Fusioni: BPER guarda alle banche della Valtellina
Gli analisti della Banca Popolare dell’Emilia Romagna valutano con favore l’ipotesi di una fusione da Modena che coinvolga i due istituti di Sondrio. Sempre aperto il dialogo con Veneto Banca. Stop al negoziato con banca Popolare di Milano.
Si susseguono e si moltiplicano le voci e le anticipazioni sul futuro delle principali banche popolari italiane e soprattutto sulle loro possibili aggregazioni che seguiranno il passaggio a società per azioni decretato dalla riforma voluta dal governo Renzi. Voci e anticipazioni che coinvolgono inevitabilmente anche Bper Banca, secondo logica impegnata in sondaggi, abboccamenti e trattative, soprattutto tramite l’advisor incaricato Goldman Sachs, che porteranno alla scelta finale. Il presupposto basilare è stato più volte chiarito dallo stesso Alessandro Vandelli, amministratore delegato di Bper Banca, che ha confermato l’esigenza di una aggregazione e ha pure precisato l’ambito territoriale di orientamento, indicando Lombardia e Veneto come aree verso cui guardare con interesse.
Indicazioni che hanno immediatamente ristretto il novero delle Popolari che potrebbe potenzialmente dare vita a una fusione con Bper: escluse le maggiori come Ubi Banca e Banco Popolare, eliminata la Popolare di Milano, che pure poteva interessare Bper ma ora proprio la banca modenese ha preferito lasciare perdere, ecco che restano Veneto Banca e Popolare di Vicenza in territorio veneto e Credito Valtellinese con Popolare di Sondrio in Lombardia.
L’ipotesi di un matrimonio Modena-Vicenza viene da tutti ritenuta altamente improbabile ed ecco che la cerchia si restringe definitivamente. Da una parte l’ipotesi Veneto Banca, di sicuro interesse per entrambe le parti in causa anche se per ora Bper è frenata sia dai problemi che riguardano le debolezze strutturali e patrimoniali del Gruppo veneto sia soprattutto dalla difficoltà di esprimere valutazioni credibili sull’istituto fino a quando non verrà quotato in Borsa.
In ambito lombardo ora vengono ritenute affidabili le ipotesi che coinvolgono le banche valtellinesi, soprattutto il Credito Valtellinese, per creare una grande polo bancario lombardo-emiliano.
Le reti delle filiali di Bper e delle due banche valtellinesi hanno rare sovrapposizioni, sia in termini di sportelli che di affidamenti, e quindi l’aggregazione non avrebbe effetti negativi sulle politiche commerciali e sull’occupazione per i partner. Il polo che sorgerebbe presenterebbe grandi potenzialità nei principali settori specifici, dal credito al consumo all’asset management.
Per molti dei maggiori analisti la fusione tra Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio e Credito Valtellinese dal punto di vista industriale avrebbe una logica ineccepibile e risulterebbe gradita soprattutto alla stessa Bper e al Credito Valtellinese. Una soluzione a tre rappresenterebbe anche la scelta primaria proprio per Bper Banca, dopo che l’istituto guidato da Caselli e Vandelli ha rinunciato alle trattative con Banca Popolare di Milano.
Da valutare invece la posizione della Popolare di Sondrio, che non ha voluto esprimere preferenze per un percorso di aggregazione. Gli analisti ritengono che possa decidere di restare in solitudine anche dopo la trasformazione in società per azioni.