IL PRIMO NUMERO DI FEBBRAIO 2016 10 (buoni) motivi per iscriversi alla FISAC CGIL Certificato di malattia per il dipendente: riepilogo delle regole La classifica delle banche con più sofferenze CREVAL conferma: «Con Bper si può fare» C’è un'offerta di BPER per la Nuova Carife Guida FISAC ai provvedimenti disciplinari 10 (buoni) motivi per iscriversi alla FISAC CGIL CONTRATTAZIONE Contrattiamo con Abi e Datore di lavoro la tua busta paga, il tuo premio aziendale, i tuoi diritti e la tua previdenza. Senza contrattazione non guadagneresti neanche la metà del tuo salario attuale e non avresti ferie, permessi, provvidenze, indennità e mutuo a tasso agevolato ASSEMBLEE Organizziamo le assemblee per le piattaforme contrattuali, i referendum e gli scioperi. POLIZZE RISCHI Polizza Ammanchi e R.C. Professionale scontate, oltre il 50% rispetto ai prezzi di mercato (risparmio medio annuo di 180 € rispetto ai colleghi non iscritti), ulteriori 70 € come sconto sulla Polizza R.C.Auto e Polizza Capofamiglia gratuita (risparmio annuo di 20 €). CONFERMA APPRENDISTI e Interinali Contrattiamo le migliori condizioni su apprendistato professionalizzante, jobs act e lavoro precario. PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI Forniamo assistenza qualificata nei provvedimenti disciplinari e in caso di errori negli incontri col Capo del Personale. INFORMAZIONE Ti informiamo su ogni aspetto della tua attività lavorativa in modo puntuale e continuo, attraverso visite alle filiali, assemblee, assistenza telefonica, volantini, newsletter, social network e videofiction. GRUPPO DI PRESSIONE Esercitiamo pressioni mediatico- sindacali sull’azienda in caso di soprusi o accanimento su colleghi, attraverso informative al Consiglio di Amministrazione, all'ABI, all'ASL, alla Covip o ai giornali locali. CONVENZIONE CON FITEL Federazione Italiana Tempo Libero F.I.Te.L. è un’Associazione di Promozione Sociale, punto d’incontro tra tutti i circoli aziendali e interaziendali, insieme alle Confederazioni Sindacali CGIL – CISL- UIL e rappresenta i circoli aziendali, interaziendali e le associazioni. PRATICHE FISCALI Convenzione per la compilazione di 730 e calcolo IMU ASSISTENZA AGLI ISCRITTI Forniamo assistenza per il riconoscimento di part-time, maternità, trasferimenti, congedi parentali, dimissioni, licenziamenti, malattie, buste paga, trasferte, distacchi, mansioni, indennità, avanzamenti di carriera. Noi consideriamo che l’attività tipica di un sindacato che si rispetti sia quella descritta nei primi 7 punti, che incidono collettivamente su tutti i lavoratori dell’azienda e quindi su ciascuno. Ma volendo considerare anche solo i servizi che eroghiamo al singolo lavoratore – descritti nei punti 8, 9 e 10 – la convenienza di iscriversi alla Fisac Cgil non si esaurisce, anzi… -112 € COSTO MEDIO ANNUO PER TRATTENUTA SINDACALE +339 € VALORE ANNUO DEI SERVIZI OFFERTI (Caaf, Polizze, Convenzioni) +227 € VANTAGGIO NETTO ANNUO Certificato di malattia per il dipendente: riepilogo delle regole Il lavoratore deve comunicare tempestivamente al datore di lavoro la propria assenza per malattia e l’indirizzo di reperibilità, qualora diverso dalla residenza o dal domicilio abituale, per rendere possibili i successivi controlli medici; la comunicazione è cosa distinta, e di norma deve avvenire prima, rispetto all’invio della certificazione da parte del medico curante (il cosiddetto certificato medico). La comunicazione serve, infatti, a giustificare l’assenza dal lavoro, mentre la certificazione è finalizzata a dimostrare l’esistenza della causa giustificativa. In tutti i casi di assenza per malattia, la certificazione medica è inviata per via telematica direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria. Le attestazioni