Fallito il tentativo di conciliazione.
A breve lo sciopero.
Si è concluso con esito negativo nella tarda serata di ieri il tentativo di conciliazione tra i Sindacati della Cassa di Risparmio di Volterra e l’azienda stessa, volto a cercare di evitare un prossimo sciopero del Personale.
Gli argomenti che da alcune settimane tengono infatti impegnate le parti in causa (revoca del contratto integrativo e riorganizzazione aziendale) non hanno trovato una linea minimamente condivisibile e comune neanche dopo questo ennesimo tentativo, a cui si è giunti dopo l’intervento di Abi e delle Segreterie Nazionali dei sindacati di settore.
In particolare dobbiamo rilevare l’assoluta indisponibilità del management della Banca a prorogare il contratto integrativo – disdettato proprio alla vigilia di Natale – neanche per una durata minima che consentisse di raggiungere nuove intese in merito. Il Personale, che a tal riguardo aveva dato un mandato molto stringente ai rappresentanti dei lavoratori sul punto di andare a trattare solo se la banca avesse mantenuto il vecchio Cia in vigore si trova di fatto senza contratto integrativo e l’unica concessione “estorta” alla Banca alla fine degli incontri è stata la disponibilità a dare retroattività al 1/1/22 ad eventuali nuovi accordi tutti da scrivere e definire ripartendo però da zero, dopo aver cancellato quindi con un colpo di spugna il percorso fatto da Azienda e Dipendenti nel corso di decenni di relazioni sindacali.
Dirimente per le Organizzazioni Sindacali anche un impegno formale da parte dell’Azienda a non mettere in pratica nel futuro eventuali operazioni di cessione di personale, nell’ambito di possibili scenari di spin off che negli ultimi tempi riguardano in modo deprecabile diverse imprese del sistema bancario italiano e che a seguito delle riorganizzazioni in corso potrebbero prefigurarsi anche per la cassa di risparmio di Volterra – il condizionale è d’obbligo per ora, ma essendo una soluzione prevista dal piano industriale già in corso di attuazione, non illudiamoci e non nascondiamoci dietro un dito, presto l’azienda, lo metterà in atto!
Il punto è particolarmente sentito dalle Organizzazioni Sindacali in quanto il ricorso a queste misure si ripercuote sempre fortemente sui Dipendenti – prevalentemente in prima battuta su quelli in servizio presso le Direzioni Generali – di perdita di competenze, sicurezza del posto di lavoro, mobilità e di conseguenza di impoverimento del territorio. Anche su questo argomento l’azienda non ha assunto nessun impegno, sia in termini di esclusione di fattibilità che di tutela di eventuali lavoratori coinvolti in futuro, limitandosi a prendere genericamente atto delle dichiarazioni dei sindacati in tal senso, che – pur di sbloccare la trattativa – hanno tentato anche la strada di rimandare l’esame di questo punto successivamente ai nuovi eventuali accordi del CIA, al fine di verificare margini di recupero di redditività per l’azienda e ricorrere in prima battuta a strumenti diversi quali ad esempio l’esodo anticipato, ecc.
Le OO.SS. della Cassa esprimono pertanto tutta la loro delusione per l’esito della trattativa, avendo cercato in ogni modo ed a più riprese di andare incontro alle esigenze di bilancio della Cassa, che invece a nostro parere non si è mossa assolutamente dalle proprie posizioni iniziali.
Per la nostra storia e per l’importanza della Cassa di Risparmio di Volterra nell’economia del territorio, riteniamo l’intransigenza di questo atteggiamento non solo inaccettabile da parte del personale ma anche, a tendere, dannosa per il futuro stesso della Cassa.
Dobbiamo inoltre constatare che il nuovo corso intrapreso dal CdA, con politiche altamente divisive dei dipendenti (con personale di seria A e di serie B, Responsabili non responsabili e “usato garantito” senza entrare nel merito di altre “teatrali” rappresentazioni) pare molto in contrasto con l’ulteriore sforzo richiesto al personale, di concorrere ad obiettivi di risparmio ed efficientamento in nome di una autonomia che pare, almeno nei numeri, sempre meno sostenibile.
Verranno pertanto proclamati gli scioperi del Personale, come da mandato dell’assemblea generale dei lavoratori del 28 dicembre scorso, di cui vi comunicheremo le date non appena le avremo stabilite.
Volterra 21 gennaio 2022
articolo tratto da: Il Tirreno - Pisa
Crv, ora è rottura definitiva: scatta lo sciopero
Fallisce il doppio tentativo di conciliazione tra azienda e sindacati su integrativo ed esternalizzazione di alcuni servizi
VOLTERRA. Fumata nera.
Lo sciopero si farà, forse già entro la fine di gennaio. I tentativi di conciliazione tra i vertici della Cassa di Risparmio di Volterra e i sindacati sono naufragati dopo l’incontro di ieri, che ha fatto seguito a quello di mercoledì. L’estremo tentativo di scongiurare la protesta dei lavoratori non ha dato frutti.
