IL PRIMO NUMERO DI APRILE 2016 Raccolta firme per proposta di legge su ‘Carta dei Diritti’ Welfare 2016: premi e benefit in busta paga Commento unitario al Decreto sulla Detassazione Guida FISAC Handicap e Legge 104 Raccolta firme per proposta di legge su ‘Carta dei Diritti’ Sabato 9 aprile parte la raccolta firme a sostegno della legge di iniziativa popolare collegata alla Carta dei Diritti universali del Lavoro e dei quesiti referendari. La Cgil ha allestito migliaia di banchetti e gazebo dove, dalle prime ore del mattino fino a sera, sarà possibile firmare la proposta di legge di iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro – Nuovo Statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori” e i tre quesiti referendari. La Confederazione chiama tutti i cittadini a sostenere con la propria firma la proposta di legge di iniziativa popolare sulla “Carta dei diritti” che propone di estendere i diritti a chi non ne ha e di riscriverli per tutti. La Carta per i diritti universali del lavoro è la riscrittura del diritto del lavoro in nome di un principio di uguaglianza che superi le varie forme e tipologie nelle quali si è frammentato negli anni. Tutta la Cgil è impegnata in un grande confronto che mette al centro le tutele dei lavoratori, in questi anni attaccate e indebolite da un pervicace processo di destrutturazione. Le tutele di tutti, dei dipendenti pubblici e privati, tutta la galassia dei lavoratori subordinati, veri o finti autonomi, professionisti e atipici, flessibili, precari, discontinui. La Cgil con la Carta, un testo composto da 97 articoli, propone un progetto di legge di iniziativa popolare, ovvero di un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori, che estenda diritti a chi non ne ha e li riscriva per tutti alla luce dei grandi cambiamenti di questi anni, rovesciando l’idea che sia l’impresa, il soggetto più forte, a determinare le condizioni di chi lavora. E i diritti fondamentali vanno dal compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, dal diritto alla sicurezza al diritto al riposo, ma anche alle pari opportunità e alla formazione permanente. La ridefinizione dei principi universali, le norme legislative che diano efficacia generale alla contrattazione in base a regole di democrazia e rappresentanza valide per tutti. In tutta Italia si organizzeranno iniziative per la presentazione della Carta ed è possibile firmare anche online inviando una mail all’indirizzo cartadeidiritti@cgil.it I tre quesiti referendari per la proposta di legge di iniziativa popolare, hanno i seguenti temi: la cancellazione del lavoro accessorio (voucher); la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti; nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti. La proposta della CGIL è uno strumento per provare a cambiare i rapporti di forza. Proviamoci Welfare 2016: premi e benefit in busta paga Novità in Legge di Stabilità 2016 per lavoratori e imprese in tema di welfare aziendale, a partire dall'esenzione IRPEF: agevolazioni fiscali a confronto. La Legge di Stabilità 2016 ha potenziato le agevolazioni fiscali per le aziende che concedono servizi e prestazioni di welfare aziendale ai dipendenti (asili nido, buoni pasto, assistenza integrativa…): mettiamo a confronto i vantaggi del bonus ai lavoratori. Welfare aziendale La manovra finanziaria ha introdotto diverse misure volte ad incentivare il welfare aziendale con l’idea che queste prestazioni e servizi erogati dalle aziende (al posto dei premi produttività, redditività, qualità e così via) possano trovare applicazione grazie alla defiscalizzazione. In questo modo, le aziende riescono infatti a risparmiare sul costo del lavoro, tra tasse e contributi connessi ai vari premi, pur andando incontro ai propri dipendenti e alla loro soddisfazione, che si ritrovano a godere di prestazioni dal valore superiore ad un premio monetario in busta paga. Novità per i dipendenti: secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016, nell’ambito di un eventuale accordo aziendale sarà il lavoratore stesso a scegliere se scambiare il premio retributivo con prestazioni di welfare integrativo. Novità per le aziende: per i datori di lavoro, uno dei principali cambiamenti è dato dall’esenzione IRPEF dell’utilizzazione di opere e servizi messi a disposizione dei dipendenti e loro familiari anche – e questa è la novità – se previsti da disposizione di contratto, accordo o