Inform@fisac agosto 2016

 

Banche e tagli, fino a 50 mila uscite

Le sofferenze del settore bancario sono calate a 197,9 miliardi ma la crisi del settore resta.

Non sono 23 mila come si è detto finora ma 28 mila i bancari in uscita attraverso accordi di ristrutturazione aziendale già firmati e non finirà qui: sia il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco hanno sollecitato la ristrutturazione del settore.

Prepensionamenti volontari.
Questa la condizione che il sindacato pone per aggiornare al rialzo le intese che riguardano le uscite da qui al 2020.

La legge 59 approvata a maggio di quest’anno ha alzato da 5 a 7 anni il possibile anticipo sulla pensione da finanziare con il fondo esuberi.

Il fatto è che il fondo esuberi dei bancari è finanziato dalle banche stesse. A oggi le risorse consentono in media uscite con un anticipo di tre anni.

Da notare: le banche con Abi hanno chiesto a più riprese di sospendere — almeno per qualche tempo — il versamento di 200 milioni l’anno che le banche fanno a sostegno degli ammortizzatori sociali degli altri settori.

Il ragionamento è: la fase è critica, non chiediamo soldi allo Stato ma almeno evitateci contributi di solidarietà che ora non ci possiamo permettere. Gli emendamenti che dovevano inserire questa «sospensione» nella legge 59 non sono passati.

«Trovo disdicevole che si inciti al taglio di posti di lavoro da parte di politici che dovrebbero crearla, l’occupazione», contesta Sileoni di FABI.

Certo il problema del fondo esuberi dei bancari è anche un’altro come fa notare il segretario della FIRST, Romani: «Gli istituti non possono scaglionare negli anni le risorse necessarie a finanziare gli esodi».

Anche Massimo Masi dei bancari della Uil resta convinto che «gli ammortizzatori non bastano, il settore deve tornare a crescere».

«Il governo nel momento in cui allarga il fondo da 5 a 7 anni dovrebbe prevedere almeno per i due anni aggiuntivi, fermo restando i criteri della volontarietà oggi previsti nel fondo, una parziale riduzione dei costi al fine di rendere efficace l’intervento», aggiunge Agostino Megale della Fisac Cgil. E ancora: «Oggi il fondo grazie ad accordi tra le parti è interamente a carico delle banche. Quando il governo riconoscendo una questione bancaria allarga il fondo a 7 anni deve prevedere un parziale intervento pubblico per i due anni aggiuntivi».

Di tutto questo sindacati e comitato sindacale Abi parleranno in un incontro in calendario a settembre.

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