Un sit in davanti al consiglio regionale è stato fissato per Martedì, mentre un corteo unitario si terrà il 24 di questo mese. Queste le iniziative unitarie organizzate da Cgil, Cisl e Uil della Sardegna:
I sindacati avevano chiesto al Consiglio Regionale di assumere una precisa responsabilità di fronte alla crisi del sistema produttivo, la risposta è stata il taglio dell’Irap ed il rinvio di ogni provvedimento sul lavoro: “Il Consiglio ha trovato 240 milioni di euro nel giro di pochi giorni, è evidente che per alcuni interessi da difendere le risorse si trovano, per le protezioni sociali no”, dicono i segretari regionali delle tre confederazioni. “Si tratta di stabilire la priorità – hanno spiegato i confederali – e noi pensiamo che l’emergenza cassa integrazione sia una priorità”.
Una richiesta di incontro ai capigruppo in Consiglio regionale e un presidio già programmato per martedì, in concomitanza con i lavori in aula: è la reazione di Cgil, Cisl e Uil alla scelta “inaccettabile” di non anticipare risorse per gli ammortizzatori in deroga.
“Non è possibile lasciare nell’incertezza oltre trentamila lavoratori – hanno detto i segretari generali Michele Carrus, Oriana Putzolu e Francesca Ticca – occorre dare un segnale concreto e immediato, non possiamo aspettare il governo nazionale perché la garanzia dei fondi statali la avremo solo quando verranno trasferiti e, allo stato attuale, non abbiamo certezza di quando accadrà”.
Cgil, Cisl e Uil ricordano che il giudizio sulla Finanziaria è stato negativo sin dal principio: “Aspettavamo qualche modifica importante nella direzione indicata dal sindacato, è arrivata invece la conferma che questa maggioranza preferisce preservare interessi parziali piuttosto che generali”. A questo proposito i sindacati riprendono la questione dell’Irap sottolineando che può essere una scelta positiva dare una boccata d’ossigeno al sistema delle imprese ma è opportuno condizionarla a precisi obiettivi: “Si potrebbe legare lo sconto fiscale all’impegno di non cancellare posti di lavoro e anche alla rioccupazione di parte dei lavoratori espulsi dal sistema produttivo”.