte ricavate dal sensazionalismo giornalistico.
La crescente attenzione dell’opinione pubblica per la preoccupante diffusione della criminalità organizzata, tuttavia, spinge a utilizzare qualunque evidenza disponibile per esplorare il collegamento tra queste attività criminali, le Società e le economie in generale,Castells, 1998:173. I fenomeni illegali non sono più confinati nelle aree di origine ma hanno assunto una dimensione planetaria con irresistibile capacità di condizionamento.
I processi di accumulazione nati dalla violenza criminale generano flussi di denaro che alimentano i circuiti economici legali. Così indistinta, la massa di denaro illegale partecipa al grande gioco degli scambi, penetrando negli interstizi della Società civile, conquistando spazi e proponendosi addirittura come modello. Nessuna parte della Società oggi può dirsi completamente immune da questo nuovo virulento potere. Negli ultimi decenni il crimine organizzato ha assunto una duplice forma: da un lato, persiste la sua funzione tradizionale di controllo del territorio come protettore ed estorsore dell’economia locale, power syndicate, dall’altro, assume caratteristiche globali, transnazionali, distaccate da ogni contesto locale, enterprise syndicate.
La linea che separa l’economia legale da quella illegale diventa sempre più debole, il pericoloso intreccio è favorito dalle attività di riciclaggio, attraverso cui i profitti ottenuti con le attività illecite si trasformano in rispettabili e adamantini liberi capitali in movimento, alla ricerca di legittime e ghiotte occasioni di profitto. Se la corruzione ha la funzione di permettere lo svolgimento senza interferenze repressive delle attività illegali, parte o tutta la ricchezza ottenuta può essere reinserita nel circuito legale solo attraverso operazioni di riciclaggio, Money Laundering nella terminologia anglosassone.
Si ha una operazione di riciclaggio ogniqualvolta un dato flusso di potere d’acquisto, che è potenziale – in quanto non direttamente utilizzabile in scelte di consumo o di investimento poiché frutto di una qualunque attività illegale – viene trasformato in potere d’acquisto effettivo. Molte sono le tecniche che permettono la trasformazione del reddito potenziale illegale, Dirty Money, in reddito ripulito. Si distinguono tre fasi del meccanismo di ripulitura:
- PLACEMENT, in cui il soggetto si sbarazza del denaro contante, anche di piccolo taglio, trasformandolo, per quanto possibile, in moneta scritturale, cioè in saldi
attivi presso intermediari finanziari, mobilitabili mediante una molteplicità di bonifici in modo da occultare sempre di più l’origine illecita dei fondi depositati;
- LAYERING, nella quale si completa l’operazione di camuffamento dei fondi raccolti illecitamente e la moneta scritturale può riacquistare la sua forma di denaro liquido, pronto per essere riutilizzato;
- INTEGRATION, che costituisce l’ultimo e definitivo stadio di ripulitura in cui il denaro sporco viene inserito nel circuito legale divenendo potenza finanziaria effettiva.
Secondo alcuni studiosi l’attività di pulitura caratterizzata dall’insieme delle operazioni che ripuliscono il denaro sporco, andrebbe distinta dall’attività di riciclaggio vera e propria, Recycling, finalizzata ad immettere i fondi illeciti lavati nel circuito economico. Possiamo di seguito elencare i principali metodi con i quali si realizza l’operazione di riciclaggio:
- wire transfers. Il bonifico bancario, reso più semplice dai sistemi di e-banking, costituisce ancora il principale strumento che consente di spostare i fondi illeciti nel sistema bancario, movimentando le somme in diverse giurisdizioni al fine di occultare la loro origine illecita. Negli ultimi anni lo sviluppo di criptovalute (in primo luogo bitcoin) ha reso possibile transazioni completamente anonime utilizzando denaro sporco convertito in moneta criptata.
- Fei ch’ien. Il denaro sporco di una organizzazione illegale estera viene depositato in un’agenzia di un altro Paese, che esercita attività di cambio-valuta, di agente di viaggio, o di call center – ed il depositante riceve in cambio un certificato di deposito (detto chit, che può essere anche un segno di riconoscimento come una carta da gioco o un biglietto di lotteria). Il meccanismo è simile a quello delle lettere di cambio medievali: il certificato di deposito viene poi dato a referenti nel Paese d’origine del depositante e presentato per ottenere il denaro liquido da omologhe agenzie senza passare per i controlli bancari. Le agenzie di denaro volante (dette anche sistemi bancari paralleli o clandestini) operano in rete mediante meccanismi di compensazione permettendo transazioni tra organizzazioni che non comportano il trasferimento effettivo di somme di denaro, ma solo scritture contabili, favorendo lo scambio tra soggetti che hanno bisogno di esportare denaro ed altri invece che hanno necessità di importarlo. Il costo di queste operazioni è evidentemente definito dalle sole commissioni.