di malattia relative ai certificati ricevuti sono immediatamente inoltrate per via telematica dall’INPS al datore di lavoro. La consultazione e la ristampa delle proprie attestazioni di malattia telematiche sono sempre possibili accedendo al sito internet www.inps.it. Per i certificati spediti o consegnati oltre il limite dei due giorni lavorativi successivi al rilascio si perde il diritto al rimborso per i giorni di ritardo. È possibile inviare il certificato via fax o posta elettronica, ma solo allo scopo di rispettare il termine di consegna: la certificazione originale deve comunque pervenire al più presto all’INPS, e comunque nel termine di un anno, pena la perdita del diritto all’intera indennità. I certificati attestanti periodi di ricovero possono essere spediti o recapitati anche oltre il 2° giorno dal rilascio, purché siano rispettati i termini prescrizionali di un anno. Chi rilascia il certificato di malattia? Di regola il certificato di malattia è rilasciato dal medico curante, ossia quello di famiglia. Ma nulla esclude che possano farlo anche medici differenti cui il lavoratore si sia rivolto per motivi di urgenza ovvero comunque per esigenze legate alle specificità della patologia sofferta, come pure nel caso dei certificati rilasciati all’atto della dimissione da ospedali o strutture di pronto soccorso. Come ottenere il certificato di malattia? Per ottenere il certificato di malattia occorre rivolgersi: al medico curante nei giorni feriali; alla guardia medica nei giorni festivi e prefestivi; alle strutture ospedaliere per le giornate di ricovero e per quelle in cui è stato eseguita la prestazione di pronto soccorso. Per le giornate successive è necessario rivolgersi al medico curante, a meno che l’eventuale certificazione rilasciata dalla struttura ospedaliera contenga una prognosi di incapacità lavorativa. È valido il certificato rilasciato dal pronto soccorso? Il lavoratore può assentarsi dal lavoro supportando la propria malattia con il certificato del pronto soccorso purché questo non sia generico e non si limiti a indicare solo la patologia, ma precisi anche lo stato di incapacità lavorativa. Se mancano tali indicazioni, il certificato non viene automaticamente respinto ma valutato dal centro medico legale dell’INPS (INPS, messaggio 7 novembre 2003, n. 968). Poiché il certificato di pronto soccorso non è equiparabile al ricovero, esso va inviato al datore di lavoro entro due giorni dal rilascio (INPS, circolare 25 luglio 2003, n. 136). E in caso di ricovero ospedaliero? In tale ipotesi il certificato rilasciato dall’ospedale deve essere redatto su carta intestata e deve indicare le generalità del lavoratore, la data, la firma leggibile del medico e la diagnosi (senza quest’ultima il certificato non vale). Va spedito entro 2 giorni dal rilascio e il lavoratore deve indicare il proprio recapito. Tuttavia, in caso di invio in ritardo del certificato il lavoratore resta comunque giustificato finché permane il ricovero e comunque non oltre il termine annuale di prescrizione (INPS, circolare 25 luglio 2003, n. 136). Il day hospital è equiparato al ricovero, ma vale solo per il giorno di effettuazione della cura; per quelli successivi è necessario produrre altro certificato medico di continuazione, compilato in ogni sua parte (INPS, circolare 25 luglio 2003, n. 136). Che succede se viene fornito un indirizzo di reperibilità errato? Il lavoratore è responsabile personalmente se il certificato medico indica un indirizzo non corretto presso cui effettuare le visite di controllo. In tal caso, deve subito provvedere alla comunicazione dell’indirizzo giusto (Cass. S.U. sent. n. 1283/1993) altrimenti perde l’indennizzo. Se invece l’INPS è già a conoscenza dei dati corretti – per