Esecutivo Donne Nazionale: intervento Direttivo Nazionale del 21 dicembre 2021

Intervengo a nome dell’Esecutivo Nazionale Donne

Ringraziamo innanzi tutto le/i 196 compagne e compagni delle segreterie che hanno compilato la Survey – Progetto di ricerca – Valorizzare le differenze in azienda/organizzazione (non appena avremo il report dall’Università Cattolica lo condivideremo con tutte/i).

A inizio dicembre ha preso avvio – con mail indirizzata alle Segreterie Regionali – una indagine sociologica elaborata da Esecutivo e Lab sull’impatto di genere dell’emergenza Covid: chiediamo la collaborazione delle strutture coinvolte al raggiungimento dell’obiettivo della compilazione del questionario da parte del 5% di iscritte/i di tutte le realtà che rappresentiamo.

Auspicheremmo arrivare a questo risultato entro la prima decade di gennaio di modo da poter condividere gli esiti dell’analisi in tempo utile per eventuali iniziative nel mese di marzo.

Siamo a disposizione per ogni dubbio o necessità.

Nell’ultimo anno, nel coordinamento donne nazionale della Fisac, abbiamo sperimentato i gruppi di lavoro per l’elaborazione collettiva della piattaforma Ania e delle proposte per l’assemblea organizzativa:

♦ contrattazione Ania: a partire da feb 2019 con le compagne della CpO e del coordinamento, di provenienza assicurativa, che si sono rese disponibili, abbiamo costruito la nostra proposta per una piattaforma Ania in ottica di genere e inclusiva a partire da una analisi degli assetti contrattuali dell’intera filiera. La nostra proposta è stata poi oggetto di un confronto stimolante e costruttivo con alcune delle compagne impegnate direttamente nell’elaborazione della piattaforma stessa poi approvata dal ns Direttivo.

♦ strumenti e modalità organizzative della Cgil: partendo dalle schede proposte per la Assemblea Organizzativa abbiamo elaborato le nostre proposte per una prospettiva di genere e inclusiva.

Queste esperienze hanno contribuito a rafforzare la conoscenza e la stima reciproca tra noi donne ma anche a responsabilizzare ancor più ciascuna di noi nella consapevolezza di essere parte di un collettivo.

Persona e collettivo: due concetti a volte difficili da tenere insieme ma che costituiscono il cuore della nostra militanza sindacale:

  • Non perdere mai di vista le persone che incarnano un ruolo (dato che il ben – essere di una organizzazione è sempre correlato al benessere delle persone che la costituiscono)

e

  • riconoscere pari dignità e dare voce a tutti/e coloro che rappresentiamo.

Giustizia sociale e diminuzione delle disparità sono infatti alla base della piattaforma confederale che ci ha portato in piazza pochi giorni fa e che ci impegnerà nel prossimo futuro.

Nel corso dell’ultima riunione del coordinamento donne – il 30 novembre – abbiamo raccolto la testimonianza sofferta di una compagna dell’appalto che ha perso il lavoro per cause collegate alla sua attività sindacale.

Nell’attesa abbiamo deciso di finanziare una cassa solidale a sostegno della compagna: uno strumento di solidarietà interna che si potrebbe anche strutturare per interventi in altri casi simili, che ovviamente non auspichiamo e che dobbiamo impegnarci a prevenire ed evitare.

Crediamo che sia inoltre necessario aprire una riflessione sulle modalità della nostra rappresentanza nel settore dell’appalto.

Avevamo rinunciato per anni a ogni tipo di partecipazione diretta ed attiva delle lavoratrici delle agenzie all’attività sindacale, a causa della loro condizione di fragilità/debolezza determinata dal rapporto di lavoro subordinato e quasi esclusivo con l’agente.

Un modello di questo tipo ha prodotto contrattazione ma non ha investito su coinvolgimento e partecipazione diretta delle lavoratrici destinatarie di quella contrattazione.

