Pubblichiamo il N.3 della nostra rubrica con un articolo di Anna Maria Romano.
Buona lettura.
La poetessa Maya Angelou è diventata la prima donna nera ad apparire su un quarto di dollaro americano in circolazione da qualche giorno. La moneta presenta un’immagine stilizzata della donna con le braccia alzate, un uccello in volo e un sole che sorge con il ritratto di George Washington.
L’attivista per diritti civili scomparsa nel 2014 inaugura l’iniziativa proposta della deputata californiana dem Barbara Lee, per celebrare le donne americane illustri, di origini diverse
A seguirla saranno l’astronauta e fisica Sally Ridem, la prima nativa americana alla guida della nazione Cherokee, Wilpoma Mankiller, la politica e militante di origine ispanica Nina Otero-Warrren e l’attrice Anna May Wong, prima star hollywoodiana di origine asiatica.
E non si tratterà di oggetti di collezione, ma di pezzi prodotti in grande quantità per l’uso quotidiano. Tra le mani di tante persone passeranno immagini che parlano di parità di genere e differenze, che ci rappresentano in quanto reali, vere, vissute con le nostre storie e caratteristiche. Immagini che sottolineano quanto anche noi facciamo parte della Storia.
E’ un’azione simbolica che vuole dare spallate allo stereotipo del potere sempre maschile.
Non sono l’unica a pormi qualche domanda: vi segnalo questa mostra online dalla quale si evince quanto le figure femminili sulle monete nel tempo siano state prevalentemente un’immagine idealizzata del femminile e non donne vere. Insomma, lo stereotipo fatto moneta.
Per capire quanto simbolico è questo fatto, bisogna chiederci come ce la siamo cavata fino a questo momento come rappresentazione di genere sulle monete.
Senza sorpresa, scopriamo che sulle facce delle monete regni un diffuso maschilismo.
Facile da comprendere, poiché il conio è dedicato a regnanti, imperatori, ecc. Insomma, ai “ruoli apicali” del potere nella storia.
Scopro da questo interessante articolo che dal 1900 al 2000 solo 23 donne sono state rappresentate (escluse regine ed allegorie).
Insomma, anche da qui si può dare un messaggio forte.
E, dal mio personale punto di vista, la prima figura scelta è assolutamente dirompente in questo mondo, nell’epoca del MeToo e del Black Lives Matter, nel tempo in cui, ancora, essere diversa è una condanna quotidiana. Maya Angelou meritava di essere la prima.
Questa riflessione mi da la possibilità di parlare di una donna che amo per la sua poesia, la sua storia, la sua forza. La amo per essere stata capace di fare delle parole un’arma formidabile, che travalica la sua stessa vita: Maya Angelou.
Vi racconto in poche parole chi era.
Nata Marguerite Annie Johnson a St.Louis nel 1928 è stata una poetessa straordinaria. uDella sua biografia sappiamo che ragazza madre a diciassette anni, Angelou ha svolto i lavori più diversi, tra cui la tranviera, la cameriera, la cuoca, la mezzana, la prostituta, la spogliarellista, la ballerina, la cantante; per poi diventare giornalista in Egitto e l’insegnante nel Ghana, h la coordinatrice dell’associazione per i diritti civili Southern Christian Leadership Conference, la compositrice, la scrittrice, l’attrice, l’autrice, regista e produttrice di drammi teatrali e programmi televisiva e, dal 1982 docente alla Wake Forest University Attiva nel movimento per i diritti civili, ha lavorato a fianco di Malcolm X, conosciuto nel Ghana, e, dopo il suo assassinio, con Martin Luther King. Nel 1993 Maya Angelou ha declamato la sua poesia «On the Pulse of Morning» alla cerimonia di insediamento alla presidenza di Bill Clinton.
