Antiriciclaggio: mancata identificazione, sanzioni fino a 30.000€
La mancata identificazione del Cliente rappresenta ancora un reato, e grave. Con una recente sentenza, la IV Sezione della Cassazione ribadisce gli obblighi della normativa Antiriciclaggio. Il reato a cui si riferisce la Cassazione riguarda il non rispetto dell’art.55 del Dlgs. 231/2007. Lo stesso articolo che il Governo (con il provvedimento sulle depenalizzazioni appena varato dal Consiglio dei Ministri) ha depenalizzato da reato penale a reato amministrativo, pur raddoppiando l’attuale sanzione che ora può arrivare fino a 30mila euro invece dei 13mila attuali.
La Cassazione, dunque, ritiene che il puntuale identikit della Clientela da parte dei Soggetti obbligati (Banche, Professionisti e Intermediari Finanziari) rappresenti il fulcro centrale della normativa Antiriciclaggio, mentre con la nuova normativa non sarà più il Giudice a valutare il peso della trasgressione ma basterà pagare un, pur salata, multa per archiviare il reato.
Però è proprio la decisa sentenza della Corte che potrebbe ora rafforzare le ragioni di chi ritiene indispensabile escludere dalle materie depenalizzate dal Governo gli obblighi di segnalazione in materia di Antiriciclaggio.
Nel corso del 2014 l’Uif ha individuato operazioni di sospetto riciclaggio per 84 mld di euro, rilevando inoltre “numerosi casi” che hanno riguardato il riciclaggio dei proventi da reati lesivi di interessi pubblici, inoltre “sono state rilevate inadempienze nella disciplina sulla tracciabilità dei flussi finanziari ed un aumento del ricorso all’utilizzo di Società Anonime e Trust, mandati fiduciarie e catene societarie complesse”.