In tempi più recenti, si è invece lavorato per far crescere una piccola rete di quadri interna all’appalto, composta da colleghe/i che tengono faticosamente insieme lavoro e attività sindacale attraverso l’utilizzo di permessi, distacchi parziali e volontariato…

L’apporto di queste RSA è stato ed è determinante per far fronte all’attacco sferrato da SNA con il contratto ‘pirata’ del 2014 alla dignità e professionalità delle impiegate/i di agenzia: sono loro ad avere il polso in tempo reale di come si organizzano gli agenti e quindi di come sta evolvendo il modello agenziale, sono loro a rappresentare il nostro presidio di legalità all’interno delle agenzie (e legalità non è un termine esagerato se pensiamo a quanto avviene a lavoratrici in malattia, maternità, CigD …)

Purtroppo la strada verso una legge sulla rappresentanza è ancora lunga e impervia e lo stesso vale purtroppo per l’obiettivo ambizioso che ci siamo dati di fare del Ccnl Ania il ‘contratto di riferimento per tutta la filiera’.

A maggior ragione la testimonianza di militanza sindacale da parte di queste nostre colleghe, a dispetto della sproporzione nei rapporti di forza, è fondamentale così come le elaborazioni/proposte frutto della loro esperienza e del loro pensiero.

Queste RSA presenti nella rete agenziale rappresentano un fattore di disturbo per il potere esclusivo degli agenti, a tal punto che più di una di loro negli ultimi mesi sta rischiando il proprio posto di lavoro per motivi legati all’esercizio della libertà e del ruolo sindacale.

Come categoria nazionale dobbiamo quindi discutere su quale tipo di rappresentanza vogliamo costruire nella rete agenziale.

Dobbiamo chiederci come sia possibile promuovere la partecipazione diretta delle lavoratrici dell’appalto senza mettere in pericolo il loro posto di lavoro e come possiamo garantire loro formazione, sostegno e protezione.

Dobbiamo chiederci se siamo disposti/e a costruire dei meccanismi virtuosi di solidarietà interni al settore assicurativo, che mettano a beneficio delle lavoratrici dell’appalto la forza contrattuale che abbiamo nelle direzioni assicurative e se possiamo costruire delle forme di coordinamento tra la rappresentanza delle lavoratrici/tori delle compagnie e dell’appalto.

Il sindacato nasce come rappresentanza diretta di chi lavora, non può essere calato dall’alto, deve essere al contrario costruito dalle persone e con le persone che vuole rappresentare.

Il contesto in cui agiamo è cambiato profondamente e ci impone di costruire partecipazione nei
luoghi di lavoro come evidenziato dai documenti della nostra assemblea organizzativa che dedica
un’intera scheda alla contrattazione inclusiva.

Questo percorso non è più procrastinabile se non a rischio di essere sempre più distanti dalla maggioranza del mondo del lavoro italiano articolato in piccole imprese e caratterizzato da una dimensione di precarietà.

I quadri interni al settore sono cresciuti di numero ma devono essere rafforzati in qualità, garantendo agibilità, tutele e formazione adeguata. E soprattutto quando una di noi viene colpita per la sua attività sindacale la nostra reazione a tutti i livelli deve essere ferma e netta.

Concludiamo questo nostro intervento come Esecutivo Donne Nazionale, citando il discorso pronunciato da Giuseppe Di Vittorio agli attivisti di Lecco poche ore prima di morire.

Voi sapete bene che io non provengo dall’alto, provengo dal basso. La nostra causa è veramente giusta, serve gli interessi di tutti, gli interessi dell’intera società […]. Quando la causa è così alta, merita di essere servita, anche a costo di enormi sacrifici

“Lavorate sodo, dunque, e soprattutto lottate insieme, rimanete uniti. Il sindacato vuol dire unione,
compattezza. Uniamoci con tutti gli altri lavoratori (e lavoratrici, aggiungiamo noi): in ciò sta la
nostra forza, questo è il nostro credo.”

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