Inform@fisac gennaio 2016

Se anche oggi hai superato 8h di lavoro, preoccupati.

 

“Lo stress provocato dal lavoro porta a un innalzamento del cortisolo all’interno dell’organismo. Se ce n’è troppo si riducono gli ormoni del benessere. La persona si sente affaticata, non ha più voglia di far niente e questo alla lunga può portare a una riduzione delle aspettative di vita”.

Lo psicologo del lavoro Gioele D’Ambrosio ha tutti i giorni a che fare con casi come questo. Condizioni di stress legate all’ambiente lavorativo che, secondo uno studio compiuto negli Stati Uniti della Harvard University e della Stanford University, possono ridurre sino a 33 anni la nostra aspettativa di vita.

I ricercatori hanno diviso un gruppo di volontari in 18 parti, secondo l’etnia, il sesso e il grado di educazione, prendendo in considerazione 10 fattori legati al posto di lavoro (inclusi gli orari, i turni, lo squilibrio famiglia-lavoro, l’assenza di un’assicurazione, gli ipotetici licenziamenti). Analizzando i risultati gli studiosi si sono resi conto che a subire lo stress maggiore (riducendo l’aspettativa di vita) sono coloro i quali finiscono in posti di lavoro poco raccomandabili.

“La situazione chiaramente peggiora dove c’è molta conflittualità, dove la tensione è alta” continua D’Ambrosio, “La frase che più spesso ripete il capo a un mio paziente è ‘Non ti vedo abbastanza stressato quindi non stai lavorando'”. Da questa condizione, tuttavia, neanche i datori di lavoro sono esonerati: “I sottoposti vivono uno stress maggiore, ma in realtà tutti i lavoratori sono legati a pressioni diverse. Nessuno sfugge alla “sindrome del burn out”, inizi a sentirti bruciare dentro e l’ambiente di lavoro risulta insopportabile”.

Secondo lo studio anche altre componenti giocano un ruolo fondamentale. Quando si trascorre più tempo in ufficio che nel nostro appartamento, non si riesce comunque a sentirsi a casa in un ambiente che costringe a ritmi estenuanti e condizioni spesso alienanti. Quasi la nostra vita venisse messa in stand-by durante le ore lavorative.

“Lo stress è iniziato a esistere a partire dall’era industrializzata”, sostiene il dottor D’Ambrosio, “Aumenta la produttività e i tempi sono più veloci. Non riusciamo a ritagliarci un momento per stare con noi stessi, che non vuol dire starsene da soli, magari leggendo un libro a casa propria. Vuol dire poter pensare a sé anche quando si è in ufficio”.

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