Conclusione e valutazione del percorso in chiave di genere nell’assemblea organizzativa CGIL
Abbiamo già parlato nelle nostre ultime riunioni della nostra soddisfazione per il percorso collettivo, che abbiamo costruito insieme in vista dell’Assemblea Organizzativa (sia a livello nazionale che sui territori) e per lo spazio che la Fisac ha riservato alle nostre proposte nel documento di categoria.
Oggi, ci interessa capire quali siano stati gli esiti di questo percorso a livello confederale. Per introdurre questo tema, ci limitiamo a riportare alcune osservazioni espresse da Maurizio Landini, in fondo alla sua relazione di apertura all’Assemblea Organizzativa della Cgil di Rimini il 10 u.s.
Il nostro S.G. ha confessato, con la sua solita franchezza, che il tema della differenza di genere – “una questione decisiva per la nostra organizzazione” – non ha trovato lo spazio adeguato nei materiali conclusivi della nostra assemblea, “nonostante il lavoro importante delle compagne impegnate sia a livello nazionale che nel complesso delle nostre strutture, a partire dalla stesura della piattaforma per la contrattazione di genere”.
Questa consapevolezza pone 3 questioni per il futuro percorso congressuale:
- Una verifica puntuale dell’attuazione delle norme statutarie sulla presenza delle compagne nelle nostre strutture. Nel Congresso del 2014 si era deciso di istituire un Osservatorio – a ogni livello confederale e di categoria – che verificasse l’attuazione della norma antidiscriminatoria. La S.N. propone all’Assemblea Organizzativa che entro giugno si dia attuazione a questa decisione, dando corso a tutte le azioni conseguenti previste per la mancata attuazione della delibera.
- Una riflessione su come e quanto la presenza delle compagne riesca a incidere sui nostri modi di lavorare e di organizzarci. Si tratta, cioè, davvero di verificare come la questione di genere possa contribuire a cambiare e a rinnovare la nostra organizzazione.
- Cambiare gli orientamenti e i comportamenti della CGIL è una questione che deve riguardare tutt@. Perciò, dovremo far vivere queste questioni in tutto il percorso congressuale e dovremmo prevedere modalità e forme organizzative che coinvolgano gli uomini, oltre ai legittimi momenti di discussione promossi autonomamente e nelle forme che le compagne riterranno più opportune.
In 4 minuti della sua relazione di oltre 1 ora e mezza Maurizio Landini pone al centro del dibattito delle questioni cruciali, che ritroviamo anche nelle nostre discussioni.
Intanto, il richiamo al rispetto della norma antidiscriminatoria ci dice che la nostra proposta del 50 e 50 si scontra con una realtà fattuale che vede ancora inapplicata la presenza di genere tra il 40 e il 60% in tutte le strutture e ribadisce che l’Osservatorio è lo strumento adatto per verificarla e attuarla.
C’è poi il riconoscimento della cultura di genere, come l’unica speranza di cambiamento per la CGIL e per la sua sopravvivenza. E c’è anche la consapevolezza che per realizzare questo rinnovamento non basta la mera presenza femminile, deve esserci l’effettiva possibilità per noi donne di farci portatrici di un diverso modo di essere e di lavorare dentro l’organizzazione. Il che significa che, se per stare dentro l’organizzazione dobbiamo completamente adattarci e omologarci, cioè dobbiamo ridurci a essere e comportarci come gli altri senza deviare dallo schema, allora sarà l’organizzazione a cambiare noi. E in questo caso non riusciremo a cambiare la CGIL e nemmeno la società in cui opera.
Infine, il nostro SG Confederale ha affrontato il problema dei modi e dei luoghi in cui sviluppare queste discussioni, che dovranno attraversare tutto il Congresso, nel pieno rispetto dell’autonomia organizzativa e deliberativa delle compagne.
La CGIL nel suo insieme deve farsi carico del problema e proporre forme organizzative in cui gli uomini siano direttamente coinvolti a riflettere e discutere sulla differenza di genere. Luoghi quindi distinti da quelli di auto-organizzazione delle donne.
Crediamo che in questo modo il Segretario Confederale abbia tracciato l’orizzonte di senso in cui collocare anche il nostro dibattito sul rapporto tra i luoghi misti dell’organizzazione e il Coordinamento Donne, come luogo di sorellanza, privilegiato e autonomo, che ci siamo date in quanto donne della Fisac.
Le dichiarazioni puntuali del Segretario Generale ci offrono quindi un punto di partenza autorevole per proseguire il nostro dibattito e il nostro percorso.
Innanzitutto, ci aiutano a capire che spazio è stato riservato alle questioni di genere, a noi care, nell’Assemblea Organizzativa della CGIL e di questo passaggio dalla categoria alla confederazione ci parlerà meglio la nostra Segretaria Organizzativa, Alessandra Orlando, che ha curato e presentato il documento Fisac e a cui daremo la parola intorno alle ore 11, appena riuscirà a partecipare ai nostri lavori.
Le dichiarazioni di Landini ci danno però anche la forza di proseguire, indicando la direzione di marcia: l’Assemblea Organizzativa era solo una tappa del percorso, che non si conclude qui, bensì deve proseguire – senza demordere – verso il Congresso.
La metamorfosi della nostra organizzazione è ora appena abbozzata, non è ancora giunto il tempo in cui potrà spiccare il volo, come una farfalla…
Chiudo con un invito accorato a tutte le partecipanti a intervenire nel dibattito, per offrire il proprio punto di vista alle altre, dando il proprio contributo personale alla discussione collettiva.