La Fisac-Cgil boccia il piano di Andrea Bonomi per la trasformazione della Bpm in Spa. Con una nota il segretario generale, Agostino Megale,
afferma con nettezza e con chiarezza che un’altra strada e’ possibile, all’insegna della costruzione di un progetto condiviso, basato sul rilancio del modello popolare e cooperativo.
Inoltre, c’e’ “la necessita’ di una idea alternativa alla trasformazione in Spa, da costruire con un ruolo essenziale da parte di Banca d’Italia e che sia capace di correggere quelle eventuali anomalie presenti nella governance, che spetta agli istituti di vigilanza indicare”.
In questo contesto, prosegue il sindacalista, “i manager dell’azienda devono azzerare azioni come quelle relative ai provvedimenti disciplinari o interventi come quelli affidati a societa’ esterne di comunicazione che possano influire sul libero orientamento delle persone. In ogni caso – aggiunge Megale -, come dimostrano le vicende del sistema bancario italiano, sia nel caso Monte Paschi che nel caso Bpm, la prima
una Spa e l’altra una Popolare, non e’ la forma societaria che garantisce dai rischi, della malagestione e del malaffare, come evidenziato delle autorita’ giudiziarie”.