Nell’arco di mezzo secolo ha pubblicato un’autobiografia divisa in sette parti, tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, oltre a libri per bambini, drammi teatrali, sceneggiature e programmi televisivi. Con la prima autobiografia, Il canto del silenzio (1969, titolo originale: I Know Why the Caged Bird Sings, che letteralmente significa Io so perché gli uccellini in gabbia cantano ), nella quale racconta la propria vita fino all’età di diciassette anni, ha incontrato un enorme successo e apprezzamento internazionale.
Difficile sintetizzare in poche frasi una vita così intensa ed importante anche con l’aiuto di wikipedia.
Questa capacità sorprendente di fare della parola lo strumento di battaglia per tutta la sua vita e oltre commuove ancora di più pensando che nasce da un drammatico silenzio lungo 7 anni.
Maya Angelou da bambina decise di smettere di parlare dopo essere stata violentata: trascorse l’infanzia in assoluto e volontario silenzio.
Fu abusata dal compagno della madre, che fu denunciato e portato in giudizio. Maya testimoniò, lui venne condannato, ma riuscì a scappare, per essere poi ucciso da un parente. La piccola Maya smise di parlare, confidando in seguito alla nonna di essersi sentita colpevole della morte del suo aguzzino, ucciso dalla sua “voce” per la testimonianza resa in tribunale.
Sua nonna, una donna forte e determinata, fu la figura di sostegno ed emancipazione di Maya, cosa che le consentì una vita intensa e piena.
Dopo aver ascoltato Martin Luther King nel 1960 – ancora in questo fatto il valore delle parole – divenne un’attivista dei diritti degli afroamericani.
Martin Luther King sarebbe stato assassinato, per una tragica coincidenza, lo stesso giorno del compleanno della Angelou (il 4 aprile 1968), che non lo avrebbe festeggiato più per i successivi quarant’anni. Fu in quel giorno, tragico per lei e per il mondo, la poetessa scrisse la sua prima opera I Know Why Caged Birds Sing.
Da allora, e per il resto della vita, Maya Angelou si impegnò in una strenua lotta contro il razzismo e a favore dei diritti degli afroamericani. Fece sentire la sua voce alla televisione, al cinema, continuò a scrivere fino alla sua morte, nel 2014.
Non conosciamo le parole di Maya Angelou in quei sette anni, da quando fu violentata fino a quando compì 14 anni, cioè quando riprese a parlare, ma possiamo assaporare ciò che è fiorito da quel silenzio, dal trauma orribile vissuto. Possiamo godere della potenza che vola da parole di lotta per la giustizia.
Regaliamoci questa sua poesia: un inno a noi.
Ancora mi sollevo
Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleveròLa mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiornoProprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleveròVolevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardinoPuoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Io sono un oceano nero, agitato ed ampio,
Sgorgando e crescendo io genero nella marea.Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo(Still I Rise – da “And Still I Rise” di Maya Angelou)
Still I Rise
You may write me down in history
With your bitter, twisted lies,
You may trod me in the very dirt
But still, like dust, I’ll rise.
Does my sassiness upset you?
Why are you beset with gloom?
’Cause I walk like I’ve got oil wells
Pumping in my living room.
Just like moons and like suns,
With the certainty of tides,
Just like hopes springing high,
Still I’ll rise.
Did you want to see me broken?
Bowed head and lowered eyes?
Shoulders falling down like teardrops,
Weakened by my soulful cries?
Does my haughtiness offend you?
Don’t you take it awful hard
’Cause I laugh like I’ve got gold mines
Diggin’ in my own backyard.
You may shoot me with your words,
You may cut me with your eyes,
You may kill me with your hatefulness,
But still, like air, I’ll rise.
Does my sexiness upset you?
Does it come as a surprise
That I dance like I’ve got diamonds
At the meeting of my thighs?
Out of the huts of history’s shame
I rise
Up from a past that’s rooted in pain
I rise
I’m a black ocean, leaping and wide,
Welling and swelling I bear in the tide.
Leaving behind nights of terror and fear
I rise
Into a daybreak that’s wondrously clear
I rise
Bringing the gifts that my ancestors gave,
I am the dream and the hope of the slave.
I rise
I rise
I rise