Oplà n°19 – Pagate meglio i vostri lavoratori, non il minimo indispensabile


L’ANGOLO LEGALE: Il principio della giusta retribuzione


Torna all’indice La nostra Costituzione tutela il lavoro e garantisce il rispetto della dignità del lavoratore, la stessa carta costituzionale sancisce una serie di principi guida che lo stesso legislatore deve seguire in tema di diritto del lavoro. Uno dei principi più importanti è quello della giusta retribuzione, l’articolo 36 della Cost. riconosce al lavoratore il diritto ad avere una retribuzione “…proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa…”
Lo scopo dell’articolo 36 della Costituzione è quello di riconoscere un diritto al lavoratore e nel contempo di limitare il potere datoriale. Il principio costituzionale della giusta retribuzione deve essere visto come linea guida da seguire nei rapporti di lavoro e, in particolare, nella dialettica che contrappone l’interesse del datore con le esigenze del lavoratore.
Detto ciò bisogna chiedersi come si possa garantire al Produttore dipendente un’esistenza libera e dignitosa a se stesso e alla sua famiglia con degli stipendi di 700/800 euro; questi importi possono essere considerati in linea con il principio della giusta retribuzione? Per essere più precisi il nostro CCNL prevede una retribuzione tabellare di 609 euro lordi per un primo livello e di 743 euro lordi per un secondo livello, se consideriamo tutti gli scatti di anzianità tali importi aumentano di poco nel tempo e comunque non in modo significativo. Dobbiamo però ricordare che la retribuzione del Produttore dipendente è composta da una parte fissa (tabellare) e una parte variabile (provvigioni e premi produzione), con la conseguente deduzione che per avere uno stipendio dignitoso la parte variabile dovrebbe essere di gran lunga superiore a quella fissa. Ma qual è la vera differenza tra la retribuzione fissa e quella variabile? Per capire meglio è opportuno aggiungere un dato fondamentale: la retribuzione fissa/tabellare è certa e cristallizzata nel nostro CCNL, mentre quella variabile è determinata da parametri che ogni anno l’azienda unilateralmente decide in base ai propri obiettivi commerciali e agli interessi da perseguire.
In questi ultimi anni si è assistito da una parte ad una sistematica riduzione delle provvigioni di acquisto sulle polizze vita e danni, dall’altra alla costante riduzione dei premi di produzione (Rappel). In altre parole tutta la parte della retribuzione variabile è stata pesantemente ridimensionata con il conseguente impoverimento retributivo. L’obiettivo aziendale dell’aumento dell’indice di produttività ha trasformato il ruolo stesso del produttore: da professionista della consulenza assicurativa a semplice piazzista di prodotti vita e danni da vendere ad ogni costo, le esigenze ed i bisogni dei clienti si sono così affievoliti di fronte all’esclusivo interesse economico aziendale.
Tutto questo trova riscontro nei nuovi programmi e incentivi Rappel per l’anno 2022, ancora una volta l’azienda ha incrementato gli obiettivi produttivi da raggiungere e creato un sistema incentivante ancora più articolato e limitato fortemente dai vari malus. All’aumento considerevole del programma di produzione danni è seguita una diminuzione del computo su alcuni prodotti vita e una riduzione della loro rispettiva base incentivabile. Tra l’altro il periodo storico attuale non ha precedenti: la crisi sanitaria, economica, sociale ed occupazionale sono evidenti e tangibili, così come evidenti sono i limiti lavorativi imposti dalle norme di sicurezza previsti dal protrarsi dello stato di emergenza.
Altro dato da sottolineare è il duplice utilizzo dei programmi di produzione, infatti se da una parte vengono usati per calcolare il premio (Rappel) da riconoscere al produttore in resa, dall’altra, attraverso una spericolata e quanto mai discutibile interpretazione del CCNL, vengono utilizzati come parametri per misurare e valutare la fattiva collaborazione del produttore, nonché dimostrare la sua negligenza nell’esecuzione della prestazione di lavoro.
Nei vari incontri con l’azienda le RSA hanno rappresentato tutti i disagi lavorativi vissuti dai Produttori e l’opportunità di non aumentare le richieste produttive, di semplificare i sistemi di incentivazione Rappel ed evitare tutti quei malus che di fatto diminuiscono la parte variabile della retribuzione.
L’azienda, oltre a minimizzare le difficoltà lavorative, è andata avanti con la sua politica miope, legittimando gli aumenti dei programmi con i risultati in termini di rese produttive ottenute dalla rete nell’ultimo anno. Anche in occasione della plenaria del 25 gennaio i vertici aziendali hanno esaltato le performance della rete in termini di realizzazione degli obiettivi commerciali, ignorando le richieste avanzate dalle RSA e soprattutto dimostrando una forte insensibilità sul tema della riduzione del guadagno derivata dai sistemi di incentivazione. Per semplificare possiamo aggiungere un dato: ogni produttore se vorrà guadagnare gli stessi incentivi del 2021 dovrà realizzare una produzione di circa il 30% in più rispetto all’anno precedente. Questa incertezza economica è ormai diventata la caratteristica principale del lavoro del produttore ed è vissuta con disagio soprattutto dai colleghi più anziani, i quali con il passare degli anni vedono inesorabilmente diminuire la loro retribuzione rispetto agli anni passati contrariamente a quanto accade nelle altre realtà lavorative.
In conclusione possiamo considerare i nuovi incentivi e programmi di produzione espressione di una politica aziendale artatamente posta in essere per retribuire sempre meno e aumentare la precarietà del produttore. Il principale interesse perseguito dall’azienda è l’aumento dei profitti attraverso la realizzazione di obiettivi commerciali sempre più ambiziosi. Tutto questo è inaccettabile e contrario a quei nobili principi costituzionali ai quali ogni società civile ha l’obbligo di ispirarsi primo tra i quali quello della giusta retribuzione.

Gian Luigi Ricupito

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