regolamento aziendale (in precedenza, l’esenzione scattava soltanto se il benefit risultava come atto unilaterale e volontario del datore di lavoro). Dunque la manovra prevede l’esenzione IRPEF per prestazioni e servizi (con fini di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria, culto della religione) che da ora in poi potranno essere inserire nelle contrattazioni aziendali in veste di forme di pagamento in natura con detassazione fiscale e contributiva integrale. Estende l’esenzione IRPEF per somme, servizi e prestazioni erogati dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti (o categorie di dipendenti) per la fruizione e la frequenza da parte dei familiari indicati all’articolo 12 del TUIR, anche non fiscalmente a carico, di: servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa a essi connessi; ludoteche (luoghi di intrattenimento per bambini per finalità didattiche) e centri estivi e invernali (a quest’ultimo riguardo, le sole colonie climatiche); borse di studio. Altra novità è l’esenzione anche per le somme e le prestazioni erogate per la fruizione dei servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti. Fonte: www.pmi.it Commento unitario al Decreto sulla Detassazione È stato firmato dai Ministri del Lavoro e dell’Economia il Decreto attuativo relativo all’agevolazione fiscale per i premi di risultato prevista nell’art. 1 (commi 182 – 191) della Legge di Stabilità 2016, che sarà trasmesso a breve alla Corte dei Conti per la relativa registrazione in ordine alla sua successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e di conseguenza alla sua effettiva esigibilità. I contenuti del Decreto, contengono riferimenti significativi con molte delle proposte del documento unitario per un nuovo modello di relazioni industriali approvato dagli Esecutivi Unitari il 14 gennaio u.s.. Il Decreto ripristina una forma di incentivo alla contrattazione di secondo livello che nel 2015 era stata completamente azzerata e rappresenta, quindi, un riconoscimento dell’importanza del ruolo della contrattazione. Per questa ragione le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil ritengono importante una valutazione comune nel merito così come la definizione di un indirizzo di gestione contrattuale delle opportunità offerte. In esso, viene sancita l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10% alle somme (fino a 2000 euro) stabilite dalla contrattazione di secondo livello (aziendale o territoriale) legate al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione. Tali obiettivi possono essere perseguiti anche attraverso la riorganizzazione dell’orario di lavoro (non straordinario) o il ricorso al lavoro agile. Nel merito esso presenta aspetti innovativi di segno positivo e alcune opportunità che dovranno essere oggetto di gestione in termini contrattuali. Vanno segnalati in particolare: l’elevazione a 50.000 euro del tetto di reddito entro il quale si ha titolo all’agevolazione fiscale. Ciò consente, infatti, di ampliare la platea degli aventi diritto alla maggioranza dei lavoratori compresi i quadri di prima fascia. l’applicazione della tassazione sostitutiva anche agli utili d’impresa collegandosi al punto della proposta unitaria sulle relazioni industriali in merito alla partecipazione di natura economico/finanziaria. sempre in materia di partecipazione è prevista l’elevazione da 2000 a 2500 euro della somma detassabile per gli accordi che stabiliscono un piano di coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Tale previsione risulta essere in sintonia con le proposte relative alla contrattazione dell’organizzazione del lavoro ed alla partecipazione organizzativa contenute nel documento Cgil, Cisl e Uil sulla relazioni industriali. L'obiettivo dell’innovazione organizzativa rappresenta, infatti, una delle strade maestre per il recupero di produttività attraverso la valorizzazione del lavoro (accorciamento delle filiere gerarchiche, promozione del “sapere organizzativo” dei lavoratori, maggiore autonomia e responsabilità dei lavoratori, gruppi di progetto, team ecc.). Esiste, quindi, non solo la possibilità ma la necessità di ricondurre alla contrattazione l’avvio di percorsi di partecipazione organizzativa. In questo ambito gli accordi dovranno prevedere in modo strutturato la predisposizione dei piani di coinvolgimento dei lavoratori all’organizzazione del lavoro onde evitare che si tratti di una pura