esempio, perché sono state fatte in precedenza altre visite – l’omessa indicazione dell’indirizzo non ha alcuna conseguenza sul piano economico (INPS, circolare 4 agosto 1997, n. 182). Che succede in caso di ritardo nell’invio del certificato medico? L’indennità di malattia non spetta per i giorni non coperti dalla certificazione. Ne consegue che, in caso di ritardo, sono indennizzabili i primi 2 giorni e non lo sono quelli successivi fino all’effettivo adempimento (INPS, circ. 27 gennaio 1983, n. 134399 e 8 agosto 1985, n. 179). Il datore di lavoro può contattare personalmente il medico fiscale che ha redatto il certificato telematico di malattia, per sincerarsi della sua veridicità e chiedere notizie sul rientro in servizio del dipendente? Certamente no. Il datore di lavoro non può certo svolgere indagini sulla veridicità della certificazione di malattia del dipendente, né il medico curante è tenuto a fornire alcuna indicazione in tal senso. Ove l’azienda avesse dei concreti dubbi in merito, potrebbe eventualmente promuovere ogni azione giudiziaria – anche in sede penale – per addivenire ad una pronuncia che sancisca o meno la veridicità del certificato di malattia, o la eventuale falsità dello stato di malattia del dipendente. Anche il rientro del dipendente sul posto di lavoro dipende dalla patologia riscontrata dal medico curante e qualsiasi informazione sullo stato della predetta malattia, resa all’amministrazione datrice di lavoro, costituirebbe certo un comportamento illegittimo del medico, che non può certo divulgare informazioni sullo stato di salute dei suoi pazienti. In cosa consiste la nuova certificazione telematica? Tutti i medici dipendenti o convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale sono ormai tenuti ad adottare esclusivamente la procedura telematica. Restano ferme le modalità di trasmissione cartacea solo nei casi di impossibilità di rilascio o acquisizione del certificato telematico per disfunzioni o malfunzionamenti dei sistemi informatici ovvero perché trattasi di documentazione rilasciata da un medico non convenzionato. Nel caso di malattia insorta durante un temporaneo soggiorno in un paese extra UE non si applica la procedura di certificazione telematica tramite l’INPS. Il lavoratore deve quindi presentare all’INPS la certificazione medica legalizzata a cura della rappresentanza diplomatica o consolare italiana presente sul luogo. Che succede se fallisce l’invio online del certificato medico? Il 20 luglio 2011, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno siglato un accordo in virtù del quale “in caso di mancata trasmissione telematica del certificato di malattia per qualsiasi motivo (…) il lavoratore, previo avviso al datore, adempie agli obblighi contrattuali relativi alla documentazione dell’assenza inviando in azienda, nei tempi e con le modalità previsti dal contratto collettivo che disciplina il suo rapporto di lavoro, il certificato di malattia che il medico è tenuto a rilasciare su supporto cartaceo secondo quanto previsto dalla circolare congiunta del Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”. Pertanto, laddove il lavoratore abbia adempiuto come descritto, nei termini previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato al suo rapporto di lavoro ovvero, in assenza di quelli, dalla legge (due giorni) pare lecito ritenere che il lettore abbia diritto all’indennità di malattia. Laddove, tuttavia, l’Istituto erogatore non dovesse accogliere siffatta domanda, è verosimile che il lettore debba valutare l’opportunità di sollecitare, per via legale, l’adempimento dell’obbligo in questione. Banco Popolare, Mps, Bper. La classifica delle banche con più sofferenze Negli ultimi giorni il mercato ha penalizzato molto