Di conseguenza i sindacati fisseranno nelle prossime ore, forse già nella giornata di oggi, la data dello sciopero che era stato inserito nella mozione approvata il 28 dicembre scorso dai lavoratori riuniti in assemblea alTeatro Persio Flacco, alla quale avevano partecipato (una parte collegati da remoto) 312 dipendenti sui circa450 totali.
A scatenare il muro contro muro, in particolare, la possibilità che – nell’ambito di una razionalizzazione dei costi -venga creata una struttura centralizzata per il back office e i servizi di istruttoria dei crediti, possibile preludio all’esternalizzazione, attraverso la cessione del ramo d’azienda, che di fatto porterebbe all’uscita dalla Cry dei lavoratori coinvolti; i sindacati, dal canto loro, proponevano la previsione di incentivi all’esodo attingendo dal Fondo di solidarietà. Un altro nodo è il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale, con i rappresentanti dei lavoratori che avevano chiesto una proroga fino a marzo con la contemporanea apertura di una trattativa. Invece l’azienda ha optato perla cessazione unilaterale. Ostacoli che si sono rivelati insormontabili in sede di trattativa tra i rappresentanti di First Cisl, Fabi, Fisac Cgil e Uilca Uil e la delegazione aziendale della Crv, guidata dal presidente Stefano Pitti. Le strategie portate avanti dalle parti, ancheinvista del cda dell’azienda in programma a fine mese, non hanno portato a ipotesi di soluzioni condivise, con una parziale apertura – secondo quanto si è appreso – da parte dei rappresentanti della Cassa sull’avvio di una negoziazione di un nuovo contratto integrativo con decorrenza 1° gennaio 2022 che non è stata considerata sufficiente dai sindacati per evitare la rottura, alla luce anche delle posizioni contrapposte anche in merito allo “spin off” (l’esternalizzazione del back-office) , con i rappresentanti dei lavoratori fermi sul no allo “spacchettamento”, con la convinzione che la strada da seguire per tagliare i costi sia quella degli incentivi all’esodo.
articolo tratto da: La Nazione - Pontedera
Crv-sindacati, niente accordo: sarà sciopero
La vertenza non ha prodotto un’intesa tra le due parti. Braccio di ferro sul contratto integrativo aziendale e pensioni complementari
Fumata nera nel faccia a faccia fra vertici della Cassa di Risparmio di Volterra e rappresentanti delle sigle sindacali sulla vertenza che da tempo tiene col fiato sospeso i lavoratori della banca.
In soldoni, per i sindacati non sussistono le condizioni minime accettabili per trattare e pertanto il tentativo di conciliazione si conclude negativamente. Edunque sarà proclamato uno sciopero in una data ancora da stabilire. I punti focali, per i sindacati, riguardano l’aver cancellato il Cia (contratto integrativo aziendale) al 31 dicembre 2021, l’aver stracciato l’accordo sulla pensioni complementari con effetto dal 31 marzo prossimo e la riorganizzazione attraverso un ufficio back office che, secondo le sigle sindacali, potrebbe prefigurare l’attuazione di uno spin off, ovvero la cessione a urta società esterna di lavorazioni e lavoratori ad essi adibiti.
Due giorni di trattativa serrata in cui i sindacati hanno in primis accettato la rinuncia dei primi due punti, ovvero trattare senza avere il vecchio Cia ancora vigente e la questione pensionistica: chiedendo però che il cda Cry prendesse impegni formali in cui escludere lo spin off come strumento di risoluzione per i costi del personale. La delegazione aziendale di Crv ha, in sostanza, giudicato non percorribile la proposta delle sigle sindacali. Arriviamo dunque al secondo incontro, che si è svolto ieri:
i sindacati, preso atto della posizione di chiusura dell’azienda, hanno riformulato la loro proposta, ponendo come condizione per non far saltare la trattativa il mantenimento del vecchio Cia per il tempo necessario al raggiungimento del nuovo accordo. La controproposta di Crv è stata quella di non accogliere la richiesta sindacale ma di dare decorrenza all’eventuale nuovo contratto a partire dal primo gennaio 2022. E qui, ecco arrivare la totale spaccatura, con la proposta dell’azienda è stata giudicata insoddisfacente dai sindacati, perché II mandato dell’assemblea dei lavoratori chiedeva il mantenimento del vecchio Cia fino al raggiungimento di un accordo.
Adesso le organizzazioni sindacali First-Cisl, Fisac-Cgli, Uilca e Fabi proclameranno pertanto uno sciopero. Una vertenza che non è arrivata a trovare un punto di caduta, dopo l’incontro di conciliazione avvenuto nei giorni scorsi a Roma in cui le parti si erano impegnate a incontrarsi in questi due giorni per verificare le reciproche posizioni e per giungere a un’intesa, ormai lontana.