formalità. Essenziale da questo punto di vista l’effettuazione di percorsi formativi mirati tanto per i lavoratori quanto per il management (anche in forma congiunta). importante la decisione di affidare alla contrattazione collettiva e non più esclusivamente alle decisioni unilaterali dell’impresa la possibilità di prevedere forme di welfare sottoposte a totale esenzione fiscale e che non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente. A titolo esemplificativo, si tratta, tra le altre, delle spese relative ad opere o servizi offerti e utilizzabili volontariamente dalla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti, quali i servizi di educazione, istruzione, assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti. Bisognerà, quindi, valorizzare al meglio le possibilità e i nuovi scenari che tale disposizione offre in un’ottica di sviluppo quantitativo e qualitativo della contrattazione decentrata. Anche su questo punto si intravedono potenzialità di implementazione delle proposte contenute nel documento unitario del 14 gennaio u.s. che individuano nel welfare contrattuale uno dei punti di sviluppo e di prospettiva per un moderno sistema di relazioni industriali. Le forme di welfare unilaterale potranno continuare ad esistere ma è evidente il nostro obiettivo di ricondurre questi processi nell’ambito contrattuale. Il premio di risultato potrà essere goduto anche sotto forma di prestazioni di welfare. In questo caso il vantaggio è maggiore in quanto tali prestazioni non soggette a tassazione. Tuttavia occorre evidenziare che, nel caso di godimento sotto forma di prestazioni di welfare, gli importi non formano contribuzione previdenziale. Nella stipula e nella gestione degli accordi, in relazione agli obiettivi prioritari contenuti nel documento unitario, andranno anche sviluppate tutte le iniziative di informazione ed orientamento che garantiscano una scelta pienamente consapevole delle modalità di fruizione del premio di risultato. le prestazioni di welfare potranno essere pagate attraverso voucher. Importante la precisazione contenuta nel decreto secondo la quale i “buoni” non possono essere utilizzati da persona diversa rispetto al titolare, non possono essere monetizzati o ceduti a terzi. Inoltre non potranno essere previste loro integrazioni da parte del titolare. Poiché i voucher sono spendibili in enti convenzionati, risulta importante la verifica delle parti sociali. il monitoraggio dello sviluppo della contrattazione di secondo livello legata alla detassazione viene prevista con appositi strumenti a livello istituzionale. Occorre recuperare una capacità di lettura dello sviluppo della contrattazione e la partecipazione delle parti sociali ai momenti di monitoraggio e di valutazione. importante, poi, la previsione secondo cui i premi goduti nel 2016 ma frutto di accordi stipulati nel 2015 potranno usufruire della tassazione agevolata previo il loro deposito presso la Dtl entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto. Mentre, per quanto riguarda gli accordi stipulati nel 2016 essi sono efficaci ai fini della detassazione se depositati entro 30 giorni dalla loro stipula. Acquisire in termini strutturali l’agevolazione fiscale per il salario legato ad obiettivi fissati dalla contrattazione è una delle sfide/proposte della nostra impostazione contrattuale unitaria. Per cogliere questo risultato è necessario un salto di qualità nella gestione delle relazioni industriali in modo da ricomprendere le specifiche caratteristiche dei singoli contesti aziendali e territoriali. Occorre partire dalla conoscenza dei singoli contesti (a partire da un pieno utilizzo dei diritti di informazione e consultazione) e progettare le soluzioni valorizzando il ruolo ed il patrimonio di conoscenze dei nostri delegati (RSA). In particolare per quanto riguarda le prestazioni di welfare da stabilire per via contrattuale occorre evitare un approccio generico ed indifferenziato e puntare ad una individuazione ritagliata sulle caratteristiche delle singole realtà. Allo stesso modo, bisognerà individuare dei veri e propri piani di welfare contrattuale basati anche su una ricognizione di ciò che offre o che è ottenibile dal sistema istituzionale, e non, a livello di territorio. Così come vanno esplorate possibili sinergie a livello interaziendale. GUIDA FISAC HANDICAP E LEGGE 104 2016 Il Documento completo è a vostra disposizione a questo link