le banche italiane. Reazione emotiva all’entrata in vigore del bail-in? In parte sì, ma non si può dire che non ci siano a supportare questa emozionalità fondamentali (negativi). L’Italia è al primo posto in Europa per ammontare di Non performing loan, i crediti non esigibili che zavorrano gli istituti di credito anche dopo gli stress test. SCENARIO E CONFRONT Il sorpasso della Spagna è avvenuto già a fine 2013, dopo che Madrid aveva trasferito a partire dalla fine del 2012 gli Npl nella bad bank: alla fine del primo semestre 2015, secondo uno studio della banca giapponese Nomura, gli istituti iberici superavano di poco il 10%, quelli italiani toccavano quota 14% sul totale degli impieghi. E, sempre secondo Nomura, considerando il rapporto di coverage dei crediti incagliati delle banche coinvolte nell’esercizio di trasparenza dell’Eba, la Spagna si piazza a quota 59% (e al 52% escludendo le due maggiori, Bbva e Santander) contro il 48% dell’Italia, che scende al 43% se si escludono dall’analisi Unicredit e Intesa. REPORT PWC Un record di cui l’Italia avrebbe fatto volentieri a meno, ma che è innegabile. La massa di Npl in pancia ai nostri istituti di credito dal 2008 al primo semestre 2014 è aumentata costantemente: quelli lordi sono passati da 42 a 170 miliardi. Lo affermano in un report anche Fedele Pascuzzi, Antonella Pagano e Laura Gasparini, analisti di Pwc. In complesso gli Npl pesavano per il 4,9% sul totale dei prestiti nel 2008 e nel primo semestre del 2015 avevano raggiunto una soglia del 21,8%. Contestualmente per le “maggiori 20 banche italiane sono aumentati – scrivono gli analisti di Pwc – dal 2013 e fino al terzo trimestre 2014 anche gli accantonamenti, soprattutto per rispettare i criteri fissati dalla Bce con gli Aqr”. I NUMERI A giugno 2014 l’esposizione ai crediti incagliati era aumentata dell’8% rispetto al 2013: un trend guidato dagli Npl lordi che hanno toccato il picco di 170,3 miliardi a giugno 2014 (+9%), mentre “la quota di Npl netti è rimasta ragionevolmente stabile al 4,9% del totale dei crediti. Focalizzando l’attenzione sulle prime dieci banche italiane, si nota, secondo PwC, un aumento della quota di Npl netti dal 3,9% al 4,6% nel terzo trimestre 2014. Il livello di coperture è aumentato, invece, da una media del 54,7% al 55,2%. Se si allarga l’analisi alle prime venti banche, la quota di Npl è aumentata dal 4,1% al 5,4%, mentre le coperture sono passate dal 53,7% to 54,8%”. LA MAPPA Ci vorranno dai tre ai cinque anni per uscire da questo tunnel, secondo le stime. PwC non si ferma a dati di sistema, ma produce anche lo spaccato banca per banca. Da cui emerge che nella classifica dell’esposizione il leader (in negativo) è Mps con una quota di Npl pari al 34,01% del totale del portafoglio; seguita da Banco Popolare (27,35%) e Bper (25,56%). Sopra il 20% si collocano anche Bpm, Unicredit, Iccrea, mentre sfiorano la soglia (19,95%) Bp Vicenza e Ubi (18,98%). Sotto Intesa (16,85%) e Veneto Banca (17,43%), mentre le best in class risultano Credito Emiliano (7,63%) e Mediobanca (5,55%). Con gli Aqr la situazione è cambiata. Gli Aqr cioè hanno fatto emergere più chiaramente le quote di Npl in pancia facendo salire di uno o due punti percentuali le quote appena elencate – senza tuttavia stravolgere la classifica. Fonte: www.formiche.net Credito Valtellinese conferma: «Con BPER si può fare» Vandelli si sbilancia sulla Valtellina e Miro Fiordi, Ad del Credito Valtellinese, risponde: «Anche a me piace l’Emilia» Non più soltanto voci o soffiate di seconda mano ma conferme: non tanto dello stadio di avanzamento delle trattative ma quanto meno di significative manifestazioni di interesse. Sul matrimonio fra banche popolari Bper-Credito Valtellinese, con il possibile