- smurfing. Un unico importo di denaro viene frazionato in molteplici operazioni di importo inferiore alla soglia fissata per l’identificazione del riciclante, in questo modo si evita il monitoraggio delle operazioni bancarie. I versamenti o le operazioni di cambio sono regolari e ripetute, effettuate presso diversi istituti bancari o, caso più frequente, attraverso la rete dei Money Trasfer (IVTS, Informal Value Transfer System), mediante i quali è possibile trasferire denaro in diverse giurisdizioni in modo rapido. Anche l’uso di carte di credito prepagate (Credit Card Advance Payment), in quanto titolo al portatore, risponde allo scopo di riciclare denaro distribuendolo su una molteplicità di supporti senza essere obbligati a dichiarare le generalità.
- contrabbando di denaro contante (Cash Smuggling), i riciclanti possono evitare l’intermediazione del sistema bancario trasferendo direttamente, mediante l’uso di corrieri (i cosiddetti spalloni), i fondi illeciti in un’altra giurisdizione, dove il denaro può essere “ripulito” senza particolari difficoltà, per l’esistenza di una legislazione bancaria meno severa sull’identificazione dei depositanti.
- gambling (gioco d’azzardo). Avvalendosi della complicità di case da gioco, i riciclanti ripuliscono il denaro comprando od ottenendo gettoni per poi cambiarli in denaro contante facendosi certificare vincite mai conseguite. Il meccanismo di riciclaggio è reso ancora più efficace quando le organizzazioni illegali acquisiscono direttamente il controllo delle case da gioco. Il riciclaggio del denaro può avvenire anche indirettamente mediante prestiti ai giocatori in difficoltà contro emissione di assegni a garanzia da parte del debitore. Le somme dovute possono essere poi recuperate attraverso il sistema legale, incassando l’assegno. Un meccanismo simile è utilizzabile per le corse di cavalli e le lotterie: in questo caso i soggetti acquistano i biglietti vincenti dai titolari, anticipando subito al titolare parte della somma vinta, e poi utilizzano il titolo per ottenere la somma completa, ripulendo il denaro in modo perfettamente legale. Le organizzazioni criminali possono anche usare agenzie di scommesse sportive sotto il loro controllo puntando grandi somme su tutti gli esiti possibili di un evento sportivo in modo da assicurarsi con certezza un vincita e ripulire parte del denaro. Negli ultimi anni lo sviluppo di giochi d’azzardo on line ha fornito un ulteriore e più efficace strumento di riciclaggio.
- tecnica del rimborso fiscale. Utilizzando attività legali è possibile versare somme in eccedenza all’erario per il pagamento dei debiti di imposta, attendendo poi la restituzione della somma eccedente effettuata per errore di calcolo.
- tecnica delle sotto-fatturazioni all’esportazione e delle sovra-fatturazioni alle importazioni. Tale tecnica permette il trasferimento di fondi da un paese all’altro mascherato da una transazione commerciale formalmente lecita, ma che viene contabilizzata con un prezzo di fatturazione superiore, nel caso di importazione, e inferiore, nel caso di esportazione. L’importatore riesce ad esportare fondi all’estero accreditando l’eccedenza rispetto al bene acquistato in un conto presso una banca straniera, grazie alla complicità dell’esportatore straniero. L’esportatore invece otterrà una somma inferiore a quella fatturata e la differenza sarà ovviamente data dal costo dell’operazione di riciclaggio.
- loan Back (prestito a se stesso). Somme depositate presso banche con sede in paradisi fiscali, in grado di tutelare integralmente il segreto bancario per l’origine dei fondi, possono essere utilizzate come garanzia per ottenere prestiti da altre banche, utilizzabili per investimenti immobiliari o finanziari. Nel caso di fallimento pilotato del progetto imprenditoriale finanziato, le garanzie vengono escusse facendo rientrare il denaro sporco nel circuito bancario (utilizzando creditori complici), così l’operazione di riciclaggio viene chiusa; nel caso in cui la società finanziata resta in attivo, si crea attraverso questo meccanismo una imprenditoria di origine illegale.
