Intesa Sanpaolo: lettera degli RLS all’Azienda su rientri e distanziamenti

Aggiornamenti vari

dal sito Fisac Intesa Sanpaolo
3 dicembre 2021


Al Datore di lavoro di Intesa Sanpaolo S.p.A.
Dr. Fabio Rastrelli

Al R.S.P.P. di Intesa Sanpaolo S.p.A.
Arch. Dario Russignaga

Al Medico Coordinatore
Intesa Sanpaolo Dott. Maurizio Coggiola

Oggetto: ancora su rientri e distanziamenti

Nel corso della precedente riunione, abbiamo – fra le altre – ascoltato, con vivo interesse, le argomentazioni esposte da parte della Medicina del lavoro, che hanno sottolineato l’avvio nuovamente di un periodo critico sul fronte pandemico, e la contestuale necessità di porre ancora molta attenzione e non “abbassare la guardia”.
Concordando pienamente con quanto esposto, cogliamo nuovamente l’occasione per ribadire quanto già contenuto nelle nostre precedenti e affermato più volte nel corso degli incontri di consultazione, ribadendo la nostra netta contrarietà:
• All’innalzamento della quota minima di presenza, di fatto raddoppiata, che è passata dal 20 al 40%, in una fase di crescita dei contagi, dei ricoveri, delle terapie intensive e non da ultimo all’alba dell’entrata in vigore di nuovi provvedimenti restrittivi da parte delle Autorità governative. In tale ambito, giova notare – come già espresso – che stiamo assistendo ad improvvide, intempestive e imprudenti manovre tese a sollecitare un incremento dei rientri, da parte di strutture (o dei loro responsabili pro-tempore) diffidando dall’intraprendere iniziative incoerenti e difformi anche dalle più elementari forme di prudenza e cautela.
• Alla riduzione del distanziamento minimo, per il quale, a fronte delle ragioni sopraesposte chiediamo il ripristino a 200 cm;
• Alla abolizione del tetto massimo di presenze che chiediamo di ripristinare nelle percentuali cautelative già in vigore precedentemente (MINIMO 20%, MASSIMO 50%);
Si sottolinea in particolare l’esigenza di cautelare tutto il personale che assista, anche soggetti fragili non conviventi e/o che debba effettuare percorsi di trasferimento utilizzando mezzi pubblici che espongono al rischio contagio “in itinere”.
Per quanto riguarda la rete commerciale, a partire dalle filiali retail – dove assistiamo ad ambienti di lavoro sovraffollati, complici anche i numerosi accorpamenti di filiali già fatti, in corso di realizzazione, così come anticipato in altre istanze, chiediamo che:
1. Si utilizzi in misura maggiore lo smart working emergenziale, per continuare a tenere sotto controllo le presenze;
2. Che non vengano utilizzati i Meeter Greeter, dei quali già da tempo abbiamo chiesto lo smantellamento in quanto non a norma riguardo l’ergonomia;
3. Che si rispetti nelle Filiali oggetto di cantieri, ma aperte, la prevista percentuale di presenze di un cliente massimo per ogni dipendente presente sul posto di
lavoro: ci risulta infatti che tale importantissima cautela, pur assunta dall’Azienda, non sia, di fatto, né conosciuta né applicata nei territori;
4. Che non sia consentito l’accesso ai luoghi di lavoro ai clienti ed ai terzi che si presentino non dotati di mascherina chirurgica o FFP2 o superiore, salvo non accettino di indossarne una fornita dalla banca stessa: constatiamo infatti che molti continuano ad usare mascherine di comunità in tessuto, che riteniamo inadatte a garantire sufficienti standard di sicurezza, conformemente al parere fornito dal Coordinatore dei Medici competenti aziendali pochi giorni fa;
5. Sia messa in campo una forte sensibilizzazione, indirizzata sia ai preposti sia ai lavoratori, affinché vengano sempre esposti – e tenuti aggiornati a cura dei Poli Immobiliari – i cartelli di massima capienza delle unità produttive, nonché tutta la cartellonistica emergenziale in vigore; in proposito, lamentiamo il fatto che ancora non siano stati stampati gli ottimi avvisi in formato A3 e in arancione che ci avevate proposto ormai molto tempo fa (la loro versione b/n in formato A4 è decisamente poco visibile e poco diffusa);
6. Vengano utilizzate correttamente le uscite per regolare il flusso della clientela che troppo spesso, non rispettando le regole, oltre a superare il limite massimo all’interno delle unità produttive a causa della grande difficoltà nella gestione delle porte di ingresso (si aprono contestualmente e nessuno può davvero disciplinare le entrate e le uscite) crea pericolosi assembramenti nei luoghi di lavoro;
7. Si offra al personale la possibilità di ridurre l’orario della pausa pranzo per meglio agevolare i rientri al domicilio, al fine di ridurre i rischi di contagio nel tragitto casa lavoro potendo optare per orari in cui i mezzi pubblici siano meno affollati.
8. Si provveda per tempo ad implementare il numero degli steward, in considerazione del probabile maggiore afflusso di clientela in concomitanza con le scadenze fiscali e le festività del mese di dicembre
Gli scriventi RLS, infine, richiamano ancora una volta il Datore di Lavoro alla necessità del pieno rispetto dei principi previsti dal D.Lgs 81/08, anche alla luce della direttiva europea quadro n. 391/89. In particolare, i RLS insistono sul programma di miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza che il datore di lavoro deve costantemente garantire. Da tempo, ad esempio, sollecitiamo una riflessione sul ricorso agli “open space”. Anche uno studio del Parlamento europeo del novembre dello scorso anno lo ha ritenuto un modello di lavoro che consente alle malattie di diffondersi più rapidamente. Crediamo sia urgente ripensare gli spazi riprogettando gli uffici in spazi ben divisi che consentano la parcellizzazione del rischio e con luoghi di condivisione costruiti alla luce delle norme sul distanziamento. Migliorare per tempo i livelli di sicurezza significa, ne siamo convinti, anticipare i rischi possibili per minimizzarne gli effetti.

Milano, 3/12/2021

Gli RLS firmatari di Gruppo Intesa Sanpaolo

qui la lettera in pdf

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