Noi Donne della Fisac, l’8 marzo, la solidarietà concreta
Come ogni anno tra breve ci sarà la data dell’8 marzo che impegna, quale data simbolo, l’attenzione generale verso le battaglie per l’emancipazione delle donne.
Lo scorso anno organizzammo nel mese di marzo la campagna di sensibilizzazione sotto l’ashtag #diamocreditoalledonne – aperta a tutte e tutti – che si chiuse con un panel online di discussione in cui si faceva un bilancio di genere della pandemia, delle risorse del PNRR, della necessità di dare valore economico al lavoro di cura. Questi temi sono tutti in piedi, mai seriamente affrontati, al momento solo chiacchiere e pinkwashing da parte di chi ha in mano le leve economiche. Abbiamo ribadito la nostra visione e le nostre proposte nella conferenza di organizzazione che si è appena conclusa, con ancora più forza dovremo farlo nel prossimo congresso.
Da quella iniziativa venne l’idea di realizzare un’indagine sugli impatti della pandemia nella vita lavorativa e privata di lavoratrici e lavoratori, indagine che abbiamo pensato e stiamo realizzando con la collaborazione del Lab.
In questi giorni stanno finalmente arrivando dai territori le risposte al nostro sondaggio sul vissuto professionale e familiare di colleghe e colleghi durante questi anni di emergenza sanitaria. Gli esiti di questo sondaggio, insieme ai dati di settore sulla fruizione dei permessi straordinari e genitoriali Covid-19 era nei nostri progetti il filo rosso che avrebbe dovuto caratterizzare il nostro mese di marzo, purtroppo ci sono stati degli ostacoli sul nostro cammino sia a reperire i dati di settore sia ad ottenere una distribuzione del sondaggio su tutto il territorio nazionale e su tutti i comparti.
Per i territori che incontrano delle difficoltà nella distribuzione siamo a disposizione con i testi di accompagnamento da inviare alle Rsa e alle iscritte/i destinatarie/i del sondaggio.
Tra noi possiamo dare per scontato, quindi, quanto sentiamo ancora con forza la valenza simbolica della data dell’8 marzo nel cammino per la parità di genere e, aggiungiamo oggi, tra i generi, lungi da stanche celebrazioni rituali. Un sentimento di appartenenza e di ribellione che si concretizza ogni anno attraverso le molte iniziative che si tengono nei territori.
Per questo motivo vorremmo valorizzare le iniziative che si terranno nei territori e che vorrete segnalarci, facendovi la proposta di raccontare il vostro 8 marzo nel territorio nel modo che riterrete più opportuno (relazioni, foto, video, etc.) in una iniziativa corale da tenersi subito dopo la fine di marzo e dell’emergenza, finalmente in presenza.
Durante la pandemia non abbiamo mai perso i contatti vedendoci da remoto, e probabilmente continueremo per il futuro ad utilizzare i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, pratici ed economici. Riteniamo però che alla fine dello stato di emergenza si senta il bisogno di rivedersi e ritrovare il piacere della socialità e della condivisione fisica di sguardi, parole ed emozioni.
Riguardo lo sciopero dell’8 marzo, verso il quale non solo le lavoratrici ma anche le compagne stesse hanno opinioni e sensibilità diverse, pensiamo sia corretto ricordare e riaffermare quello che dicemmo lo scorso anno.
La copertura politica espressa dalla categoria fu un passo importante, che vogliamo riconfermare con forza, nel lasciare a tutte e tutti, anche le nostre sindacaliste e sindacalisti e le nostre iscritte ed iscritti, la libertà e autonomia di aderire ad uno sciopero sebbene dichiarato da altre organizzazioni sindacali.
È ancora altresì possibile la proclamazione dello sciopero da parte delle singole strutture RSA o territoriali competenti, nel rispetto dei termini di preavviso e nel massimo rispetto del principio della titolarità individuale di un diritto costituzionalmente garantito.
Chiudiamo portando alla vostra attenzione altre due proposte che vanno nel segno della solidarietà, sia interna che esterna.
La pandemia ha permesso un grande risparmio nelle risorse economiche destinate alla nostra attività dell’esecutivo, già precedentemente spartana.
Abbiamo pensato di destinare un contributo per l’acquisto di un quantitativo di calendari da tavolo 8 marzo, di cui avete al momento ricevuto la versione digitale, per offrirli ai territori in difficoltà, che ci faranno richiesta, e per farne omaggio alla confederazione, alle associazioni amiche, alle sezioni ANPI territoriali come mezzo per stringere relazioni e collaborazioni. Siamo un presidio di democrazia nei territori, e lo siamo insieme agli altri.
La solidarietà esterna vorremmo esercitarla dando un contributo economico ad un progetto destinato alle donne afgane tramite l’associazione Pangea, di cui vi abbiamo già parlato nel precedente coordinamento e che ha le carte in regola per affidabilità e presenza in quel territorio.
La situazione in Afghanistan, su cui si sono spenti come prevedevamo i riflettori, è molto grave già a partire dalla sicurezza fisica delle donne attiviste e delle loro famiglie. Vogliamo però che a raccontare la situazione ed illustrare il progetto sia la stessa Pangea, nel corso del prossimo evento in presenza di cui vi abbiamo detto.
Con questo abbiamo concluso e apriamo il dibattito, certe che vorrete darci il vostro fattivo contributo di idee.