- transazioni di immobili, opere d’arte e oggetti preziosi. I beni sono acquistati ad un valore inferiore alla somma di denaro da riciclare, in seguito i beni sono rivenduti ad un soggetto compiacente ad un prezzo pari alla somma da ripulire, in genere superiore al valore di mercato. L’acquirente evidentemente riceve la somma dalla organizzazione criminale ed in cambio ottiene il bene, ripulendo in questo modo il denaro. L’acquirente compiacente deve essere un soggetto insospettabile, per il quale non sarebbe problematico disporre di un’elevata somma di denaro contante. Il costo dell’operazione è dato dall’acquisto iniziale più le altre spese connesse. Analoghe operazioni fittizie possono essere compiute anche da società di leasing. Un metodo alternativo è la partecipazione ad aste giudiziarie, mediante prestanome, offrendo prezzi superiori al valore di mercato al fine di aggiudicarsi l’immobile, che sarà poi rivenduto o servirà come bene di investimento (la minusvalenza eventuale rappresenterà il costo dell’operazione di riciclaggio). Una analoga tecnica di riciclaggio è diffusa nell’ambito dell’antiquariato e delle gallerie d’arte. In questo caso l’organizzazione criminale acquisisce il controllo di una agenzia d’arte e, una volta accumulato una notevole quantità di oggetti artistici e d’antiquariato, procede alla loro vendita in diverse case d’asta. Anche in questo caso un prestanome insospettabile riacquista i beni al prezzo più alto possibile ripulendo il denaro e ricominciando il processo. In questo caso l’unico costo che l’organizzazione sostiene per ripulire il denaro è costituito dalla commissione pagata per ciascuna operazione di vendita. Un altro canale di riciclaggio è poi l’acquisto indiretto, utilizzando prestanome compiacenti, di metalli preziosi e gioielli come beni di investimento.
- costituzione di una società di copertura (Business Ownership). Il denaro sporco è re-immesso nell’economia legale acquisendo attività caratterizzate da rilevanti flussi di cassa (es. ristoranti, casinò, cambi di valuta, agenzie turistiche, strutture alberghiere) con la possibilità di fatturare operazioni inesistenti (p. es. il numero di piatti serviti in un ristorante sono difficilmente accertabili). Anche l’acquisto di società sportive, che richiedono rilevanti e continui esborsi per l’acquisto di atleti e il mantenimento di strutture, può rispondere allo stesso scopo. Infine le ristrutturazioni immobiliari e di attività commerciali richiedendo ingenti pagamenti in contanti possono essere utilizzate per ripulire denaro.
- il metodo delle 2 società (o Shell Corporations). Due società controllate dalla stessa organizzazione criminale si collegano l’una all’altra come cliente e fornitore: una società ordina all’altra una fornitura (fittizia) di beni o servizi che viene fatturata fittiziamente. In tal modo la prima società può certificare con le false fatture la provenienza del denaro.
- Strozzinaggio e usura. Il prestito usuraio è accompagnato da garanzie reali che sono poi acquisite dalle organizzazioni criminali una volta che il debitore non riesce a far fronte ai propri impegni. Spesso l’attività usuraia viene esercitata su società finanziarie ad imprese in difficoltà, specialmente nel campo dell’edilizia, e consiste nella fornitura di un prestito costituito in parte da denaro legale e in parte da fondi illeciti. L’impresa finanziata si impegna a sottoscrivere contratti di garanzia che prevedono la vendita di beni alla società finanziaria, o l’acquisto di beni dalla stessa o da società collegate (per esempio materiale edile). In questo modo possono essere riciclate somme consistenti di denaro. Il valore dichiarato in fattura è di gran lunga maggiore rispetto a quello reale.
- acquisto di polizze assicurative. Il denaro sporco è utilizzato per l’acquisto di polizze assicurative, spesso accettando condizioni sfavorevoli, delle quali si chiede il riscatto anticipato, sopportando una penalità che costituisce il costo dell’operazione di riciclaggio. Gli assegni puliti ottenuti dal riscatto della polizza vengono poi depositati in banca.
Le azioni di riciclaggio di denaro sporco alimentano una parte significativa dei flussi finanziari illeciti (illicit financial flows Iff), ovvero il trasferimento internazionale di denaro generato da corruzione, evasione fiscale e mercati illegali. L’ammontare dei flussi finanziari illeciti può ovviamente essere solo stimato. Limitando l’analisi ai flussi finanziari legati al traffico di droga e ad altre attività della criminalità organizzata, un rapporto di ricerca dell’United Nations Office on Drugs and Crime, risalente al 2009, li stima intorno ai 650mld di dollari nel primo decennio del nuovo millennio, 1,5% del Pil mondiale ed i fondi disponibili per il riciclaggio attraverso il sistema finanziario equivarrebbero a circa l’1% del Pil mondiale pari a 580mld di dollari nel 2009 (Unodc 2011: 7). Secondo altre stime (Baker, 2007) la massa di denaro illecito oscillerebbe tra 1,0 e 1,6 trilioni di dollari l’anno, una stima adottata anche dalla Banca Mondiale. La metà proverrebbe dalle economie in via di sviluppo e in transizione.
