La Bank of England denuncia i danni del salario variabile
“ll recente clamore suscitato dalla vendita di obbligazioni subordinate da parte di banche poi commissariate ha riportato al centro del dibattito proprio il tema degli incentivi alla rete di vendita delle aziende di credito, che ha giocato un ruolo non secondario in quella come in altre vicende di questo tipo.
Parrebbe, che da più parti ci si sta accorgendo che quanto più si spinge sulla parte variabile dello stipendio tante più vecchiette gabbate allo sportello ci saranno….
Il legame parte variabile dello stipendio-crisi è ormai assodato da parte di tutta l’industria finanziaria.
Dato che la cultura dell’incentivo individuale era molto forte nel mondo anglosassone, è particolarmente interessante citare un documento che proviene da quel mondo. A conferma di questa nuovo clima, un recente articolo del bollettino trimestrale della Bank of England (bonus regulation:aligning reward with risk in the banking sector) inizia così: “le politiche di remunerazione del settore bancario hanno incentivato l’eccessiva assunzione di rischi, così contribuendo alla crisi finanziaria” .
L’articolo spiega poi che la nuova regolamentazione in materia ha contribuito a dimezzare il peso della parte variabile della retribuzione nell’industria finanziaria britannica dal 2005 a oggi e la tendenza rimane a un aumento del peso della parte fissa. In particolare, molti regolatori internazionali hanno implementato determinati principi nella regolazione della remunerazione aventi l’obiettivo di assicurare che gli incentivi salariali siano agganciati ad obiettivi di lungo termine della società.
In pratica la City è costretta a incamminarsi lungo la strada da sempre proposta dalla CGIL come da molti altri sindacati per evitare almeno i guasti peggiori.
Non abbiamo infatti l’illusione che una politica di remunerazione più prudente sia di per sé in grado di scongiurare le prossime crisi finanziarie che ovviamente dipendono da tendenze profonde dell’assetto economico mondiale, tuttavia costituisce un segnale, un segnale che alcune autorità hanno capito e stanno costringendo l’industria a mordere il freno.”