Inform@fisac settembre 2016

Riteniamo utile condividere con tutti gli iscritti la lettera inviata lo scorso 25 agosto dai rappresentati delle RSA
dell’Unità Operativa dell’Aquila ai vertici della loro Direzione Territoriale e della loro Area.

Riepiloghiamo brevemente l’antefatto. Tra la BPER e l’Università dell’Aquila è stato sottoscritto un accordo che prevede il rilascio, a tutti gli studenti che si immatricoleranno, di un tesserino identificativo che oltre a consentire
l’accesso ai servizi prestati dall’Ateneo sarà una carta prepagata con IBAN rilasciata dal nostro Istituto.
Un’ottima operazione dal punto commerciale, che si presenta tuttavia non semplice da porre in essere, dovendo
attivare circa 4.000 carte, in un lasso di tempo limitato, a nominativi in molti casi non censiti.

In data 18 agosto, alla presenza di esponenti di spicco della DT Adriatica e dell’Area L’Aquila, si è svolta una prova
sul campo per testare le modalità operative con le quali si pensava di porre in essere l’operazione.
In estrema sintesi: il censimento doveva avvenire sulla base di dati forniti dall’Ateneo, compresi gli estremi del documento, riportati su un tabulato predisposto dall’Università.
Questa operatività, da sola, avrebbe contravvenuto a una serie di norme: quella sulla privacy (non si possono trattare i dati personali di un soggetto senza autorizzazione scritta), quella relativa all’obbligo di identificare i clienti PRIMA di porre in essere qualsiasi rapporto (difficile affermare di aver identificato una persona senza averla mai vista), oltre agli obblighi di adeguata verifica, che sull’identificazione si fondano.
Agli operatori è stato poi chiesto di aggiornare dati privacy in procedura, ovviamente senza firma degli interessati (da raccogliere successivamente), avendo cura, come da più parti ci è stato riferito, di inserire il consenso per future iniziative commerciali.
Il modulo di adeguata verifica (che a quel punto avrebbe attestato un’attività non effettuata) doveva essere compilato e stampato in modo generico e sbrigativo e firmato successivamente, al pari di tutti i contratti da predisporre in assenza degli interessati e portati in Università, dove sarebbero state raccolte massivamente le firme e consegnate le carte. Solo in quella fase si sarebbero acquisite le copie dei documenti dei titolari del rapporto.
Tutto ciò ha generato la lettera che pubblichiamo di seguito, e che vi invitiamo a leggere perché ricorda alcune basilari norme di comportamento che in tanti, presi dal mal di budget, rischiano a volte di trascurare.

L’episodio si presta a due importanti considerazioni.

La prima: come abbiamo più volte paventato, le pressioni sugli obiettivi da raggiungere a tutti i costi possono ingenerare la tentazione, in chi riveste ruoli di responsabilità, di cercare pericolose scorciatoie, esponendo i lavoratori
a rischi inaccettabili. E’ il caso di sottolineare che le indicazioni operative erano state impartite a voce, quindi sarebbero state difficilmente dimostrabili qualora fossero sorti problemi in futuro. Questi comportamenti,
assolutamente irresponsabili, vanno fatti emergere e contrastati in tutti i modi.

La seconda: come si può facilmente immaginare, i colleghi che sono stati coinvolti nella “sperimentazione”, pur sapendo che gli si chiedeva di operare in modo scorretto sul momento non hanno avuto, da soli, la forza di opporsi ai loro superiori. Tuttavia, le numerose segnalazioni giunteci da quasi tutti i lavoratori presenti ci hanno consentito di intervenire tempestivamente, con il risultato di bloccare sul nascere le “ipotesi” operative, interrompere l’attività di censimento che era già stata avviata ed annullare le carte già emesse.

A seguito del nostro intervento c’è stato un incontro con la Direzione Territoriale Adriatica, durante il quale ci è stato comunicato l’abbandono dell’operatività inizialmente ipotizzata, avendone constatato l’impraticabilità, e la modifica dell’intero processo per adeguarlo al pieno rispetto delle normative, senza rischi per i lavoratori o per la
stessa BPER. A tal fine, il Direttore Territoriale ci ha assicurato di aver ricevuto il parere favorevole da parte della Compliance aziendale.