Tra il 1962 ed il 1990 il capitale accumulato dalle organizzazioni malavitose è cresciuto da 100mld a 4trln di dollari. Nel 2020, il livello di capitale riciclato accumulato è stimato pari a circa 150trln di dollari (pari al Pil della Spagna nel 2015, a prezzi correnti). Negli ultimi trent’anni, periodo che coincide con l’espansione della criminalità organizzata, la quota percentuale degli investimenti per acquisti immobiliari si è quasi dimezzata, passando dal 66 al 37,3%. L’investimento immobiliare, un tempo privilegiato perché più semplice, è il più esposto all’attività investigativa e quindi al rischio di essere individuato e confiscato, e questo spiega il suo netto ridimensionamento. D’altra parte, per le stesse ragioni. la quota degli investimenti in beni mobili registrati (automobili, barche, ecc.), nello stesso arco di tempo, è passata dal 10 al 33,5%. La quota degli investimenti in Imprese, dopo una flessione, è tornata sui livelli di inizio periodo considerato. Come chiarisce il rapporto, nel 2012 l’investimento in Srl è quello maggiormente preferito (46,6%), mentre le Spa sono presenti in misura contenuta (2%). La relativa facilità di costituzione e la limitazione delle responsabilità patrimoniali determinano la scelta a favore delle Società a responsabilità limitata.
Prevale anche la preferenza per le attività imprenditoriali a basso contenuto tecnologico (il settore commerciale all’ingrosso e al dettaglio incide per il 29,4%; le costruzioni per il 28,8%, alberghi e ristoranti per il 10,5% e, infine, il patrimonio immobiliare per l’8,9%). Nonostante la difficoltà di reperire dati affidabili, è chiaro che la ricchezza derivante da attività illecite gioca un ruolo sempre più importante nell’economia contemporanea Questa crescente e significativa importanza è in gran parte conseguenza della liberalizzazione finanziaria che ha facilitato i meccanismi di riciclaggio e di investimento della ricchezza accumulata illecitamente. Il capitale dei mercati illegali, il capitale di origine illegale, è diventato uno degli elementi caratteristici del capitalismo contemporaneo, rafforzandone la tendenza alla patrimonializzazione (Piketty 2014) e alla finanziarizzazione (Epstein 2005). Inoltre, la criminalità organizzata ha saputo sfruttare appieno le opportunità offerte dalla globalizzazione dei mercati e dalla struttura a rete dell’economia contemporanea (Castells 1998). La crescita delle disuguaglianze, ha rafforzato le basi del consenso sociale su cui il capitalismo fonda il suo potere. In America Latina, in alcune aree periferiche dell’Europa occidentale o in Afghanistan, i mercati illegali forniscono entrate che l’economia legale e ufficiale non è in grado di offrire. Gran parte della letteratura economica ha sottovalutato il fenomeno ritenendolo un fattore esogeno, un fenomeno puramente parassitario. La proposta politica che ne deriva è immediata: la rimozione di questi parassiti ripristinerebbe il normale funzionamento degli efficienti meccanismi di allocazione del mercato, innescando processi di sviluppo virtuosi. Questa opinione, seppur molto diffusa, si inserisce in una visione del problema fondata su una approccio economicistico, viziato da una concezione astratta che trascura, o ignora del tutto, l’esistenza di fattori storici e culturali essenziali per lo sviluppo e la persistenza delle organizzazioni criminali.
Il fenomeno criminale corrisponde ad una logica di evoluzione del capitalismo contemporaneo, in grado di generare propri processi di accumulazione, produzione e distribuzione della ricchezza, ai quali sono aggiunti meccanismi di consenso sociale e politico. La storia recente delle organizzazioni criminali mostra che non c’è limite territoriale al processo di accumulazione e che il limite è dato dalla continua lotta per acquisire posizioni egemoniche e monopolistiche che segnano l’ascesa e la caduta dei gruppi criminali.
Nonostante il tragico e violento avvicendarsi di fortune criminali, il modello di sviluppo distorto rimane immutato e si è riprodotto nei paesi dell’ex blocco sovietico, traumaticamente travolti dall’economia di mercato, nelle economie dipendenti dell’America andina ed in Messico, tra immigrati cinesi e africani ai margini delle società capitaliste avanzate e negli interstizi di opportunità di profitto lasciati aperti dalla lunga depressione giapponese.