coinvolgimento dell’altra banca valtellinese Popolare di Sondrio, ora arrivano anche le dichiarazioni degli amministratori delegati che, con la comprensibile prudenza legata alla delicatezza degli interessi coinvolti, ammettono che «si può fare». Il primo a uscire in qualche modo allo scoperto è stato Alessandro Vandelli, Ad Bper Banca, che ha dato un seguito alle dichiarazioni iniziali, in cui Lombardia e Veneto erano indicate come le aree privilegiate per una possibile aggregazione, e ha esplicitamente parlato delle due banche popolari della Valtellina come opzioni di sicuro interesse. In seconda battuta si è presentato l’amministratore delegato di Creval, quando in materia di possibili fusioni ha dichiarato pubblicamente che «i partner potenziali non sono mille, c’è poco da fare ricerche. Non abbiamo ancora scelto l'advisor, vedremo cosa deciderà il nuovo Cda, che dovrà prendere tutte le decisioni». Il Creval in effetti non sembra avere particolarmente fretta per contrarre matrimonio ma Fiordi, interpellato sulle parole di Alessandro Vandelli, non ha voluto smentire o tentare la fuga: «L’appuntamento importante per noi - ha detto Fiordi - è il rinnovo del Consiglio di amministrazione in aprile che prenderà tutte le determinazioni e fino ad aprile non credo succeda nulla». Conoscendo le abitudini dei top manager delle banche non è difficile intuire che lo stato di avanzamento degli incontri, indipendentemente dal lavoro di chi ha in questa fase l’incarico di advisor, stanno procedendo: e questo soprattutto perché risulta palese, anche andando per eliminazione rispetto alle altre Popolari candidate a un matrimonio con Bper, che le caratteristiche di Credito Valtellinese, ma anche della Popolare di Sondrio, appaiono ideali per creare un polo bancario lombardo- emiliano. E non solo per l’assenza di sovrapposizioni fra le rispettive filiali. Fonte: Gazzetta di Modena C’è un'offerta di BPER per la Nuova Carife C’è un'offerta di BPER per la Nuova Carife Roma - C'è la BPER tra le banche e i fondi, in tutto una decina, che hanno presentato una manifestazione d'interesse per le good bank nate dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife. In particolare, secondo quanto si è appreso ieri da fonti vicine alla Banca popolare dell'Emilia Romagna, Bper ha presentato un'offerta per la Nuova Carife. Gli altri nomi che circolano, secondo le prime indiscrezioni, sono quelli della banca Popolare di Bari e del Fondo Primus Capital , per quanto riguarda le altre proposte italiane. Ma una pattuglia più consistente di fondi chiusi esteri, secondo ambienti bancari, dovrebbe essere andata ad allungare l'elenco di quanti hanno mostrato l'intenzione di partecipare al processo che porterà alla cessione delle quattro good bank: si tratta dei fondi chiusi di investimento Oaktree, Apollo, Bc Partners, Lone Star, Blackstone. Questa prima fase ha riguardato l'invito a manifestare interessi di natura preliminare e non vincolante da parte di potenziali investitori nelle banche e ha consentito una prima mappatura degli operatori nazionali e internazionali interessati «con esiti più che soddisfacenti». In effetti era stata ipotizzata la possibilità di chiudere l'operazione di cessione delle banche finite in risoluzione entro il primo semestre dell'anno. Come si sa, gli acquirenti dovranno pagare in contanti una somma che si aggira intorno a 1,8 miliardi di euro che è la cifra immessa dal Fondo di Risoluzione per salvare le quattro banche locali. La questione contanti sembra strettamente connessa al fatto che il Fondo deve restituire nell'arco di 18 mesi un prestito- ponte di analogo importo a Unicredit, Intesa Sanpaolo e Ubi GUIDA FISAC PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI 2016 Scarica la guida