Questo dimostra l’importanza di coinvolgere immediatamente i propri rappresentanti sindacali non appena si avverte il sentore di qualcosa che non va: se è vero che da solo nessuno di noi ha la forza per tutelarsi, è altrettanto vero che insieme possiamo ottenere risultati concreti, e questo episodio lo dimostra.

 

Luca Copersini
Segretario Territoriale L’Aquila
Fisac/Cgil


L’Aquila, 23 agosto 2016 Al Responsabile DT Adriatica
Dr. Guido Serafini
Al Responsabile Servizio Mercati DT Adriatica
Dr. Nerino Di Loreto
Al Responsabile Area L’Aquila
Dr. Danilo Maurizio
Al Servizio Relazioni Sindacali
e p.c. Ai colleghi dell’Area dell’Aquila

Lo scorso 18 agosto si è svolta presso la Sede dell’Aquila una riunione, alla presenza dei rappresentanti della Direzione Territoriale Adriatica e dell’Area dell’Aquila, finalizzata ad illustrare I’accordo stipulato con I’Università dell’Aquila, che prevede il rilascio di carte prepagate a tutti gli studenti, da utilizzare anche come badge all’interno dell’Ateneo.

Esprimiamo soddisfazione per l’accordo sottoscritto e per gli importanti ritorni di natura commerciale e d’immagine che dallo stesso potranno derivare; tuttavia, stando a quanto appreso, nel corso dell’incontro sarebbero emerse indicazioni operative in palese contraddizione con le normative vigenti in materia di tutela dei dati personali e di adeguata verifica della clientela. Se ciò corrispondesse al vero, si tratterebbe di un fatto di estrema gravità.

Per questa ragione chiediamo un incontro urgente con il Servizio Mercato della DT Adriatica e con l’Area dell’Aquila per poter approfondire I’argomento ed accertarci che il tutto si svolga nell’assoluto rispetto delle normative. Da parte nostra esprimiamo piena disponibilità a ricercare soluzioni condivise che non comportino rischi per i colleghi.

ln attesa dell’incontro, ricordiamo brevemente alcune basilari norme di comportamento da tenere sempre in considerazione ogni qualvolta si impartiscono disposizioni operative.

  • L’identificazione, il censimento e l’adeguata verifica dei clienti debbono avvenire in presenza dei diretti interessati, e I’identità comprovata da un documento non scaduto presentato in originale (come da Dlgs/231/07). Qualora non fosse possibile svolgere gli adempimenti sopra riportati, la legge prevede I’obbligo di ASTENSIONE dall’operazione.
    Non effettuare in modo corretto l’identificazione e I’adeguata verifica della clientela può comportare pesanti sanzioni patrimoniali e, nel caso ricorra il reato di falso in adeguata verifica, anche pene detentive.
  • L’inserimento ed il trattamento dei dati personali non può essere effettuato senza autorizzazione rilasciata per iscritto dal diretto interessato. La raccolta del consenso assume importanza ancor maggiore qualora i dati personali siano destinati ad essere utilizzati per iniziative di carattere commerciale.
    Anche in questo caso, eventuali violazioni possono comportare pesanti sanzioni pecuniarie.
  • Ricordiamo infine che LA RESPONSABILITA’ E’ SEMPRE PERSONALE. Qualora si verificassero infrazioni alle leggi vigenti, I’aver agito in ottemperanza a disposizioni dei superiori non esonera l’operatore da responsabilità.

Confidando in un sollecito riscontro, e riservandoci di informare tempestivamente i colleghi sugli sviluppi della  vicenda, inviamo cordiali saluti.

 

LE RSA U.O. L’AQUILA

FABI          FIRST/CISL          FISAC/CGIL          UNISIN

Pierluigi Baldini – Giulio Olivieri – Luca Copersini – Patrizia Calabrese

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