Lettera Aperta delle Organizzazioni Sindacali di DT Campania a Bper ed ai lavoratori
BPER Banca: Pressioni Commerciali a iosa e Budget numerici individuali
L’argomento pressioni commerciali nella Bper è sempre più attuale e, se il buon giorno si vede dal mattino, ci chiediamo fin dove intendano arrivare le istanze apicali della banca dal punto di vista del clima e del modo di lavorare nelle filiali.
Appena inizia una giornata lavorativa, immediatamente pervengono messaggi sempre più pressanti ai Titolari e ai
colleghi per la collocazione di prodotti, con assegnazione di budget sempre più elevati, monitoraggi quotidiani, richiesta di previsioni di vendita, liste delle filiali “cattive” e, come se non bastasse, paventando cambi di ruolo e/o
trasferimenti per il mancato raggiungimento degli obiettivi. Ma è questo il modo di coinvolgere e motivare i colleghi?!?
E’ tristemente noto tra i colleghi del come e del quanto la vita quotidiana in Bper sia caratterizzata ormai da un clima di grande tensione e disagi che hanno portato le condizioni di lavoro ad un forte peggioramento. Questo clima affonda le radici in una politica, oggi divenuta inaccettabile e intollerabile, di carenza dimensionale degli organici nelle unità produttive della Rete e in pressioni commerciali, esasperate ed esasperanti, in molti casi lesive della dignità di lavoratori e lavoratrici, con conseguenze anche sulla loro salute. Questo atteggiamento dell’Azienda non tiene in minimo conto lo “stress” a cui sono sottoposti le lavoratrici e i lavoratori nella loro attività quotidiana di vendita, uno stress che rischia di tradursi, nella migliore delle ipotesi, in demotivazione lavorativa (se non in veri e propri stati patologici), considerata l’impossibilità sostanziale del rigoroso rispetto di una normativa di legge sempre più stringente e la fissazione di obiettivi sempre più ambiziosi e spesso difficili da realizzare in quel mercato di riferimento. Pressioni così esasperate rendono difficile un adeguato svolgimento di tutte le attività proprie della rete, che non sono solo quelle commerciali ma anche di presidio del credito e dei rischi operativi, dell’antiriciclaggio, della MiFID, dell’Ivass, dell’adeguata verifica e di tutti quegli oneri amministrativi sui quali i lavoratori sono chiamati a rispondere anche personalmente.
In aggiunta, sono ormai all’ordine del giorno contestazioni e conseguenti sanzioni disciplinari, comminate a nostro avviso con criteri discutibili. Si aggiunga a tutto questo una piattaforma informatica non all’altezza della quotidiana operatività (che necessiterebbe di adeguate implementazioni al fine di renderne più facile l’utilizzo), oltre ad un continuo bombardamento di e-mail e comunicazioni apparentemente fuori da ogni controllo.
Come Organizzazioni Sindacali, esprimiamo forte preoccupazione circa il fatto che in nome della condivisione di obiettivi di squadra si è già passati al deterioramento dell’ambiente e del clima lavorativo, con la pretesa di risultati individuali assolutamente non previsti dal CCNL e dalle leggi in materia di lavoro. Per tali motivi riteniamo doveroso e corretto che la Direzione predisponga una lettera di manleva nei confronti di tutti i Colleghi, affinché li sollevi dai maggiori rischi professionali ai quali sono esposti a causa delle errate scelte organizzative e gestionali.
A fronte delle sempre più farneticanti e-mail con allegate schede di programmazione dell’attività commerciale, redatte da attendenti in carriera che sollecitano la produttività, alle pressanti pretese di risultati (pena probabili allontanamenti dai posti di lavoro con il conseguente peggioramento del reddito familiare), è necessario ribadire che la disciplina giuridica stabilisce che il prestatore di lavoro subordinato è tenuto all’osservanza dei criteri di diligenza, perizia e professionalità (obbligazione di mezzi), ma non è tenuto (vedi anche sentenze della Cassazione) all’obbligo di risultato. Al contempo, si ribadisce che il budget assegnato alle unità produttiva (filiale, funzione, ecc.) deve avere natura collettiva e non individuale (ripartito fra gli addetti) e che l’abusata consuntivazione manuale di risultati deve essere richiesta solo quando non è possibile ricavarla tramite estrazioni informatiche.
Ricordiamo che non è corretto attribuire all’addetto di filiale obiettivi commerciali quantitativamente codificati con l’impegno a realizzarli in un ambito temporale dato.
A riprova di ciò rileviamo che negli obiettivi individuali assegnati ai colleghi vengono di prassi assegnati obiettivi
numerici che mal si conciliano con i principi alla base delle precitate normative oggi vigenti e soprattutto con il tanto sbandierato codice etico aziendale.
Da considerare inoltre che la stragrande parte della forza lavoro deriva da personale di ex banche locali incorporate, per capirci trattasi di gente del posto, gente che sta in strada tra gente che spesso e volentieri prima di essere clientela è costituita da amici (ed è stato questo finora quel quid che spesso ci ha contraddistinto), orbene non ci meraviglieremo più di tanto se inizierà a verificarsi che coloro che non riuscissero a raggiungere in toto o in parte determinati obiettivi, cominciassero ad essere diciamo ancora più trasparenti con i clienti amici, in particolare quelli ripetutamente contattati dagli stacanovisti del CRM, o quelli che tanto contenti proprio non fossero di eventuali prodotti inadeguati e/o inappropriati loro comminati, ergo se è vero che costruire un’immagine commerciale è difficile, al contrario per distruggerla se non si è spudoratamente commerciali è oltremodo facile, per la serie se io non riesco ad elevare i miei obiettivi allora abbasso quelli degli altri, può non piacere ma riteniamo che “Intelligenti pauca” se ben conosciamo la natura dei nostri polli questo sia il minore dei problemi che potremmo trovarci a dover affrontare.
Chiediamo pertanto all’azienda di eliminare gli obiettivi numerici individuali (peraltro correlati ai giudizi professionali), al fine di evitare che l’obbligo di risultato a tutti i costi abbia a ripercuotersi sulla clientela attraverso il collocamento “forzato” da parte degli addetti di prodotti inappropriati ed inadeguati, con modalità, nel migliore dei casi, elusive delle normative oggi vigenti. Al riguardo suggeriremmo agli Organi di controllo aziendali di effettuare periodicamente dei test ad hoc e random (ma veramente random, non pilotati e/o preannunciati sulla clientela) a tutela sia della stessa clientela che, principalmente, degli addetti. In tal modo si
eviterebbe il potenziale verificarsi di quelle “brutte storie” recentemente riportate dai mass media.
Facciamo presente, pertanto, agli Organi aziendali competenti che il rispetto del Codice Etico Aziendale, delle normative MiFid ed Ivass, del disposto Antiriciclaggio e la Compliance non sono semplici scarabocchi su un foglio di carta, da sbandierare nelle circolari e nelle occasioni mondane.
Siamo sempre più preoccupati delle eventuali ripercussioni relative ai comportamenti ancora una volta oggi denunciati ed invitiamo i colleghi ad informarci (anche in forma anonima) allorquando dovessero verificarsi storture e/o forzature di specie.
Nel contempo, in mancanza di adeguate determinazioni aziendali nei termini e nei modi consentiti dalle norme oggi vigenti, nell’interesse dei colleghi, della clientela e della stessa azienda, anticipiamo la nostra ferma intenzione di intraprendere al ricorrerne dei presupposti eventuali azioni, anche esterne all’azienda.
Avellino 14/07/2016
LE OO.SS. DELLA DIREZIONE TERRITORIALE CAMPANIA